Era il 2021 quando tre amici imprenditori, Aurélien de Meaux, Augustin Derville e Julien Belliato hanno un’idea: intercettare il mercato della mobilità elettrica. Aurélien aveva già co-fondato Cheerz, startup che si occupa di stampe fotografiche, mentre Augustin nella sua carriera si era occupato di investimenti e mobilità e Julien si di innovazione industriale e gestione di progetti complessi nella costruzione di reti infrastrutturali. L’idea alla base del loro nuovo progetto è sostanzialmente una: permettere a tutti di ricaricare velocemente il proprio veicolo, puntando quindi su stazioni di ricarica ultra rapide. Un obiettivo che trova subito terreno fertile e dalla Francia, dopo poco tempo, inizia l’espansione internazionale. «Le figure che compongono il team non provengono necessariamente dall’ambito della mobilità elettrica ma, assieme, hanno trovato una chiave ideale per sviluppare Electra e conquistare velocemente l’interesse prima – e i mercati dopo – internazionali», racconta Eugenio Sapora, general manager italiano di Electra dopo il maxi round da 433 milioni di euro chiuso dalla startup lo scorso luglio.

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Electra, dalla Francia all’Italia
A seguito dell’operazione, la società parigina ha totalizzato finanziamenti per oltre 1 miliardo di euro e, attualmente, conta oltre 500 stazioni (più di 3mila punti di ricarica attivi) in 9 Paesi europei. Tra cui l’Italia. «Prima di entrare nel team di Electra lavoravo in un’azienda che è l’equivalente della nostra Enel in Francia – spiega il general manager Sapora – Poi mi sono buttato in una scaleup, ho lavorato in Too Good to Go, e successivamente sono arrivato in Electra, con la quale mi sono trovato da subito in sintonia e ho sposato i valori della sostenibilità che ho sempre seguito durante il mio percorso».
Eugenio, da tre anni alla guida di Electra Italia, racconta gli ultimi progetti della società che ha puntato subito in alto, fino all’ultimo maxi round tra i più grandi mai registrati nel settore in Europa. «Per ogni stazione, la spesa si aggira tra il mezzo milione di euro e i 700mila euro. Considerando l’Italia, allo stato attuale le stazioni attive sono 46 mentre una 50ina sono in fase di costruzione più o meno avanzata. Contiamo di averne 100 a fine anno, che non vuol dire stazioni attivate perché a volte aspettiamo anche 6-7 mesi per avere la corrente». Dal suo punto di vista: «se vuoi crescere forte sul mercato hai bisogno di soldi ma hai anche necessità di fondi strutturati. Questo è un aspetto che rende unico questo tipo di finanziamenti. Nel caso di Electra, l’idea è stata molto chiara da subito e le nostre chiavi del successo sono proprio quelle di essere ultra-fast, urbano e roaming. Oggi possiamo dire di essere una voce che conta in Italia e nell’Unione Europea».
Abodi ha sottolineato che il “pezzotto” non è solo una semplice infrazione legale, ma un danno rilevante per l’intero sistema sportivo ed economico. “Potrà sembrare, in alcuni casi, una bravata”, ha affermato, raccontando anche un episodio personale: “Mio figlio ci ha provato, e gli ho spiegato che non si tratta di un semplice gioco, ma di una questione seria che ha ripercussioni dirette sul calcio e sull’industria dell’intrattenimento”.

I progetti di Electra in Italia
Ora la società parigina punta a installare 2.200 stazioni e 15mila punti di ricarica ad alta potenza entro il 2030. In un momento non facile per l’automotive in Europa in cui i dazi hanno il loro peso, la transizione all’elettrico prosegue. «Stiamo portando avanti uno dei progetti destinati a cambiare la mobilità elettrica di Milano – spiega Eugenio – Nessuno sa bene come andrà in questo settore ma quello che è certo è che chiunque abbia una macchina elettrica ha bisogno di una ricarica ultraveloce è più smart. E a Milano oggi non ci sono tanti hub così veloci. Per questo, tra i nostri prossimi obiettivi, c’è la costruzione di 17 nuove stazioni nei prossimi sei mesi, cosìcché ogni asse di Milano abbia un hub e un’infrastruttura capillare, che è un punto cruciale che deve essere potenziato». Milano potrebbe fare da apri-pista ad altre città: «Vorremmo replicare questo progetto anche su Torino, Bologna, Firenze, Roma, anche se non sempre si può andare così spediti perchè i tempi vanno valutati comune per comune».

Per quanto riguarda il team, Eugenio spiega che: «A livello internazionale siamo 260 persone, in Italia una 15ina ma lavoriamo in un gruppo che seppur piccolo è snello e operativo e siamo impegnati nel trovare le migliori location e seguirne la vita. Questo è quello di cui ci occupiamo con due obiettivi sempre in mente: andare rapidi e integrare le risorse con le necessità».
I prossimi passi di Electra nel mondo
Come anticipato, Electra ha sempre puntato in alto e tra i prossimi obiettivi, spiega Eugenio, c’è quello di: «Arrivare sui principali assi del roaming a livello globale anche con abbonamenti calibrati sul singolo Paese. In questo modo andiamo verso una democratizzazione della ricarica che favorisce il passaggio. Al momento stiamo testando questo modello. Nel breve termine puntiamo al Belgio, che sta andando molto bene, così come ai Paesi Bassi, dove c’è già l’elettrico in abbondanza. In un orizzonte di 4 anni senz’altro c’è la Germania con molti utenti e un parco veicoli gigantesco che mostra già una certa accelerazione, poi l’Italia e altri Paesi del Sud Europa».

