Disco Elysium: The Final Cut è stato eletto da pubblico e critica come uno dei titoli GDR meglio riusciti degli ultimi anni, con un’identità ben precisa e le sue ambientazioni in un mondo dannato. Il paragone con un prodotto del genere ci è venuto immediato non appena abbiamo messo le mani su un’altro titolo sviluppato nell’est Europa. The Order Of The Snake Scale, realizzato dal team polacco FM Simple Games Studio, non raggiunge quelle vette di qualità, ma ha comunque una storia da raccontare con una lore decisamente più horror. Lo abbiamo testato sulla next gen di Xbox.

The Order Of The Snake Scale, la recensione
Nei panni di Seth Vidius, detective navigato, muoviamo i primi passi in scenari notturni davvero tenebrosi. L’ambientazione, pur essendo graficamente vintage, riesce comunque a calarci nel giusto mood. Il mondo non è più quello di una volta, viviamo in un futuro non meglio precisato in cui tutto è in mano alla corporazione NML.

Con una visuale isometrica e cambi di inquadratura, ci addentriamo in un caso diverso dagli altri. Nella località Happy Rock – non fatevi ingannare dal nome – qualcosa ci sfugge di fronte all’ennesimo omicidio e procedendo nell’avventura scopriamo orrori e misteri. Disponibile in inglese, The Order Of The Snake Scale porta a indagare e a esplorare un mondo di gioco dove non ci sono mai jump scare o momenti di alta tensione.

Gli oggetti e gli enigmi ambientali contribuiscono a irrobustire la narrazione di una storia degli orrori. Ma è nel combat system che The Order Of The Snake Scale fa un azzardo, potenzialmente vincente. La schermata rimane in visuale isometrica, ma nella parte destra si attiva una sezione da FPS, molto più adrenalinica. A prima vista potrebbe dare qualche fastidio (da che parte è meglio guardare?) ma dal momento che le sparatorie non sono moltissime, è a nostro avviso una scelta che movimenta il tutto. E permette di porre lo sguardo su dettagli inquietanti.

In questo survival horror l’atmosfera non è mai banale, anche se un po’ spoglia in certe situazioni. I movimenti del nostro avatar risultano spesso legnosi, ma nel complesso l’esperienza si posiziona al di sopra della sufficienza se si tiene conto del fatto che stiamo parlando di un titolo indie che ha voluto proporre un videogioco che si ispira senza mai sfigurare ai primi Resident Evil e ad Alone in the Dark.


