«La pipeline di round pre-seed e seed che si è creata negli ultimi due anni e il sempre maggiore interesse da parte di investitori internazionali sono segnali positivi per il futuro del VC italiano». A pochi giorni dalla pubblicazione del paper di StartupItalia sulle operazioni che hanno caratterizzato i primi sei mesi del 2025 per le startup, abbiamo intervistato Emma Celli, analyst in Growth Capital, per ragionare di attualità e di prospettive per il settore in Italia.
Dove il gender gap è evidente non soltanto tra chi fa impresa ma anche tra chi investe. «Senz’altro ci sono meno donne che lavorano nel settore del Venture Capital. Ma a mio parere non è dovuto a un bias da parte del datore di lavoro. Credo che sia meno probabile che una ragazza scelga un determinato percorso a partire dall’università».

Respirare impresa fin da piccoli
In questa nuova puntata del lunedì alla scoperta del panorama investimenti, VC e comparto che supporta le aziende innovative, abbiamo intervistato una venticinquenne che ha respirato impresa fin da piccola. «Sono nata a San Mauro Pascoli (in provincia di Forlì-Cesena, ndr). Parliamo di un paesino, ma che si caratterizza per l’alto numero di aziende. Specie nel settore delle calzature con molti brand di scarpe di lusso come Giuseppe Zanotti». Ha frequentato l’università a Milano dove ha studiato economia e management.
«La passione per il Venture Capital è nata durante quegli anni – ci ha raccontato Emma Celli -. Ho frequentato un master tra Dublino e Lisbona. Circondata da compagni provenienti da tutta Europa, mi sono avvicinata a questo mondo». In origine non erano tanto gli investimenti, quanto i nomi e le storie di ex startup – Revolut, Yoox, Too Good To Go – a incuriosirla. «Mi interessava vedere quali fossero le tecnologie più recenti, quali i driver di crescita. Anche per capire le innovazioni future».
Oggi in Growth Capital Emma Celli opera nella tech investment bank fondata da Fabio Mondini de Focatiis con uffici a Milano, Madrid e Londra. «Offriamo servizi di supporto a startup e scaleup che puntano a fare fundraising o M&A». Sono parte di una filiera che sostiene le realtà innovative per crescere in anni non facili in termini di raccolta rispetto al passato.

Un agenda piena di startup
«Dedico il mio tempo a supportare diversi progetti. E per progetti intendo startup. Di solito ne seguo 4/5. Aiutiamo le startup a prepararsi al meglio nel percorso di fundraising o M&A, supportandole, ad esempio,nell’identificare gli investitori target, nella due diligence, e nella fase di negoziazione». C’è anche Growth Engine, veicolo di investimento ed entità separata che ha puntato su startup in fase pre seed e seed. In portfolio ha più di 45 realtà.
A SIOS25 Summer a Torino il paper di StartupItalia ha fotografato una situazione che può essere commentata con la solita ottica del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Nei primi sei mesi del 2025 la raccolta complessiva è stata di 353,4 milioni di euro attraverso 99 operazioni di finanziamento (i dati sono aggiornati al 6 giugno). Rispetto allo stesso periodo del 2024, il dato registra un aumento del 38,88% in termini di capitale e del 13,79% nel numero di operazioni. Le cifre, però, ci vedono ancora lontani da altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania.

L’importanza dei mega round
«Anche in Growth Capital monitoriamo il mercato con analisi trimestrali, che pubblichiamo in collaborazione con Italian Tech Alliance – ci ha spiegato Emma Celli -. Dopo il picco registrato nel 2022 e la fase di correzione successiva, il 2024 si è ricollocato in linea con la costante crescita dell’ecosistema italiano iniziata nel 2019. Fondamentale nel determinare i numeri complessivi del 2025, sarà, come sempre accade, l’impatto dei mega round». Come dire, le operazioni più importanti non vanno separate dal bilancio finale, perché testimoniano la presenza di potenziali campioni nazionali ed europei.
Di recente Emma Celli è stata a Londra per partecipare alla London Tech Week, appuntamento focalizzato sulle tecnologie che più attirano gli investimenti come l’AI. «Il trend dell’Intelligenza artificiale proseguirà. Vedo un potenziale impatto positivo delle startup italiane che operano nel settore. In UK tutte le persone che ho incontrato avevano l’AI al centro di tutto. Si è consapevoli che ha potenziale di crescita per l’Europa».