Il Wall Street Journal, testata che in passato ha rivolto diverse accuse a Elon Musk (ad esempio sul consumo di sostanze stupefacenti), è tornato a parlare dell’uomo più ricco del mondo accusandolo di aver costretto alcuni dipendenti di xAI a cedere i propri dati biometrici per addestrare Ani. Si tratta dell’avatar femminile che The Verge ha descritto come una versione moderna di una linea telefonica con contenuti espliciti.

Cos’è Ani, l’avatar di Musk al centro di uno scandalo
Come ha ricostruito il Wall Street Journal, Ani è un progetto sul quale Elon Musk ha lavorato personalmente. «I dipendenti – scrive la testata americana – sono stati costretti a consegnare i loro dati biometrici per addestrare avatar come Ani». E questo avrebbe creato non poche esitazioni da parte del personale, preoccupato che voci e volti finissero per essere sfruttati per finalità di un certo tipo.

Ani è un prodotto già disponibile per gli abbonati a xAI che pagano il pacchetto mensile da 30 dollari di SuperGrok. Non sorprende che i software di Intelligenza artificiale vengano sfruttati anche per soddisfare un certo tipo di domanda online su contenuti per adulti. Sam Altman, alcune settimane fa, ha spiegato che presto ChatGPT sarebbe stato sciolto da tutti quei freni che impediscono agli utenti di saziare le proprie fantasie.

