Il nome in codice è MIM-104 Patriot, ma è soltanto la seconda parte che da tempo cattura l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale: è il principale strumento di difesa missilistico americano sviluppato dagli Stati Uniti nel pieno della Guerra Fredda. Al presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy importa relativamente se l’Europa promette di non abbandonare Kiev.
Al suo Paese servono disperatamente i missili Patriot, ma il presidente USA Donald Trump ha deciso che questi armamenti non saranno più forniti all’Ucraina, che dovrà così fare affidamento su soltanto otto di questi MIM-104 (di cui però soltanto sei funzionanti). Il capo della Casa Bianca e il presidente russo Putin hanno avuto una telefonata nella scorse ore: il Cremlino ha fatto sapere che proseguirà con le operazioni militari.

Qual è la storia dei missili Patriot?
La società americana che ha sviluppato i Patriot è la Raytheon, con sede in Virginia. L’avvio di questo progetto militare, come si legge in questo documento degli anni Novanta dell’archivio disarmo, è partito negli anni ’60/’70. In origine si trattava di un sistema missilistico anti-aereo che poi è stato allargato anche alla distruzione di minacce missilistiche. “Questi missili monostadio – si legge – volano a circa 1 km/sec raggiungendo la quota di 20 km ed hanno una gittata massima di 80 km”.

Al momento sono 18 i Paesi, Stati Uniti compresi, che dispongono di questa tecnologia militare antimissile. Ci sono voluti molti anni prima che questo sistema si dimostrasse efficace: il punto di svolta è avvenuto nel 1986, quando un Patriot è riuscito a intercettare e distruggere un missile tattico americano durante una dimostrazione.
Ad oggi un sistema antimissilistico Patriot richiede la presenza sul campo di 90 soldati. Il primo impiego di questi missili risale al 1991, durante la Guerra del Golfo. All’epoca il loro utilizzo non ha dato risultati auspicati in ambito bellico, ma questo non ha impedito agli Stati Uniti di ricorrervi durante la guerra in Iraq nel 2003, quando invece i Patriot hanno mostrato enormi passi avanti lato tecnologico.
Decisivo è stato finora l’utilizzo dei Patriot nella guerra in Ucraina, dove il primo impiego risale al 2023 quando uno di questi missili ha neutralizzato una minaccia russa. Come si legge sul Corriere della Sera si tratta di armamenti estremamente costosi: ogni batteria costa più di 1 miliardo di dollari e ciascun missile richiede un investimento di 4,1 milioni di dollari.
Nei giorni scorsi durante il vertice NATO a L’Aja ha commosso un momento particolare della conferenza stampa in cui Trump ha risposto alla domanda di una giornalista ucraina, la quale aveva chiesto al presidente se gli Stati Uniti intendessero vendere prima o poi i missili Patriot a Kiev. Il marito della donna serve nell’esercito ucraino. Trump si era mostrato insolitamente morbido e comprensivo, ma aveva anche detto che avrebbe dovuto valutare se inviarli o meno. La decisione successiva avrà sicuramente deluso e allarmato molte persone.