Il bonus pensione è una misura pensata per i lavoratori che, pur avendo maturato i requisiti per la pensione anticipata, scelgono di restare in servizio. A differenza di altri strumenti come l’isopensione, che accompagnano i lavoratori all’uscita anticipata, il bonus pensione premia chi decide di posticipare il ritiro, rimanendo attivo.
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A chi è destinato il bonus pensione?
I destinatari del bonus pensione sono i lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che privato, iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) o a forme sostitutive o esclusive della stessa.
Il bonus si applica anche ai settori del lavoro domestico e agricolo, quindi l’incentivo è fruibile anche da colf, badanti, operai agricoli e lavoratori delle imprese agricole, a condizione che siano rispettati i requisiti generali di legge.
Per poter accedere al beneficio, è necessario:
- maturare i requisiti per la pensione anticipata entro il 31 dicembre 2025;
- non essere titolari di pensione diretta (salvo l’assegno ordinario di invalidità);
- non aver raggiunto l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia.
Come funziona il bonus pensione
Il bonus pensione consiste nella possibilità di rinunciare all’accredito dei contributi IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti) a carico del lavoratore. La quota che normalmente verrebbe versata all’INPS viene invece erogata direttamente al lavoratore con la retribuzione mensile, in busta paga.
L’importo corrisposto rappresenta un incremento netto dello stipendio, che non concorre alla formazione del reddito ai fini fiscali ed è esente da contribuzione previdenziale.
Questo meccanismo si traduce in un beneficio immediato per il lavoratore, senza incidere sulle responsabilità contributive del datore di lavoro.
Quest’ultimo, infatti, continua a versare regolarmente la propria quota IVS, garantendo così la continuità della posizione assicurativa e il riconoscimento del periodo lavorativo ai fini pensionistici.
A quanto ammonta il bonus pensione
Come si è detto, l’importo del bonus pensione corrisponde alla quota di contribuzione IVS che il lavoratore avrebbe dovuto versare all’INPS, ma che invece viene restituita direttamente in busta paga come somma aggiuntiva.
La percentuale di contribuzione IVS a carico del lavoratore è normalmente pari al 9,19% della retribuzione imponibile per la generalità dei dipendenti del settore privato, ma può variare in base al contratto collettivo applicato.
Il valore effettivo del bonus, quindi, dipende dallo stipendio lordo mensile del lavoratore: più è elevata la retribuzione, maggiore sarà la somma ricevuta. Se, ad esempio, si percepisce una retribuzione lorda mensile di 2.000 euro, il bonus pensione è di 198 euro. L’incentivo viene corrisposto mensilmente per tutto il periodo in cui è attivo l’esonero.
Come fare domanda?
Per presentare la domanda per il bonus pensione, è necessario accedere al portale dell’INPS con un’identità digitale.
Dopo aver presentato la richiesta, entro 30 giorni l’INPS verifica i requisiti e comunica l’esito al lavoratore e al datore di lavoro, tramite il servizio “Comunicazione bidirezionale”. Solo dopo questa comunicazione il bonus può essere applicato in busta paga.
L’inizio dell’incentivo varia in base a quando viene presentata la domanda:
- se la domanda è presentata prima della data utile per la pensione, il bonus parte da quella data;
- se invece viene presentata dopo, il bonus decorre dal primo giorno del mese successivo.
La rinuncia all’accredito dei contributi IVS, per beneficiare del bonus pensione, può essere esercitata una sola volta nel corso della carriera lavorativa. La scelta ha effetto su tutti i rapporti di lavoro dipendente del lavoratore, sia quelli già in essere sia quelli che verranno attivati in seguito.
In caso di cambio di datore di lavoro, l’agevolazione si applica automaticamente anche al nuovo rapporto.
Quanto dura il bonus?
Il bonus pensione non è illimitato nel tempo. La sua validità termina:
- quando il lavoratore raggiunge l’età per la pensione di vecchiaia;
- se il lavoratore inizia a percepire una pensione diretta, ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità;
- in caso di revoca della facoltà di rinuncia, che può avvenire una sola volta nel corso della carriera lavorativa.