Dispersione scolastica in calo ma resta il divario tra Nord e Sud e soprattutto con il resto d’Europa. Questo è il quadro che emerge confrontando i dati europei con il rapporto curato dall’Ufficio Statistica e Studi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e reso noto in merito all’anno scolastico 2015-2016 e nel passaggio all’anno scolastico 2016-2017.
Abbandono scolastico: i dati
Il fenomeno della dispersione scolastica è un tema su cui al giorno d’oggi bisogna prestare la massima attenzione. Sono tante le ragioni che portano molti studenti ad abbandonare la scuola, è necessaria una stretta sinergia tra le istituzioni per provare ad arginare il fenomeno. In Italia è possibile quantificare la dispersione scolastica a livello nazionale a partire dai dati dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti, che tiene monitorati i percorsi dei ragazzi. Sia per quanto riguarda la scuola secondaria di primo grado sia per quella di secondo grado ci sono dei punti fermi.

Secondo i dati, del 1.710.004 alunni frequentanti all’inizio dell’anno scolastico 2015/2016 la scuola secondaria di I grado, 10.591 alunni hanno interrotto la frequenza scolastica senza valida motivazione prima del termine delle attività didattiche. Di questi però 3.513 (il 33,2%) sono rientrati nel sistema scolastico nell’anno 2016/2017, iscrivendosi a settembre. Di conseguenza l’abbandono nel corso dell’anno scolastico 2015/2016 è stato pari a 7.078 alunni (lo 0,3%). Per quanto riguarda l’abbandono complessivo (cioè il totale degli abbandoni in corso d’anno e quelli nel passaggio tra un anno e l’altro) sono 14.258 gli alunni che complessivamente hanno abbandonato la scuola secondaria di primo grado tra il 2015 e il 2017.
Passando alla scuola secondaria di secondo grado, di oltre 2.613.000 alunni frequentanti all’inizio dell’anno scolastico 2015/2016, 53.916 alunni hanno interrotto la frequenza scolastica senza valida motivazione prima del termine delle attività didattiche. Di questi, ben 40.780 hanno abbandonato in modo definitivo e solo 13.136 (il 24,4%) è rientrato nel sistema scolastico nell’anno 2016-2017. L’abbandono complessivo su due anni risulta pari al 4,3% (112.240 studenti).
Al Sud le percentuali più alte
Se si volesse stilare una classifica regionale, le Regioni con una maggiore dispersione scolastica alle medie sono la Sicilia (1,3%), la Calabria, la Campania e il Lazio (1%). La percentuale più bassa si registra in Emilia Romagna e nelle Marche (0,5%). Per quanto riguarda la scuola secondaria di secondo grado, la Sardegna è al primo posto per quanto riguarda la dispersione scolastica (5,5%), seguita dalla Campania (5,1%) e dalla Sicilia (5%). L’Umbria è la regione con la più bassa percentuale di dispersione per le scuole ‘superiori’ (2,9%).

Chi lascia la scuola
Per quanto riguarda la nazionalità, i dati evidenziano come la dispersione scolastica colpisca di più i cittadini stranieri rispetto a quelli italiani: nella scuola secondaria di primo grado, il 3,3% contro lo 0,6%. Il discorso vale anche per le scuole superiori: la percentuale di alunni stranieri che hanno abbandonato il sistema scolastico è pari all’11,6% contro il 3,8% riportato dagli alunni con cittadinanza italiana. Analizzato per genere, il fenomeno della dispersione scolastica sembra incidere in modo leggermente differente sulla popolazione studentesca maschile rispetto a quella femminile: l’abbandono complessivo per i soli alunni maschi nella scuola secondaria di primo grado è stato, nel periodo considerato, pari allo 0,9% mentre per le femmine allo 0,7%. Nelle scuole superiori il divario è netto: per la componente maschile l’abbandono complessivo è stato pari al 5,1%, contro il 3,4% delle studentesse.
Nei licei gli studenti abbandonano meno
Ci sono differenze anche per quanto riguarda l’abbandono scolastico per la tipologia delle scuole di secondo grado. L’abbandono complessivo più contenuto si è registrato per i licei che hanno presentato mediamente una percentuale del 2,1%. Per gli istituti tecnici la percentuale è stata del 4,8% e per gli istituti professionali dell’8,7%. La percentuale di abbandono più elevata è relativa ai percorsi IeFP (corsi di Istruzione e formazione professionale realizzati in regime di sussidiarietà presso le scuole), con un abbandono complessivo del 9,5%. Tra i licei spicca il tasso di dispersione complessivo del liceo artistico, con il 4,8%. Lo seguono il liceo di scienze umane (3%) e quello musicale (2,6%). Il liceo linguistico ha una percentuale di abbandono complessivo pari al 2,1%, il liceo scientifico – scienze applicate ha una percentuale pari all’1,7% e il liceo scientifico puro pari all’1,4%. Sorprende un po’ il dato del liceo classico, che registra la percentuale di abbandono minore in assoluto (1,1%).
L’Italia resta fra le peggiori d’Europa
Se si confronta l’anno scolastico 2013-2014 con il 2015-2016 si nota un calo del fenomeno della dispersione scolastica in tutti i passaggi. Per quanto riguarda la scuola secondaria di primo grado si passa dall’1,8% del 2013-2014 allo 0,83% del 2015-2016. Per quanto riguarda la scuola secondaria di secondo grado nel 2015-2016 risulta pari al 4,31% contro il 4,40% del 2013-2014.

Un miglioramento che però non risolve ancora la situazione, soprattutto se si considera il resto d’Europa. I paesi dell’UE si sono impegnati a ridurre la media degli abbandoni scolastici a meno del 10% entro il 2020. Secondo il monitoraggio europeo Early leavers from education and training 2016, l’Italia si assesta sul 13,8% (al pari con la Bulgaria e Malta). In una situazione peggiore rispetto all’Italia ci sono solo la Spagna (19%) la Romania (18,5%) e il Portogallo (14%). Un dato sconfortante. Vero è che nel 2006, come sottolinea il rapporto del MIUR, l’Italia era al 20,8%: la sua posizione è migliorata ed è più vicina al 10% richiesto, ma resta comunque un divario altissimo con il resto d’Europa.
Fedeli: “Fenomeno che va contrastato con forza”
“La dispersione scolastica – ha sottolineato il ministro Valeria Fedeli, commentando i dati di questo studio – è un fenomeno che va contrastato con forza, perché dove la dispersione è alta vuol dire che non sono garantite a sufficienza pari opportunità alle ragazze e ai ragazzi. Nel nostro Paese, come evidenziano anche i dati raccolti dal Ministero, il fenomeno è in calo, c’è stato un miglioramento negli ultimi anni. Ma restano forti divari sociali e territoriali rispetto ai quali serve un’azione importante che parta dal MIUR, ma che coinvolga anche tutti gli altri attori in campo: le famiglie, il terzo settore, i centri sportivi, l’associazionismo, le istituzioni del territorio”.

Il MIUR ha dunque messo in piedi un gruppo di lavoro con a capo l’ex-sottosegretario Marco Rossi Doria: “Il gruppo in questi mesi ha lavorato anche sulla base dei dati che rendiamo pubblici ed entro dicembre consegnerà al Paese delle linee guida per il contrasto e la prevenzione della dispersione – ha chiarito il Ministro – Un piano d’azione che avrà come punto di riferimento l’articolo 3 della nostra Costituzione, che in questi mesi abbiamo sempre messo al centro del nostro lavoro, nella convinzione che garantire pari opportunità alle ragazze e ai ragazzi sia il compito principale del sistema di istruzione”.