Dalla Polonia un titolo roguelike bello tosto. Forse pure troppo
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Broken Blades su Switch. Guai a chi mi rompe le spade
Broken Blades è un titolo abbordabile nel prezzo e crudele nel gameplay. Stiamo parlando del videogioco indie sviluppato da Golden Eggs Studio, software house polacca, che ha confezionato un roguelike (significa che ogni volta che si muore occorre ricominciare da capo. Bello eh?) talmente spietato da, a parer nostro, giocarsi una buona fetta di potenziali gamer nei primi istanti di gioco. Come abbiamo detto, il prezzo (meno di cinque euro) è un elemento che invoglierebbe chiunque, soprattutto di fronte a una grafica cartoon, piena di mostri e animali dagli occhi iniettati di sangue. Apprezziamo il non volere accontentare il mercato con un titolo facile facile, ma a volte inserire troppi spigoli e penalità può allontanare chi non ha la competizione nel sangue.
All’inizio Broken Blades ci chiede se vogliamo affrontare i vari dungeon con la modalità semplice o difficile: il consiglio è di partire dalla prima, per familiarizzare con i comandi di gioco e il combat system. Si fa sempre in tempo a complicarsi la vita. Il nostro avatar è un eroe dal volto inespressivo che corre e salta in caverne e luoghi bui. Qui, dopo un rapido tutorial su come si salta e rotola, iniziano i primi guai: nemici che corrono e volano sono pronti a scagliarsi addosso a noi. La nostra spada – elemento essenziale su cui torneremo tra un attimo – è l’arma che ci servirà a annientarli prima che ci tolgano vita.
In Broken Blades ogni colpo subìto è un dolore per gli occhi: la barra della vita va giù con una facilità impressionante e, per quanto i primi cattivi possano sembrare innocui, scoprirete alla svelta che il videogioco non fa troppa differenza tra mostri comuni, mini boss e boss. Tutti menano alla grande. In caso di emergenza correte in cerca di pozioni curative, ma fate attenzione al terreno di gioco, costellato di lame rotanti e altri elementi di arredo infernale. Vi abbiamo accennato al tema della spada: per potenziarsi, lungo la mappa, si ritrovano i pezzi della nostra arma (all’inizio è un pugnale decisamente spuntato) che andranno composti mano a mano per ottenere attacchi più letali.
L’elemento ruolistico è fondamentale e ben pensato con la logica dei pezzi di spada da recuperare per costruirsi la lama. Resta purtroppo legnoso il metodo di combattimento: all’inizio è risultato davvero difficile coordinare gli attacchi, soprattutto contro quei dannati pipistrelli che svolazzano sopra di noi. Raramente è stato così complesso saltare e colpire il nemico con un colpo. Broken Blades, in ultima analisi, resta un prodotto indie per una nicchia di gamer che amano le sfide e non hanno paura di perdere tutto all’ennesima morte. Gli altri possono guardare altrove.
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