La realtà è meglio dell’arcade? Scopriamolo nelle strade di New York, Philadelphia e San Francisco
Da generazioni i gamer si allenano sulla tavola nei vari capitoli della saga di Tony Hawk’s Pro Skater. Abbiamo imparato come si esegue un ollie, i trick più facili, così come a prendere il volo e atterrare senza nemmeno farci un graffio. Ma a questo punto vi chiediamo di tornare con i piedi per terra e farvi una domanda. Sapreste mostrare tutto quel talento in un simulatore di skate? Session Skate Sim, sviluppato dai canadesi di Crea-ture Studios, è disponibile anche sulla next gen di Xbox, dove lo abbiamo testato. Se vi interessa allargare i vostri orizzonti e superare le comodità dell’arcade che fa sentire bravi a volte con eccessiva tolleranza, in questo titolo troverete maestri attenti e al tempo stesso esigenti, con uno spettro di comandi da eseguire con rigore.
Session Skate Sim vi chiederà fin da subito in che parte del park volete posizionarvi. Vi sentite già nel gruppo dei bravi? Oppure volete proprio partire da zero, seguiti da un docente simpatico e paziente? Il nostro suggerimento è partire da quest’ultima soluzione, per saggiare fin da subito le macroscopiche differenze rispetto a Tony Hawk’s Pro Skater. Tanto per cominciare, per andare avanti con la tavola non basta utilizzare lo stick. Sono LT ed RT i comandi deputati ad azionare il piede sinistro o il destro dell’atleta, che si darà così la spinta.
Leggi anche: Tony Hawk’s Pro Skater 1+2, su Xbox Series X/S sfioriamo il cielo
All’inizio la situazione è abbastanza straniante, almeno per chi è stato abituato a viaggiare subito in velocità sulla tavola. La visuale con cui affrontiamo il gioco è decisamente più abbassata, sempre in terza persona, come se qualcuno appena dietro di noi ci stesse riprendendo per poi condividere acrobazie o epic fail sui social. Session Skate Sim non ha però i fronzoli e i fuochi d’artificio di un Riders Republic e preferisce mantenersi fedele a una atmosfera underground, senz’altro più spoglia rispetto ad altri titoli del genere, ma con un impegno innegabile verso l’autenticità.