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Oggi gli algoritmi non si limitano a ordinare risultati di ricerca o a suggerirci il prossimo film da vedere in streaming: decidono chi ottiene un mutuo, chi viene assunto, chi viene sorvegliato dalle forze dell’ordine. L’AI, osannata come neutrale e obiettiva, si rivela invece intrisa di pregiudizi umani, incorporati nei set di dati storici che la alimentano. Con quali conseguenze? E quali rimedi urgono? L’analisi di Matteo Flora nella nuova puntata della rubrica Tech Policy

Come per altri passaggi nella storia della civilizzazione umana con l’avvento dell’intelligenza artificiale si scardineranno ordini precostituiti, modi di produzione, etiche di conduzione. Una sfida epocale cui l’umanità prova a rispondere con strategie convergenti: istruzione educativa, regolazione giuridica, conformazione etica e direzione politica. Ma basteranno? Prova a rispondere Cosimo Accoto anticipando per la nostra rubrica domenicale Futuro da Sfogliare i temi del suo ultimo libro “Il pianeta latente”, edito da Egea

Fenomeno sharenting, ossia l’ossessione di mamme e papà di pubblicare le foto dei figli (persino prima che nascano, con le ecografie), incuranti della loro privacy. Ma così si ipoteca il loro diritto futuro a decidere se e quanto di sé raccontare al mondo. Così Guido Scorza, componente del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali

Fino a non molto tempo fa la tecnologia quantistica sembrava confinata alla fantascienza. Ora le speranze di rivoluzionare il mondo sono legate al Quantum computing. Nel centenario dalla pubblicazione dell’articolo di Heisenberg che trasformò la teoria dei quanti nella scienza che i fisici oggi conoscono, il mondo festeggia lo Year of Quantum science and technology. Ma di cosa parliamo e quali sono i risvolti pratici? Ce lo spiega l’astrofisica Patrizia Caraveo

Laura Morchi è la CTO e co-founder di Soundsafe Care, spin-off dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che combina robotica e ultrasuoni per il benessere dei pazienti. «La mia è una squadra senza differenze di genere dove le persone contano per il loro valore e il loro contributo». La sua storia e quella del suo team per la rubrica Venti di futuro

Nell’aprile del 1983 in Australia si disputò una ultramaratona da 857 chilometri. Ai nastri di partenza, tra pochi sportivi coraggiosi e super allenati, anche un coltivatore di patate che aveva bucato i propri pantaloni per renderli più aerodinamici. L’impresa di Cliff Young raccontata da Francesca Corrado nella nuova puntata della rubrica A lezione di fallimento: i risultati si ottengono un passo alla volta, anche inciampando