Builder.ai era valutata 1 miliardo e mezzo di dollari, sostenuta anche da Microsoft con un investimento da 455 milioni di dollari. Poi è arrivata la bancarotta. La ragione? Aveva dichiarato che a lavorare fosse l’AI, invece erano 700 dipendenti in carne e ossa. Ecco che cosa è successo.
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Che cosa è successo a Builder.ai?
Secondo un’indagine condotta e ripresa anche da Bloomberg, la faccenda ruota attorno alla piattaforma “Natasha”, pubblicizzata, appunto, come un’AI in grado di progettare e sviluppare app autonomamente, ma che in realtà altro non era che un team di 700 ingegneri umani indiani.
Le rivelazioni sono arrivate dopo l’inchiesta di Bloomberg, che ha evidenziato come la maggior parte dello sviluppo software venisse svolto manualmente, con l’ausilio limitato di strumenti di Intelligenza artificiale. Questo sistema sarebbe stato adottato per ben otto anni, fino allo scandalo esploso nel maggio 2025.
Ma non è tutto, perchè altri approfondimenti hanno messo in luce le pratiche finanziarie sospette di Builder e la startup indiana VerSe: le due aziende, secondo quanto si legge su Everyeye, si sarebbero scambiate fatture fasulle tra il 2021 e il 2024 per gonfiare i ricavi. VerSe, dal suo caso, ha smentito la accuse definendole “infondate e false”, ma nel frattempo con un comunicato pubblicato su LinkedIn Builder.ai ha annunciato l’avvio della procedura di fallimento citando “decisioni passate” che avrebbero compromesso irrimediabilmente la stabilità finanziaria.