Dall’adozione di metodologie agili, con un approccio mobile first, alla necessità di architetture sicure, interoperabili, scalabili, altamente affidabili. Il Piano pone le basi per la costruzione di una serie di componenti su cui le amministrazioni pubbliche possono realizzare servizi più semplici ed efficaci per i cittadini e le imprese
Arrivare la mattina a LUISS Enlabs e trovare il Team Digitale al completo non è certo cosa da tutti i giorni. E’ successo proprio questo, il 5 luglio 2017, negli spazi di via Marsala 29/h alla stazione Termini a Roma: Diego Piacentini ha scelto la sede del più grande acceleratore romano per spiegare il Piano Triennale per la Trasformazione Digitale della Pubblica Amministrazione ai rappresentanti di più di 70 fornitori di servizi software della pubblica Amministrazione. Che cosa ha detto? Il software al centro come la chiave per modernizzare finalmente il nostro Paese, raccontando di quanto è stato fatto dal lancio di Developers Italia, presentato a Codemotion Rome 2017 lo scorso marzo e poi, successivamente da Designers.Italia. E poi il punto su SPID, PagoPA, ANPR, 18App, dati.gov.it. Con una premessa su tutto: c’è urgenza che ha la Pubblica Amministrazione si apra e riorganizzi per essere in grado di accettare l’aiuto di tutti.
Servizi sicuri, interoperabili, scalabili, mobile first
Il Piano Triennale per la Trasformazione Digitale della Pubblica Amministrazione 2017–2019 pone le basi per la costruzione di una serie di componenti su cui le amministrazioni pubbliche possono realizzare servizi più semplici ed efficaci per i cittadini e le imprese:
l’obiettivo è l’adozione di metodologie agili, la creazione di un approccio mobile first, architetture sicure, interoperabili, scalabili, altamente affidabili, e basate su interfacce applicative (API) chiaramente definite.
In questo senso, è evidente che open source e collaborazione diventino il nuovo paradigma della Pubblica Amministrazione.
L’ufficio brevetti dei sogni
Ad ascoltare le parole di Diegio Piacentini una cosa risulta subito chiarissima: cambiare la Pubblica Amministrazione è un’impresa che richiede molto tempo e molte energie. E soprattutto, che la trasformazione digitale richiede un nuovo modo di operare e di comunicare e uno degli obiettivi è quello di cambiare il modo in cui la PA rilascia il proprio software. Allo stesso modo è evidente che per portare l’innovazione all’interno della PA, è necessario
aprirsi ai contributi che possono venire dai singoli sviluppatori, dai freelance e ora anche dalle aziende, anche private, ripensando i modi della collaborazione, che si possa attuare attraverso strumenti semplificati
Portare i talenti all’interno del progetto
La condivisione degli strumenti, nei due portali Developers.Italia e Designer.Italia, è il primo passo che la squadra del team digitale ha compiuto per attrarre i talenti e portarli all’interno del progetto, una sorta di riscrittura del codice sorgente del Paese: ospitato su GitHub, accessibile a tutti, rilasciato sotto licenza di contenuto libero, rappresenta le fondamenta dei nuovi servizi pubblici italiani. Ma prima di tutto, Developers.Italia e Designer.Italia sono due progetti trasversali che riguardano persone non le tecnologie, nati con l’obiettivo di coinvolgere e supportare tutti coloro che possono contribuire a rifondare questo sistema Italia, in cui i privati (sì anche le aziende private) potranno – e forse dovranno – interagire con i comuni: facile sentire un brivido lungo la schiena, ma si sa, per poter cambiare le cose davvero, bisogna essere in grado di sognare forte.