Se c’è uno smartphone Android che può impensierire Apple nel momento in cui peraltro Cupertino non versa nemmeno nelle sue condizioni migliori, quello proviene da Mountain View. E il Google Pixel 10 Pro si è rivelato nel mese in cui abbiamo avuto modo di provarlo un più che degno concorrente per la Mela morsicata, capace di lasciare sul terreno solo un torsolo. Ma, soprattutto, capace di migliorare il Pixel 10, che alla fine era ciò che davvero importava ai più (chi ha in tasca un device Apple difficilmente cambierà, a prescindere dalle mosse della concorrenza).

Accendiamo il Google Pixel 10 Pro
Difficile non innamorarsi di questo device alla prima accensione, quando il pannello Display Super Actua da 161 mm si accende rivelando una nitidezza delle immagini e una brillantezza dei colori capaci da soli di giustificare il prezzo dello smartphone. Parliamo per la precisione di un OLED LTPO dalla risoluzione 1280 x 2856 a 495 PPI leggibilissimo anche in piena luce (Fino a 2200 nit in HDR e fino a 3300 nit altrimenti) ottimo sui neri e nel far emergere le sfumature delle vostre foto (Rapporto di contrasto >2.000.000:1).

A proposito delle foto, rispetto allo scorso anno, gli obiettivi e i sensori della fotocamera sono rimasti invariati, ma Google sostiene che il nuovo chipset Tensor G5 presenta un processo di segnale immagine migliorato, che si tradurrebbe in foto migliori e un’esperienza di scatto migliore. Difficile vedere reali differenze all’atto pratico. Il pacchetto fotografico è goloso: 50MP wide; 48MP ultra-wide e un 48MP teleobiettivo (zoom 5x).
La fotocamera frontale scende a 42MP. L’AI di bordo migliora ogni scatto, ma va comunque imbrigliata dato che a volte si ha la sensazione che intervenga troppo sugli scatti, cambiando da sé dettagli che reputa errori e che noi invece avremmo voluto mantenere.

Per coloro che, al pari del sottoscritto, non sanno nulla di fotografia, tempi di esposizione e diaframma, la funzione Camera Coach può aiutare e non poco nell’ottenere gli scatti migliori. Dunque non sempre l’Intelligenza artificiale del Google Pixel 10 Pro può dirsi impicciona.
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E soprattutto con l’AI è possibile giocherellare a lungo in post produzione, semplicemente descrivendo all’algoritmo l’effetto che si vuole ricreare: “aggiungi la neve”, “rendi l’immagine notturna” o semplicemente “fai sparire dalla piazza medievale tutte le auto parcheggiate”. Inutile aggiungere che potremmo spendere paragrafi su paragrafi sull’AI, ma se già siete soliti perdervi in filosofeggiamenti con Gemini, saprete bene quali sono le potenzialità.

La versione che abbiamo testato aveva 128 GB di archiviazione e vi diciamo subito che fa a pugni con le necessità odierne, laddove voleste stoccare su smartphone un buon numero di foto e soprattutto video girati magari in 8K, che è poi una delle feature introdotte proprio col Google Pixel 10 Pro. Esistono più formati: da 256 GB, 512, fino al TB. Ma ovviamente bisogna mettere in conto un esborso decisamente maggiore.

Un’ottima soluzione di compromesso può essere pertanto quella di affidarsi al cloud proprietario, Google Photo. O al taglio mediano da 256 giga. Il chipset Tensor G5 prodotto da TSMC si è rivelato inaspettatamente performante nell’uso quotidiano (e lo diciamo da “fan” di Snapdragon, che resta un avversario temibile soprattutto sul fronte gaming), anche con più app in background, ma esattamente come nel modello dello scorso anno tende a singhiozzare un poco quando c’è da caricare e stoccare foto alla risoluzione massima.

Motivo per il quale l’archiviazione di foto e video online è consigliabile a prescindere dalla capienza di archiviazione che sceglierete. Nulla da dire sulla batteria da 4870 mAh che ci ha permesso di ricaricare lo smartphone anche una volta ogni due giorni in caso di utilizzo moderato, con la possibilità di riavere indietro metà della carica in mezz’ora o poco più di ricarica veloce a 30W o superiore (a patto che sia cablata, dato che si dimezza laddove preferiate per qualche bizzarro motivo quella wireless Pixelsnap, certificata Qi2).

A latere c’è da considerare che se si sceglie uno smartphone di marca Google, che è proprietaria di Android, si avrà la certezza di aggiornamenti continui nel tempo, dunque migliore sicurezza e supporto di patch. Certezza doverosa a fronte di un investimento tutt’altro che irrilevante: servono 1099 euro per portare a casa il Google Pixel 10 Pro dal taglio da 128GB, che salgono a 1199 per quello da 256GB, per 1329 nel caso optiate per lo storage da 512GB fino ai 1589 euro per il tera.
Chiudiamo al solito spendendo qualche parola sul fronte estetico: il Google Pixel 10 Pro si mantiene sulla medesima linea del Pixel 10 e del Pixel 9, non a caso se avete la custodia di quel modello noterete che potrete farla calzare anche a questo. Quattro le colorazioni disponibili: quella Grigio argento che abbiamo avuto modo di provare, la Nero ossidiana, o le più sbarazzine Verde giada e Grigio creta: quest’ultima a dispetto del nome pare tendere all’oro.
In ogni caso si tratta di device dall’aspetto premium e professionale, che non contemplano colori sgargianti o bizzarrie di sorta – per esempio sul fronte degli obiettivi – viste sui rivali asiatici e per questo paiono puntare soprattutto a una platea adulta (del resto anche il prezzo non è per i più giovani).
