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Una giornata nella capitale del Fintech europeo, Londra. Il fondo di investimento di uno dei colossi bancari più attivi nel ponte fra startup e finanza tradizionale, BBVA. 18 startup che avranno modo di raccontarsi e arrivano da Croazia, Israele, Hong Kong e altre parti del mondo. Non dall’Italia. Oggi, mercoledì 8 luglio, a Wired Money non ci sarà alcuna giovane impresa nostrana.

Se negli ultimi FinTechStage, altra occasione di riferimento per il Fintech che ha toccato Milano e Barcellona, l’Italia ha partecipato ai lavori questa volta manca all’appuntamento londinese. La seconda, dopo il Finovate, organizzato in febbraio (ne abbiamo parlato qui). Ed è un’occasione persa vista la vitalità del nostro ecosistema, che sarebbe stato in grado con più realtà di dare valore aggiunto alla giornata. Ne abbiamo scelte tre: tre startup che, secondo SmartMoney, avrebbero dovuto calcare il palco di Wired Money.

MoneyFarm

Attiva nel settore della consulenza al risparmio, proprio in queste settimane sta organizzando lo sbarco nel Regno Unito ed è stata recentemente citata da Business Insider nella lista delle startup italiane più interessanti.
Cos’ha di interessante da raccontare? La predominanza del lato tecnologico su quello finanziario. In MoneyFarm sono 9 le persone attive dal punto di vista tecnologico e 2 quelle che si occupano di questioni finanziarie.

Satispay

Attiva nel settore degli scambi di denaro via smartphone. È partita in gennaio con più di 5 milioni di euro di sostegno economico e nelle ultime settimane ha siglato un accordo con TotalErg, per pagare il carburante.
Cos’ha di interessante da raccontare?
In Italia ha preceduto Jiffy, l’analoga soluzione che stanno schierando tutte le banche, e a livello globale ha intercettato un trend su cui sta lavorando anche Facebook.

Sardex

È un circuito che permette alle aziende di scambiare beni e servizi senza dover attingere alla moneta corrente. Partito in Sardegna nel 2009, nel 2013 ha superato il milione di fatturato e lo scorso anno è stata selezionata dall’Unione europea per partecipare al programma sperimentale Digipay4growth.
Cos’ha di interessante da raccontare?
L’espansione nel resto d’Italia e fuori dai confini nazionali. La Sardegna è stata punto di partenza e di consolidamento, ma adesso la vera sfida è di riuscire a coinvolgere tutte le regioni entro fine 2015 (come ci ha raccontato qui il co-fondatore Carlo Mancosu).