“IBM non abita più qui”, potrebbero dire gli americani. Almeno non negli uffici hi-tech della Silicon Valley, o nelle trafficate strade di New York. Perché il gigante dell’informatica, che per decenni ha dominato il settore con floppy disk e mainframe prima dell’avvento di Google e Microsoft, ha trasferito il suo centro di gravità in India, dall’altra parte del mondo. Dove oggi dà lavoro a più di 130 mila persone, oltre un terzo dei 380 mila dipendenti che si calcola abbia IBM.

Alla conquista dell’India
Come ha raccontato da Vindu Goel in un articolo del New York Times, l’azienda statunitense si è progressivamente “indianizzata”. Dalla gestione dei servizi informatici per conto dei clienti più grossi, come Shell e At&t, alle ricerca nel campo dell’intelligenza artificiale: molte delle attività principali sono state trasferite nel Sud-Est asiatico. Mentre il numero delle assunzioni in dieci anni è quasi raddoppiato.