E agli anziani: “Meglio che limitino i contatti fino alla scoperta di una cura”, che però difficilmente sarà pronta “prima di fine anno”
“All’inizio della pandemia, il rischio che l’Unione europea si spezzasse è stato davvero alto”. Lo confessa la stessa Ursula von der Leyen, numero 1 della Commissione europea, in una intervista rilasciata alla testata tedesca Bild nella quale ha ripercorso l’ultimo mese e mezzo, uno dei più drammatici della storia del Vecchio continente, con l’Italia prima lasciata sola ad affrontare l’emergenza sanitaria, poi lasciata sola ad affrontare la ricostruzione. E se almeno la prima fase sembra destinata a essere archiviata nel giro di settimane, per quanto riguarda la seconda l’Unione europea dovrà ancora dare prova di compattezza e solidarietà.
“Ho temuto la disgregazione”
“All’inizio era molto alto il pericolo che l’Ue si spezzasse: c’era una mancanza di solidarietà, ognuno vedeva solo i propri problemi, i confini venivano chiusi senza consultarsi con gli altri”. Von der Leyen però non fa accenno al fatto che attualmente sono 15 (su 26) i Paesi dell’area Schengen ad aver chiuso le proprie frontiere interne per la pandemia. E tra questi figurano diversi fondatori dell’Ue: Germania (che ha blindato le dogane per prima), Francia, Belgio, Finlandia, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Danimarca, Polonia, Lituania, Estonia, Norvegia, Spagna e Portogallo.
La solidarietà europea in azione! @EU_Commission propone una iniziativa europea per la cassa integrazione, SURE, per aiutare i paesi più colpiti dalla crisi, tra cui IT & ES. Per salvare milioni di posti di lavoro e riavviare al più presto il motore dell’economia europea. pic.twitter.com/Qg9H6NkyNv
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) April 1, 2020
“Dopo qualche tempo da quelle chiusure – prosegue von der Leyen – ha cominciato a perdere colpi non solo il traffico merci, i Paesi membri si sono anche accorti che i propri problemi in questo modo peggioravano”. Ora aggiunge la presidente della Commissione europea “si trovano soluzioni che fino a sei settimane fa erano ancora impensabili: così crescono il senso di comunità e la fiducia”.
Ursula von der Leyen
Sul ritorno alla normalità
Il dramma che sta vivendo l’Unione europea è ben raffigurato dai numeri. Per l’agenzia France Presse i morti in Europa sono saliti a quota 75.000, l’80% del totale dei decessi localizzato in Italia, Spagna e Gran Bretagna. Secondo quanto riportano fonti di Bruxelles, von der Leyen in settimana era stata duramente criticata da Giuseppe Conte, Emmanuel Macron e Pedro Sánchez, rappresentanti delle tre nazioni più duramente colpite dal Coronavirus, per il suo annuncio di stilare una roadmap europea di uscita dal lock down, nel tentativo probabilmente di frenare la fuga in avanti di alcuni Paesi, tra cui l’Austria e la Danimarca, che ritorneranno a riaprire le attività commerciali già dal 13 aprile. L’ammonimento dei tre leader la ha costretta a ritirare il documento, perciò ora sul tema sembra molto più cauta: “bisogna procedere con grande attenzione, passo dopo passo”.
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Gli anziani in casa fino al vaccino
Poi si rivolge agli anziani del Vecchio continente: “devono limitare i loro contatti a lungo”, probabilmente “fino a fine anno”. “Dobbiamo rimanere disciplinati ed essere molto pazienti, dovremo imparare a convivere con il virus quando spero sia pronto un vaccino. So – ammette von der Leyen– che la solitudine è difficile e opprimente. Ma sono misure che riguardano la vita”. Per questo “Consiglio di aspettare a prenotare le vacanze estive. Per luglio e agosto attualmente nessuno può fare previsioni affidabili”.