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Cyberbullismo, arriva il sì definitivo della Camera

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Cyberbullismo, arriva il sì definitivo della Camera

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Secondo la nuova legge anche il minore potrà denunciare. Non solo, ogni scuola dovrà individuare tra i prof un addetto al contrasto e alla prevenzione

Secondo la nuova legge anche il minore potrà denunciare. Non solo, ogni scuola dovrà individuare tra i prof un addetto al contrasto e alla prevenzione

Scuola
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Redazione
17 mag 2017

E’ arrivato il anche il sì dell’Aula della Camera alla legge sul contrasto dei cyberbullismo. Il testo è stato approvato a Montecitorio all’unanimità: 432 favorevoli ed una sola astensione. “Questa legge è un primo passo necessario. La dedichiamo a Carolina Picchio ed a tutte le altre vittime del cyberbullismo”, ha detto nell’Aula della Camera la presidente Laura Boldrini salutando Paolo Picchio, il padre della prima vittima del cyberbullismo, prima di indire la votazione finale sul provvedimento.

Il testo approvato

Tra le novità del testo: la definizione del fenomeno e la possibilità, per il minore (anche senza che il genitore lo sappia) di chiedere direttamente al gestore del sito l’oscuramento o la rimozione della “cyber aggressione”. Nel caso in cui il gestore ignori l’allarme, la vittima, stavolta con il genitore informato, potrà rivolgersi al Garante per la Privacy che entro 48 ore dovrà intervenire. Il disegno di legge istituisce, tra l’altro, un Tavolo tecnico interministeriale presso la Presidenza del Consiglio con il compito di coordinare i vari interventi e di mettere a punto un Piano integrato contro il bullismo via web. Ci sarà anche una “procedura di ammonimento”: il “bullo” over 14 sarà convocato dal Questore insieme a mamma o papà e gli effetti dell'”ammonimento” cesseranno solo una volta maggiorenne. Ogni scuola dovrà individuare tra i prof un addetto al contrasto e alla prevenzione del “cyberbullismo” che potrà avvalersi della collaborazione delle Forze polizia.

Il Miur è già al lavoro per l’attuazione della legge

“Il cyberbullismo è un tema serissimo. Ritengo per questo molto importante l’approvazione di una legge specifica per il contrasto di questo fenomeno. Il Parlamento ha fatto un lavoro che era necessario: finalmente si affronta pienamente e in modo deciso un problema che non può essere sottostimato. Ringrazio i colleghi parlamentari, in particolare la Senatrice Elena Ferrara, per l’impegno profuso nel raggiungere questo obiettivo. Il Ministero è già al lavoro affinché la legge trovi immediatamente piena attuazione”. Così la Ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, commenta la definitiva approvazione alla Camera della legge sul cyberbullismo. “Con questo provvedimento – sottolinea Fedeli – mettiamo al centro la tutela delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. Lo facciamo, in un’ottica di prevenzione, a partire dalla scuola che è luogo principale di formazione, di inclusione e accoglienza. Finalmente abbiamo imboccato la strada giusta”. 

Quanti ragazzi cadono nella rete del cyberbullismo?

Ne avevamo scritto pochi mesi fa in occasione della presentazione della ricerca di Microsoft sul Digital Civility Index che è andata ad analizzare le attitudini e le percezioni degli adolescenti (13-17 anni) e degli adulti (18-74 anni) in 14 Paesi, rispetto all’educazione civica digitale e alla sicurezza online. La maggior parte degli utenti della rete ha avuto almeno una volta nella vita un approccio spiacevole con il web, a causa di contatti indesiderati, molestie o cyberbullismo. Non solo: il 62% ha affermato di non sapere a chi rivolgersi quando si imbatte in un rischio della rete.

E c’è anche chi cerca una soluzione in autonomia

Tra di loro c’è Natalie, vittima di bullismo, che, dopo aver pranzato da sola per un anno intero,  ha creato un’app per trovare amici con cui sedersi a mensa. L’app si chiama “Sit with us”, che significa “siedi con noi”. Aiuta i ragazzi soli a integrarsi in una comitiva già consolidata e lo fa attraverso “ambasciatori” che si incaricano di includere i nuovi arrivati. L’app, infatti, consente e chi lo desidera di diventare “ambassador” e invitare altri studenti al proprio tavolo. L’app permette di creare delle “open lunches”, cioè dei “pranzi aperti”. Chi è alla ricerca di un tavolo dove sedersi può aderire a questi tavoli aperti, ed essere sicuro che non verrà rifiutato.

Tags: #BULLISMO #CYBERBULLISMO #LEGGE
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