Bonomi: “Sono molto preoccupato. Vedo una politica tutta ripiegata su se stessa e sui suoi dividendi elettorali. E vedo una classe dirigente che sta vendendo ai cittadini una grande illusione: passata la pandemia, tutto torna come prima”
La politica la finisca con le bandierine, i veti e i tabù, perché l’economia versa in una condizione drammatica e tutti i dati a disposizione suggeriscono che la situazione nel prossimo futuro è destinata persino a precipitare. Il mondo delle imprese al gran completo lancia un appello congiunto, scarno ma efficace, all’esecutivo, affinché la smetta con il valzer sul MES e si decida a usarlo. Da Confindustria all’Associazione bancaria italiana (ABI) viene promosso il Next Generation Eu, il Recovery Fund presentato dalla Commissione di Ursula von der Leyen, ma c’è la consapevolezza che se mai vedremo quei soldi (siamo appena all’inizio dell’iter di approvazione dello strumento), sarà comunque troppo tardi.
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Cosa chiede il mondo delle imprese
“Lo stato drammatico e le prospettive molto incerte della nostra economia richiedono interventi forti e immediati per sostenere la domanda di imprese e famiglie e rilanciare gli investimenti pubblici. Per questo esortiamo il Governo, il Parlamento e le forze politiche a utilizzare fin da subito tutte le risorse e gli strumenti che l’Europa ha già messo a disposizione, a partire dai fondi per sostenere i costi diretti e indiretti dell’emergenza sanitaria”. Lo si legge nell’appello sottoscritto da Abi, Alleanza delle cooperative italiane, Ance, Cia-Agricoltori italiani, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confindustria, Copagri. C’è insomma tutto il mondo delle imprese.
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“Non farlo sarebbe una scelta non comprensibile e comporterebbe una grave responsabilità verso il Paese, i suoi cittadini, le sue imprese”. Il MES non viene mai nominato apertamente, ma il riferimento al Fondo salva Stati è palese. Anche perché viene detto che l’altro grande strumento in programma a Bruxelles, il Next Generation Eu, “presentato dalla Commissione europea è rilevante e positivo, anche considerato l’ammontare delle risorse che potrebbero essere destinate all’Italia”. “La cui disponibilità” – viene però sottolineato dal mondo delle imprese – non è però immediata. Il negoziato richiederà, infatti, ancora alcuni mesi, così come sarà necessaria la presentazione da parte del nostro Governo di un solido e credibile piano di riforme per accedere alle risorse”.
Carlo Bonomi
Bonomi: “Politica ripiegata su se stessa”
“Sono molto preoccupato. Vedo una politica tutta ripiegata su se stessa e sui suoi dividendi elettorali. E vedo una classe dirigente che sta vendendo ai cittadini una grande illusione: passata la pandemia, tutto torna come prima”. Ma non è così. O facciamo le riforme vere o il Paese muore. Così il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in un colloquio con La Stampa. “L’Italia ha bisogno di un’Operazione Verità. Bisogna dire davvero come stanno le cose. Questo è un momento tragico per tutti e non eravamo pronti ad affrontarlo. Possiamo uscirne, ma solo se approfittiamo di questa crisi drammatica per cambiare il Paese. Purtroppo, è esattamente quello che non sta accadendo”. “Qui la posta in palio è l’Italia, che dobbiamo ricostruire e rilanciare tutti insieme”. Bonomi sostiene che “in un’emergenza un popolo sta insieme” e che “le istituzioni devono dare il buon esempio”. Purtroppo, questo non sta accadendo e da “cittadino imprenditore” il neo numero 1 di Confindustria si dice molto perplesso e preoccupato.