La startup ha sviluppato una piattaforma dove gli studenti possono scegliersi i tutor e partecipare a lezioni in un’aula virtuale
«Uscito dal liceo avevo già quest’idea in testa: lanciare una piattaforma online dove tutor e studenti potessero incontrarsi per fare ripetizioni, come in un’aula virtuale, con tanto di lavagna tech». Cristiano Scarapucci è il CEO di Schoolr, una delle startup che sta partecipando al percorso di accelerazione di Hubble, programma di Nana Bianca, Fondazione CR Firenze e Fondazione per la ricerca e innovazione dell’Università di Firenze. Fondata nel 2017, l’azienda conta nel team anche Sebastiano Dionisi, Enrico Campagnano e Maurizio Nasso che finora hanno convinto a iscriversi 1500 studenti – dalle scuole medie all’università – tutti seguiti da un corpo docente di 500 tutor selezionati. «Uno dei prossimi obiettivi è lanciare pacchetti di lezioni in abbonamento».
Come funziona Schoolr
Prima di proporli come tutor sulla piattaforma, Schoolr seleziona gli esperti che si candidano a insegnare e tenere le lezioni su qualsiasi tipo di materia. A quel punto sono gli studenti a scegliersi quello più indicato, orientandosi in base alla tariffa e al rating di ciascuno. «La piattaforma – spiega il CEO – offre un’aula virtuale che, grazie alla webcam, permette ai ragazzi di fare esercizi, condividere i compiti di scuola e interagire con i tutor. In sostanza fanno come se fossero uno accanto all’altro. Tutto è in full HD e fruibile da vari dispositivi grazie a un semplice link». La lavagna virtuale sviluppata dalla startup è lo strumento principale e non simula un foglio di carta: «Vogliamo portare gli utenti a studiare in un modo nuovo, offrendo una nuova interazione online».
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Schoolr permette anche di salvare le lavagne per ripetere i vari passaggi fatti con l’aiuto dei tutor. «Dopo un’ora di lezione gli studenti possono scaricare fino a 10 fogli in file JPEG. Presto – annuncia Scarapucci – apriremo anche la funzione di registrazione schermo, così gli iscritti potranno rivedersi il video della lezione per un tot di tempo». Ma quanto costa? Sono i tutor a scegliere la propria tariffa e la startup trattiene una commissione sulla transazione. «Il prezzo della lezione è a discrezione loro. Pensiamo che sia il modo migliore per favorire la concorrenza e migliorare le qualità delle lezioni».
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Dopo il percorso in Nana Bianca, Schoolr punta anche a un aumento di capitale. «Entro dicembre – conclude il CEO – vogliamo aprire un crowdfunding per raccogliere fondi necessari all’evoluzione del progetto». Che non sarà soltanto online, visto che la startup vorrebbe inaugurare anche mini-scuole in varie città. «Qui studenti e tutor si incontreranno ed è un’occasione per incentivare entrambi a utilizzare la nostra piattaforma».