Dentro Connessioni Future c’è lo spazio in cui parole come AI, Web3, robotica o innovazione smettono di essere slogan e diventano aziende vere. Il Demo Day di Frontech, ospitato all’Ex Ma.Ter, è stato esattamente questo: un punto di incontro tra teoria e pratica. L’acceleratore della Rete Nazionale di CDP Venture Capital ha presentato le otto startup selezionate per il secondo batch, scelte tra oltre duecento candidature. Non una semplice vetrina, ma un’indicazione chiara della direzione che sta prendendo l’innovazione italiana nelle tecnologie di frontiera.
Stefano Molino, che guida il Fondo Acceleratori di CDP Venture Capital, lo riassume con una frase netta: «Frontech è ormai un riferimento per l’innovazione tecnologica, supportando soluzioni che stanno trasformando il modo in cui viviamo e lavoriamo». E i pitch lo hanno confermato: settori che fino a poco tempo fa sembravano impermeabili alle startup, come agritech e insurtech, stanno aprendo spazio a modelli scalabili. Accanto a questi emergono aree nuove, dalla compliance cosmetica alla finanza decentralizzata, fino alla musica generativa.

Carlo Mango di Cariplo Factory sottolinea il ruolo del territorio: «La Sardegna si è confermata un territorio fertile di talenti e imprese innovative». Vincenzo Mura di GELLIFY collega questa energia ai trend del momento: «Intelligenza artificiale e blockchain stanno diventando leve concrete di innovazione, più rapidamente di quanto immaginassimo». A sostenere questa traiettoria c’è un ecosistema che sta crescendo attorno all’acceleratore, grazie a partner come Fondazione di Sardegna e Innois, Cariplo Factory, GELLIFY, Algorand, Microsoft con il programma AI L.A.B., oltre a Bper, Banco di Sardegna e FPZ.
Le otto startup del batch 2
AgerTech: l’agricoltura parla su WhatsApp
In un settore dove la burocrazia pesa quanto la terra, AgerTech parte da un’intuizione semplice: gli agricoltori usano WhatsApp molto più di qualsiasi gestionale. AgerIX trasforma quelle chat in dati strutturati per certificazioni e tracciabilità, riducendo del 90% il tempo speso in compilazioni.
La piattaforma lavora con un sistema multi-agent e modelli linguistici generativi, evitando la complessità dei software tradizionali. AgerTech punta a diventare un’interfaccia naturale per portare l’Agricoltura 4.0 anche laddove la digitalizzazione non è mai riuscita davvero ad arrivare.
Saturnalia: l’insurtech che legge i campi dallo spazio
Il clima è cambiato, e con esso il rischio agricolo. Saturnalia costruisce un sistema operativo per assicurazioni e broker che unisce immagini satellitari, algoritmi climatici e strumenti digitali per perizie sul campo.

La suite va dalla app per i periti fino a una piattaforma GIS che consente valutazioni continue di rischio e portafoglio. In un mercato globale da 40 miliardi di premi agricoli (con un protection gap da altri 80), la startup punta a diventare la spina dorsale tecnologica delle polizze agricole europee.
Aurea Hub: l’infrastruttura del denaro che verrà
Aurea Hub gioca nella zona grigia dove si incontrano finanza tradizionale e Web3. La loro piattaforma integra stablecoin, protocolli DeFi e (breve) il Digital Euro, offrendo a banche e fintech un’infrastruttura pronta all’uso, conforme a MiCA e basata su custodia MPC.

Nata come app consumer, oggi la startup corre sul B2B: API e soluzioni white label che promettono transazioni otto volte più rapide e costi inferiori del 60 per cento rispetto ai circuiti classici. Il mercato è enorme e ancora sottoutilizzato: l’embedded finance è uno dei trend europei più solidi, e Aurea prova a posizionarsi come ponte tecnologico tra gli incumbent e la generazione under-40 che chiede servizi decentralizzati, non prodotti bancari anni 2000.
Quido: il private capital senza fogli Excel
Il settore del private equity vive ancora di analisi manuali, database sparsi e ore di “monkey work”. Quido attacca esattamente lì: integra multi-agent AI che raccolgono, ripuliscono e analizzano dati finanziari, offrendo insight immediati a fondi e advisor.

