Carina, simpatica, sorridente, solare e molto spigliata. Si presenta così Tilly Norwood, la nuova promessa del cinema che ambisce a diventare la «la nuova Scarlett Johansson». Nessuna esperienza pregressa ma un unico obiettivo: “spaccare”. Se state sognando di incontrarla non illudetevi troppo: la potete vedere, si, ma solo attraverso uno schermo perché Tilly è un prodotto nato dall’Intelligenza artificiale e pensato per sfidare i veri attori di Hollywood.
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Chi è Tilly Norwood
La sua presentazione ufficiale è avvenuta durante lo Zurigo Film Festival. Viso acqua e sapone, molto giovane, l’attrice è un’esordiente (non ha mai davvero preso parte a un film) o meglio, come si definisce nel suo profilo Instagram (sì, lo ha già, da almeno da qualche mese), aspirante attrice. Vive a Londra e adora il caffè. Con i suoi follower parla della sua ossessione per lo shopping, del suo conto in banca perennemente in rosso e propone quiz per stabilire quale scena di film (fake, s’intende) che interpreta sia la migliore. E le ambizioni sono grandi: lo studio che l’ha creata ha detto che si augura che diventi «la nuova Scarlett Johansson» o «Natalie Portman».
E tutto questo spaventa tantissimo le grandi star di Hollywood che già avevano protestato contro l’AI. Li preoccupa moltissimo soprattutto perché ci sono già diverse agenzie e case di produzione cinematografiche che si sono dette interessate ad assumere Tilly Norwood. I primi a intervenire in maniera decisa su questa provocazione sono stati i membri del SAG-AFTRA, il sindacato statunitense che rappresenta più di 150mila tra attori, performer e produttori.
Secondo l’accusa, Tilly Norwood e altri personaggi simili non sarebbero altro che software allenati sulle performance reali degli attori, senza autorizzazione né compensi.
La controbattuta dell’ideatrice di Tilly Norwood
La sua ideatrice, Van der Velden, contesta con un post comparso proprio sul profilo della Norwood in cui afferma che Tilly non vuole rappresentare un rimpiazzo degli attori in carne e ossa, ma semplicemente un lavoro creativo, paragonabile a una creazione artistica. «SAG-AFTRA crede che la creatività debba rimanere centrata sull’uomo. L’unione si oppone alla sostituzione degli artisti umani con dei sintetici», scrive il sindacato.
«Per essere chiari, “Tilly Norwood” non è un’attrice, è un personaggio generato da un programma informatico che è stato formato sul lavoro di innumerevoli artisti professionisti, senza permesso o compenso. Non ha esperienza di vita da cui attingere, nessuna emozione (…). Non risolve nessun “problema” — crea il problema di usare spettacoli rubati per mettere fuori gioco gli attori, mettendo a repentaglio il sostentamento degli artisti e svalutando l’arte umana».

