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Di quale materia è fatta, oggi, l’affermazione, la leadership, il successo per le donne? E come ci si arriva? E poi, come si compone quell’equilibrio di vita tra le tante parti di sé di cui il lavoro è parte e non un tutto? A queste domande provano a rispondere le storie audaci che Bocconi ha raccolto tra le sue alumnae di diverse generazioni nel volume Changed by women, 99 storie di donne che hanno inseguito il loro sogno e cambiato il futuro. Sono storie incredibili e forti di donne che non hanno mai smesso di credere in se stesse e hanno rifiutato gli incasellamenti forzati, sfidato gli stereotipi di genere, tracciato strade che somigliassero loro il più possibile: il progetto Changed by Women è un riuscito manifesto di empowerment che, peraltro, punta a sostenere l’empowerment femminile anche tramite fondi che saranno devoluti alle studentesse del futuro e, come indica il progetto, alle loro storie non ancora scritte. Qui abbiamo raccolto parti delle conversazioni di 10 delle professioniste di successo interpellate per il libro, che compongono un ideale vocabolario dell’empowerment in 10 parole. 

POTERE

Paola Bonomo, consigliera indipendente, advisor e business angel

 “Alle ragazze consiglio di prendere dimestichezza con il potere. Il più grosso atto di sabotaggio che una giovane può compiere contro se stessa è sentirsi a disagio col potere. In termini di carriera occorre studiare, in ogni situazione in cui ci si trova, i meccanismi tramite i quali le persone arrivano ai piani alti. Fare un patto con i propri capi: se ti porto questo risultato o ti risolvo questo problema, alla prossima opportunità di crescita scegli me? E, se non si vede un percorso che permetta di essere scelte per queste opportunità, cambiare strada”. 

MATERNITÀ 

Giovanna Iannantuoni, rettrice Università Milano Bicocca 

“Quando mi sono candidata a rettrice ho capito che era una sfida. Sono entrata in campagna elettorale che mia figlia aveva sei anni. Ricordo che mi fu rimproverato il fatto di avere una figlia così piccola e invece è un qualcosa che va normalizzato. Anche per le nuove generazioni e le leader, mamme e no, che verranno. Mi scrivono spesso lavoratrici o ricercatrici che hanno paura di mettere su famiglia e cercano consigli. Voglio dire alle ragazze che si può avere tutto, un rapporto splendido con la propria figlia ed essere rettrici. Non bisogna scegliere”.

CORAGGIO

Monica Alessandra Possa, Group Chief HR & Organization Officer in Generali 

“Per far bene sul lavoro, alle ragazze dico: fate più esperienze possibili e alla fine, quando si tratta di decidere, non ascoltate troppo gli altri, osate con coraggio e non preoccupatevi sempre di essere ‘superadeguate’ alle richieste del ruolo, ma seguite la vostra passione. Perché non esiste una ricetta preconfezionata, ma il vostro percorso ‘giusto’ alla fine è solo vostro”.

VISIBILITÀ 

Fabiola Tisbini, ha lavorato in IBM per trentaquattro anni, con ruoli di responsabilità nei settori del marketing, delle vendite e delle strategie di vendita, in Italia e allestero

“Lottate tutti i giorni per i vostri diritti, che non sono scontati, rendete sempre visibile ciò fate”, è l’esortazione alle più giovani. “Siate entusiaste. Divertitevi, fate rete e sostenetevi fra voi. E in casa? Educate compagni, mariti, fratelli e figli a essere una squadra, anche nelle faccende domestiche, dalla lavatrice ai piatti”.

ALLEANZA 

Barbara Cominelli, CEO di JLL Italia, colosso della consulenza immobiliare

Da CEO, donna e mamma spiega l’importanza per le donne in ruoli senior di fungere da role model e di spendersi personalmente per creare opportunità e “mandare giù l’ascensore” per fare salire più donne: rimuovere gli ostacoli alla loro carriera, moltiplicarne le chance, stimolarle a uscire dalla confort zone quando serve. E ingaggiare gli uomini, in una solida alleanza in questo percorso: “Solo insieme si possono fare progressi”.

change by women

RESILIENZA

Antonella Di Chio, Deputy Head della strategia NPL di Algebris Investments

“Circondarsi di donne di talento che possono capirti, sostenerti e aiutarti, lo assicuro, fa la differenza. Le ragazze devono sapere che lo spazio c’è e non bisogna farsi abbattere dai pregiudizi che sono nella testa degli altri. Anche lo stereotipo secondo cui le donne non sono portate per le materie STEM penso vada rispedito al mittente. Posti l’impegno e la passione, alle mie colleghe di domani direi di cercare aziende che premiano il merito, non avere paura di sbagliare e, in caso di fallimento, rimanere resilienti, mirando ad avere successo alla prossima sfida”. 

FEMMINISMO 

Emma Bonino, figura di spicco della politica e del femminismo 

Alla domanda “Perché poche donne in politica?”, Bonino risponde in modo diretto: “Le donne si tirano indietro. Vuoi per la fatica di un ambiente ostile, vuoi per i mancati riconoscimenti o le difficoltà familiari. In troppe aspettano una cooptazione che puntualmente non arriva. Fare ‘la segretaria di’ o ‘l’assistente di’ in un partito sperando di essere premiate non funziona”. Lo spazio, l’esortazione è tra le righe, bisogna prenderselo. Le femministe di oggi Bonino le vede, dice, con grande simpatia: “Il mondo è cambiato dai miei tempi, se penso alla mia infanzia contadina pare un’altra Italia. Sui diritti abbiamo conquistato traguardi importanti, ma ora si tratta di difenderli. Mai illudersi che saranno lì per sempre. Vanno curati e difesi”.

DENARO E VALORE

Elena Lavezzi, una vita nelle startup: Uber, Circle, Revolut e Kuda.

“Se devo dare qualche consiglio alle più giovani, direi di fare la gavetta nei posti giusti. È importante cercare superiori da cui si possa imparare molto, anche perché devi pensare che stai offrendo a un’organizzazione i migliori anni della tua vita”. E poi imparare a contrattare. “Mai essere naïve sulla questione economica, bisogna conoscere il valore del proprio profilo e il mercato. Dico spesso alle colleghe: negoziate fino alla morte.”

EQUITÀ

Virginie Morgon, Co-Chair del Paris Committee di Human Rights Watch e siede nel board di LOréal

 “Potrei raccontare numerosi aneddoti, alcuni divertenti e altri umilianti, dall’essere scambiata per una hostess durante le riunioni, all’essere chiamata per nome invece che per cognome come i colleghi uomini. Queste esperienze riflettono la continua lotta delle donne per raggiungere i ruoli di leadership. La risposta fondamentale a queste situazioni è difendere i propri valori di uguaglianza e insistere per un trattamento equo.” Come accaduto a lei. “Quando ho scoperto che i miei colleghi maschi, a parità di titolo e posizione, erano pagati più di me, ho offerto le mie dimissioni e la situazione è cambiata. È necessario non tollerare le disparità, soprattutto nelle posizioni dirigenziali”

AUTENTICITÀ

Sara Scrittore, Vice President e General Manager, Southern Europe Hub in Colgate-Palmolive

“Nei meeting è vero che ero sempre l’unica donna o una delle poche ma questo non mi ha mai fermato. Non mi sono mai sentita discriminata o diversa, ero semplicemente io. E questo atteggiamento alla lunga ha fatto la differenza”.