Il servizio di streaming musicale debutterà a Wall Street con il meccanismo della quotazione diretta. La data dell’ingresso a Wall Street è fissata per il 3 aprile.
Dopo i rumors dei giorni scorsi, Spotify ha confermato il suo imminente approdo al New York Stock Exchange. Come comunicato dai dirigenti del colosso dello streaming musicale durante il loro Investor Day, il debutto in quel di Wall Street avverrà il 3 aprile prossimo.
Il gruppo ha scelto la quotazione diretta (che non prevede l’emissione di nuove azioni) ed ha annunciato che diffonderà il 26 marzo prossimo le guidance del primo trimestre e dell’intero anno fiscale in corso.
La scelta della quotazione diretta, senza sottoscrittori che valutino il titolo e stabiliscano un prezzo iniziale, è senz’altro rischiosa, anche per chi comprerà i titoli. Dipendenti e investitori venderanno direttamente le proprie azioni in Borsa. «Il volume di scambio e il prezzo delle nostre azioni ordinarie potrebbero essere più volatili», hanno spiegato i manager di Spotify. Che contano però di accrescere i propri volumi di ricavi aumentando la propria base clienti.
Una crescita inarrestabile
Del resto, il servizio di streaming musicale è cresciuto tantissimo negli ultimi mesi.
Basti pensare che Spotify ha chiuso il 2017 con 159 milioni di utenti unici al mese e 71 milioni di abbonati (in crescita del 44%). Il servizio Music di Apple, lanciato nel 2015, ne conta poco più della metà. Sono infatti 38 milioni gli utenti paganti per Cupertino.
Il gruppo svedese insomma, è diventato il più grande al mondo nello streaming musicale: attualmente la valutazione della società si aggira intorno ai 23 miliardi di dollari (circa 18 miliardi di euro).
Per contrastare Apple (e l’altro rivale Amazon) poi, Spotify sta anche testando un servizio di ricerca vocale per le canzoni (al momento solo in inglese). Un progetto che sembra aprire la strada ad una strategia più ampia, volta alla realizzazione di un assistente vocale (come Homepod di Apple) e di una piattaforma da concedere in licenza.
L’assalto al mercato asiatico
Inoltre, sta già lavorando da tempo per ampliare il proprio raggio d’azione sul mercato asiatico. Negli ultimi due anni infatti, Spotify ha avviato le attività in Giappone, Thailandia e Indonesia.
Il gruppo insomma, vuole continuare a spendere finanziandosi con i nuovi abbonati. In quest’ottica è di fondamentale importanza anche il recente accordo con il gigante cinese Tencent, che detiene una quota dello stesso Spotify (il 9%).
Grazie a questa mossa la società si ha guadagnato un importante alleato nell’assalto al mercato asiatico e, allo stesso tempo, nella battaglia contro i suoi competitors. In particolare Apple, che si è da poco assicurata la nota app di riconoscimento di file musicali Shazam.