«L’agricoltura non è uno sprint, ma una maratona», usa questa metafora Matteo Vanotti, Ceo di xFarm Technologies, per sottolineare le sfide di un settore in cui i frutti arrivano solo dopo anni di sacrifici e di lavoro sul campo. Proprio sul “campo”, inteso come terreno agricolo, che ha iniziato lui stesso. Piemontese, classe 1981, è partito dall’azienda agricola familiare per creare un software con il quale ha già ottenuto tantissimi riconoscimenti, tra cui la vittoria come Startup dell’Anno, lo scorso anno, e oltre 50 milioni di euro raccolti, una cifra che la rende una delle agtech più finanziate in Europa.

Matteo, l’ingegnere agricolo
Da giovanissimo, si trasferisce a Zurigo dove studia Ingegneria al Politecnico. In Svizzera inizia a sviluppare tecnologie nel mondo del fintech (e vedremo come questa la finanza tecnologica tornerà nella sua storia in modo circolare, ndr). Tuttavia, la sua passione è l’agricoltura. Di famiglia ha un terreno del quale si occupa nei suoi ritorni in Italia. Comprende che c’è tanto spazio per innovare. Prima cerca una soluzione sul mercato americano, ma non trovandola, decide di costruire un software su misura.
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Siamo nel 2017 quando nasce xFarm Technologies. Una piattaforma che consente ai diversi protagonisti della filiera agroalimentare di gestire in modo integrato tutti gli aspetti di un’azienda agricola. Tra le funzioni disponibili figurano il controllo delle macchine (anche quelle non connesse), delle colture, dei sistemi di irrigazione, della documentazione amministrativa e dei trattamenti agricoli. La tecnologia monitora parametri come umidità del suolo, temperatura, piovosità e conducibilità elettrica. Dati che vengono raccolti e analizzati mediante sistemi di supporto alle decisioni basati su modelli agronomici, capaci di incrociare diverse fonti per fornire indicazioni operative.

In poco meno di otto anni costruisce una scaleup che oggi può contare su 263 dipendenti , su 100 clienti b2b (tra cui gruppi come Barilla, Parmalat), oltre 550 mila agricoltori iscritti sulla piattaforma, e clienti in mezza Europa, soprattutto nell’est Europa e una presenza in Brasile.
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Sono, inoltre, 56 i milioni di euro i finanziamenti raccolti negli anni dalla scaleup, frutto di tre operazioni: tre milioni nel 2019 a cui seguono i 17 milioni in un round guidato da Swisscom Ventures (2022). Per ultimo i 36 milioni raccolti in un investimento di Partech e Mouro Capital nel 2024. Oggi divide la sua vita tra la Svizzera e l’Italia. Intanto, ha messo su famiglia: tre bimbe, tra cui due gemelle, con cui condivide una delle sue passioni: l’esplorazione spaziale. Insieme – ci confida – “non si perdono neanche una partenza di SpaceX”.

Come è stato possibile fare tutto questo in soli otto anni?
In una frase: ero parte del problema che volevo risolvere. Questa è una delle chiavi di lettura. Rispetto ai nostri competitor, che spesso hanno un’età media di 30 anni e devono rivolgersi a un pubblico di agricoltori con una media di 61, essere in prima persona sul campo ha permesso di fare un passo in più. Tuttavia, ripeto sempre che l’agricoltura non è mai uno sprint, ma una maratona e il lavoro da fare per affermarsi è ancora tantissimo.
«Ero parte del problema da risolvere»
Lo scorso anno xFarm Technologies è stata premiata come Migliore Startup dell’Anno, “Startup of the Year”. Come è stato accolto questo riconoscimento?
Ha avuto un bell’impatto sulla motivazione interna. Siamo una realtà cresciuta tanto in pochi anni e questi riconoscimenti rafforzano lo spirito di squadra. E poi c’è stato anche una grande attenzione verso di noi dall’esterno e ci ha aiutato a consolidare il brand e a rafforzare la nostra comunicazione.
C’è un errore che hai fatto in questi anni e che, con l’esperienza di oggi, non commetteresti?
Viva l’errore quando ti consente di pivotare velocemente! Nel nostro caso, abbiamo iniziato a vendere agli agricoltori, ma ci siamo resi conto che era un lavoro che richiedeva sforzi e costi enormi, troppo tempo e risultati poco soddisfacenti. Allora, abbiamo capito che era più facile vendere ad aziende che aggregavano centinaia e centinaia di agricoltori. Così sono arrivati clienti come Parmalat e Barilla.

Una raccolta di 55 milioni. Qual è il primo passo per ottenere così tanto?
In un Paese, come l’Italia, dove mancano fondi strutturati sopra i 500 milioni e abbiamo pochi family officer, bisogna andare a pescare gli imprenditori. Il nostro primo angel era una persona che vedevo ogni mattina passare davanti all’ufficio. Un giorno mi sono fatto coraggio e l’ho contattato. Ci siamo presi un caffè, gli ho raccontato la soluzione è ha chiesto l’Iban il giorno stesso. Il suo sì ha dato un grande slancio al progetto. C’è anche da dire che puoi trovare fuori i fondi. Su di noi hanno investito investor britannici e canadesi.

Quanti messaggi ricevi su Linkedin di startupper che chiedono consigli? E cosa rispondi?
Ne ricevo tanti e rispondo con piacere nel tempo libero. Cosa consiglio? Innanzitutto, di raccontare la propria idea a più persone possibili e poi di rivolgersi a un target mirato di esperti della materia. Scegliere poi un cofounder che condivide il tuo mindset, ci saranno infatti molti bassi da affrontare e ci vogliono persone che remano nella tua direzione. Infine, vendere subito la propria soluzione, anche solo con un mockup. Realizza il prodotto al giorno uno e vendilo al giorno due.
«Realizza il prodotto al giorno uno e vendilo al giorno due».
Cosa dobbiamo aspettarci da xFarm nei prossimi mesi? Cosa bolle in pentola?
Sul prodotto ci sono due grosse novità. La prima è che stiamo inserendo sempre di più l’intelligenza artificiale nelle nostre soluzioni, creando anche nuove integrazioni con app come whatsapp. Parli in chat è ottieni consigli in tempo reale su quanta acqua mettere, su come gestire al meglio i trattori e tanto altro. La seconda invece è l’integrazione del fintech, dove gli agricoltori avranno sempre più consigli su come trovare capitali, quale polizze sottoscrivere ecc. Oggi l’accesso al capitale è un vero problema per qualsiasi agricoltore che va in banca ma non ha numeri da raccontare. Oggi con i dati, che la nostra app ti permette di raccogliere, diventa tutto più immediato. Lato mercati dopo il Brasile, dove abbiamo più di sessanta persone che lavorano con noi, esploreremo il mercato indiano, nel quale abbiamo già un partner di fiducia.