Connesso a banche dati come AIDA e Orbis, il sistema permette ricerche avanzate e report personalizzati, riducendo fino al 60 per cento il tempo sprecato in attività non strategiche.
Cosmeply: la compliance cosmetica diventa un algoritmo
Il settore della cosmetica europea vive di regolamenti, dossier e verifiche tossicologiche. Una giungla documentale che rischia di rallentare produzione e innovazione. Cosmeply automatizza l’intero flusso: raccoglie dati da schede tecniche, analisi di laboratorio e database scientifici, genera i calcoli necessari e produce report pronti alla firma del valutatore.

Il risultato è un CPSR completo, in linea con Regolamento 1223/2009, generato da un sistema AI nato per rendere la compliance accessibile anche a chi non ha un team regolatorio interno. Una piattaforma che potrebbe intercettare un mercato da 13 miliardi di dollari nel mondo.
Geen.AI: welfare aziendale con una lente di genere
Geen.AI affronta un paradosso evidente: le aziende spendono milioni in welfare, ma spesso senza sapere se quei servizi funzionano davvero. La startup introduce un triage AI che ottimizza l’abbinamento tra bisogni delle persone e servizi disponibili, con un focus preciso: colmare il gender data gap.
Utilizza LLM proprietari, protocolli clinici validati e un layer di analytics che misura impatto, ROI e conformità ESG. Il tema del benessere aziendale è sempre più strategico, ma frammentato. Geen prova a costruire un’unica piattaforma di navigazione, capace di far risparmiare alle aziende e migliorare l’accesso a servizi sanitari personalizzati.
Point-Out: il PR che parla alle AI
Dieci miliardi di ricerche settimanali sui modelli generativi significano una cosa: la visibilità passa sempre meno da Google e sempre più dai dataset che nutrono ChatGPT, Claude e Gemini. È la Generative Engine Optimization, un nuovo territorio in cui le aziende rischiano di sparire se non aggiornano la propria presenza mediatica.
Point-Out costruisce un agente AI che automatizza l’intero flusso PR, generando contenuti ottimizzati per essere letti, indicizzati e citati dagli LLM. Risultato: più copertura, meno costi e una strategia di reputation che funziona davvero nell’era delle risposte sintetiche.
SoundBerry.ai: generare musica, sul serio
Mentre l’audio generativo si riempie di effetti wow ma pochi strumenti realmente utili ai professionisti, SoundBerry prova ad alzare la qualità. Il loro modello AI genera stem musicali coerenti, personalizzati e integrabili nelle DAW tramite web app o plugin.

Non è solo un giocattolo creativo: la piattaforma punta a diventare un layer infrastrutturale per media company, creator economy e piattaforme musicali, con API dedicate e modelli addestrati per lavorare su contesto, timbro e struttura. È uno degli spazi di frontiera dove la differenza può farla la qualità del modello, non il marketing.
La terza call: un ciclo che si chiude, uno che si apre
La fotografia del Demo Day dice una cosa semplice: l’innovazione funziona solo quando incontra problemi reali. Le startup selezionate stanno già lavorando su casi d’uso concreti, spesso insieme a partner industriali che non cercano effetti speciali, ma soluzioni che riducono tempi, costi o complessità. Ed è su questo approccio pragmatico che Frontech sta costruendo la propria credibilità.
Durante l’evento è stata aperta ufficialmente la terza e ultima call del programma, con l’obiettivo di selezionare dieci nuove startup entro il 23 novembre per un investimento complessivo superiore ai sette milioni di euro. Il percorso dura sei mesi e combina workshop su tecnologie verticali, sviluppo prodotto, design dei servizi, business development e fundraising. Ogni startup parte con un investimento pre-seed da 150mila euro e ha la possibilità di sviluppare un Proof of Concept con i partner industriali dell’acceleratore. Le candidature sono già aperte sul sito di Frontech.

