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Quakebots, il device che monitora le vibrazioni degli edifici

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Quakebots, il device che monitora le vibrazioni degli edifici

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Il sistema per il monitoraggio vibrazionale degli edifici sviluppato dalla startup innovativa Wise Robotics si è finanziato con il crowdfunding e si installa facilmente in qualunque edificio, come un termostato

Il sistema per il monitoraggio vibrazionale degli edifici sviluppato dalla startup innovativa Wise Robotics si è finanziato con il crowdfunding e si installa facilmente in qualunque edificio, come un termostato

Tecnologia
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Aldo Benassi
17 giu 2018

Secondo i dati Istat, in Italia ci sono 7 milioni di edifici costruiti prima del 1970 in aree a medio ed elevato rischio sismico. Di questi edifici esistono pochissimi dati e nessuna certezza che siano affidabili. L’obiettivo di Quakebots è produrre, nel tempo, mappe di classificazione degli edifici sempre più accurate. Ne abbiamo parlato con Gianni Alessandroni, CEO di Wise Robotics.

Un’idea nata dopo il terremoto de L’Aquila

Dottor Alessandroni, l’idea di Quakebots nasce da una sua esperienza personale vissuta nel 2009, a L’Aquila.

Nel 2009 dirigevo il team di supporto tecnico informatico alle centrali 118 di Abruzzo, Umbria e Sardegna. Quando il terremoto devastò L’Aquila il 6 aprile, ci occupammo del ripristino del sistema operativo della centrale aquilana. Attraversando le zone colpite da sisma e osservando gli edifici collassati da poche ore, ricordo di aver pensato a quante informazioni importanti si sarebbero potute ottenere con un sistema di monitoraggio installato in ogni edificio. Ci sono voluti alcuni anni perché la tecnologia maturasse per vedere la nascita del progetto, poi nel 2016 abbiamo creato il team e siamo partiti con la progettazione e lo sviluppo del sistema Quakebots.

 

Oltre a lei, da chi è formato il team di Quakebots?

Il team è composto da cinque persone: il Data Scientist Daniele Storni; Nicola di Donato esperto di design, modellazione e stampa 3D; Stefano Allegri, ingegnere elettronico che si occupa dello sviluppo hardware/firmware dei prototipi e l’Ingegnere strutturista Giacomo Uzzi. Io ho svolto il ruolo di progettista del sistema e sviluppatore del software cloud.

 

 

Quanti e quali dati è in gradi di elaborare il vostro sistema di monitoraggio?

I Quakebots sono una rete intelligente di sensori installati negli edifici, che monitorano 24 ore su 24 le vibrazioni a cui sono soggetti. L’intelligenza di cui sono dotati i dispositivi analizza le sollecitazioni creando un flusso di dati verso i nostri server dove speciali algoritmi classificano le informazioni e generano rapporti per gli utenti. Il sistema consente di analizzare come l’edificio si comporta quando riceve una sollecitazione sismica lieve (2°, 3° grado) per evidenziarne eventuali anomalie notificandole in tempo reale. Inoltre è in grado di registrare e rapportare stress sulla struttura dovuti a lavori di ristrutturazione, traffico ferroviario o tranviario, traffico pesante e potenziali cedimenti.

 

La raccolta dei dati che tipo di benefici può comportare a breve e lungo termine?

A livello di singolo edificio, il sistema raccoglie informazioni che permetteranno di acquisire una maggiore conoscenza della struttura, delle sue criticità e della sua evoluzione nel tempo. I dati prodotti dal sistema potranno essere usati da tecnici ed ingegneri per avvalorare le decisioni sugli interventi di miglioramento sismico. Questi tipi di dato non creano nessun problema in ottica di GDPR, il nuovo codice europeo della Privacy.

Sarà poi dalla capillarità della rete e dal tempo a disposizione che giungeranno i benefici più importanti: mettendo a fattor comune i dati di migliaia di sistemi e tecniche specifiche d’intelligenza artificiale, il sistema impara a comprendere un territorio ed i singoli edifici in esso contenuti, in maniera ancora più approfondita. La prevenzione parte sempre dai dati.

 

Qualunque tipo di utente può installare Quakebots nel proprio edificio?

Assolutamente sì, chiunque può installarlo facilmente come si installa un termostato. Da chi vive in appartamento, in condominio, amministrazioni comunali, scuole, gestori immobiliari, aziende: sono tanti i potenziali utilizzatori. Il sistema nasce per essere collaborativo, i dati di ognuno concorrono a creare valore per gli altri.

 

Quali scuole hanno aderito fino ad oggi al vostro progetto?

Ad oggi sono quasi 50 gli edifici scolastici monitorati dal sistema, in varie regioni d’Italia. Proprio in queste settimane abbiamo installato i nostri dispositivi in tutte le scuole del comune di Deruta e grazie alla collaborazione dell’amministrazione comunale è stato possibile organizzare un convegno al quale erano presenti sindaci, imprese, cittadini e tecnici che è stata una preziosa occasione per discutere i benefici derivanti dall’adozione della nostra tecnologia.

Come s’inserisce il Crowdfunding nella strategia di finanziamento?

Il progetto QuakeBots è partito con due anni di self-financing, vincendo bandi europei come SME Instrument e dell’Agenzia Spaziale Europea. La presenza alla Maker Faire Roma degli anni precedenti ci aveva suggerito alcuni spunti per aumentare la nostra visibilità, così in occasione dell’edizione 2017 abbiamo adottato una strategia integrata che comprendeva la partecipazione ad alcune manifestazioni e aveva al centro la campagna su Eppela. L’iniziativa, che ha avuto successo, è stata vincente anche grazie a Nastro Azzurro, che ha ritenuto Quakebots interessante per una sponsorizzazione.

Tags: #QUAKEBOTS #TERREMOTO
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