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L’Italia patria di santi, poeti … e del P2P lending. I prestiti attraverso le principali 10 piattaforme online è cresciuto del 125%, raggiungendo quota 1,2 miliardi nel 2018 (dati P2P Lending Italia).

Buone notizie soprattutto in una situazione storica in cui crollano –  di ben 40 miliardi di euro – i prestiti delle banche alle PMI (secondo i dati di un report dell’associazione Unimpresa).

Per capire di più sul perché il P2P lending continua a crescere, come funziona e quali sono le opportunità del settore, abbiamo raggiunto Livio Montesarchio, marketing e sales manager di BorsadelCredito.it. Nel 2018, la fintech ha erogato 52 milioni di euro, numeri doppi rispetto a quelli dell’anno precedente.

Come ottenere un prestito online

«Bastano tre giorni per erogare un prestito. Per fare un confronto, una banca può impiegare fino alle dieci settimane», assicura Livio, che ci spiega qual è l’iter che una PMI deve compiere per ottenere un prestito sulla piattaforma.

Creazione di un account. «Ci vogliono 10 minuti», ci assicura. L’azienda che richiede il prestito inserisce i dati, la visura, i dati anagrafici del legale rappresentante o di altri membri, qual è la cifra di cui ha bisogno e come intende utilizzare i soldi.

I documenti richiesti. Oltre alla visura, c’è un’area in cui l’azienda allega altri certificati come bilanci ed estratti conto.

L’algoritmo elabora i dati inseriti in circa mezz’ora. Alla fase dell’iscrizione segue quella della valutazione. Livio ci racconta dell’algoritmo che hanno ideato che, sulla base dei dati elaborati, restituisce un primo scoring, un punteggio alla PMI. Per offrire una valutazione più completa, poi, l’algoritmo “pesca” anche altri dati, come le informazioni creditizie (es. se l’azienda è stata finanziata da banche in passato, come gestisce le linee di fido): «Tutto questo avviene in circa 30 minuti».

Il lato umano del P2P lending. Se lo scoring dell’algoritmo è positivo, interviene un analista umano, che si interfaccia con un’intervista telefonica al titolare dell’azienda: «L’analista fa domande sui clienti e i fornitori, sul modello di business, in modo da abbinare ai dati quantitativi dell’algoritmo dei dati quantitativi».

Parte il finanziamento. Superata questa fase, viene inviata l’offerta con la cifra del finanziamento, il tasso richiesto e il piano di ammortamenti. Se l’azienda accetta, inserisce l’Iban del conto e firma un contratto, tutto in modo digitale. «Il finanziamento viene erogato nel giro di un paio di giornate lavorative», spiega Livio.

Con questo sistema, BorsadelCredito.it ha distribuito nel 2018 604 prestiti, con un taglio medio di 110 mila euro. Totale: 52 milioni di euro.

Livio Montesarchio

Identikit di chi chiede prestiti online

Livio ci descrive anche la tipologia di PMI che cercano liquidità nel P2P lending: «Sono aziende con un fatturato dai 500mila fino ai 10 milioni di euro di fatturato. Hanno almeno alle spalle due anni di attività, con due bilanci».

La forbice dei prestiti si attesta dai 10mila fino ai 300mila euro: «Sono operazioni di taglio troppo piccolo per le banche. La nostra clientela è fatta di queste piccole aziende, e la chiave per creare un rapporto di fiducia è la personalizzazione dell’offerta».

Proprio sulla personalizzazione dell’offerta, una degli elementi che spiega maggiormente il successo del P2P lending, Livio ci fa un esempio: «Ormai tantissime PMI vendono su Amazon. Allora abbiamo creato un’offerta pensata per migliorare la marginalità delle aziende, finanziando le scorte di magazzino. Per farlo, chiediamo a chi vende di autorizzarci a leggere i suoi dati su Amazon, in modo da valutare i dati sul transato e capire come aiutare l’azienda ad aumentare i suoi margini. Per operare un confronto, una banca non si connetterebbe mai all’account Amazon di un suo cliente».

 

Un  nuovo scenario possibile: il Bank Referral Scheme

Come aumentare i volumi del P2P lending e anche l’affidabilità delle piattaforme agli occhi delle aziende? La soluzione c’è ed è già stata sperimentata in UK. Si chiama Bank Referral Scheme:

«In UK avviene da diversi anni: le aziende che bussano alle porte degli istituti di credito e non riescono a farsi finanziare, vengano reindirizzate, dalle banche stesse verso le piattaforme di P2P lending. Con questa soluzione vincono tutti. Le banche offrono soluzioni alternative ai loro clienti e, allo stesso, aumenta la visibilità delle piattaforme di P2P lending», conclude Livio.