Donald Trump ha intenzione di proteggere i cieli americani installando uno scudo anti-droni. Questa iniziativa di difesa poggerà su un fondo da 500 milioni di dollari dedicato in particolare modo alla messa in sicurezza delle oltre cento partite che si disputeranno negli Stati Uniti durante i Mondiali 2026, che Washington condivide con Messico e Canada.

Lo scudo anti droni per i Mondiali: cosa sappiamo del piano di Trump
Negli sforzi di cui l’Europa deve farsi carico per il riarmo i droni giocano un ruolo centrale. Come si è visto dopo l’invasione russa dell’Ucraina, gli UAV rappresentano uno strumento di attacco e di difesa formidabile.
Nelle ultime settimane diversi episodi hanno costretto alla chiusura temporanea di diversi aeroporti europei dove sono stati avvisati droni. Difficile dimostrare che dietro ci sia la mano di Mosca, ma diversi analisti sono convinti che Putin stia testando le capacità di reazione da parte dell’Europa, alzando il livello della tensione. Da qui l’urgenza espressa dalla Commissione di lavorare anche su uno scudo anti droni.

Oltreoceano, dove esistono scaleup della difesa di grande valore come Anduril, l’applicazione degli UAV per il monitoraggio e la sicurezza dei cieli viene vista come fondamentale in vista dei Mondiali 2026, delle Olimpiadi 2028, così come del 250esimo anniversario della Dichiarazione d’Indipendenza americana.

In parallelo negli Stati Uniti il settore dei droni è al centro di un’attenzione costante da parte della Casa Bianca, preoccupata che tecnologie non americane possano violare dati, immagini e informazioni sensibili.
Va letto in questo senso il pressing che la Casa Bianca da tempo sta facendo nei confronti dell’azienda cinese DJI. Dal momento che Washington non tratta i droni come hobby, bensì come strumenti con applicazioni militari, è interesse dell’amministrazione Trump puntare su eventuali campioni nazionali. E indebolire competitor.

