L’iniezione di capitale è guidata dall’investitore globale nel deep tech Robert Bosch Venture Capital (RBVC). L’open source di Arduino passa dai garage alle grandi aziende
“Eravamo, e saremo sempre, campioni delle soluzioni open source, perché crediamo nell’innovazione dal basso, la cosa più giusta da fare in questo momento in cui il mondo è pieno di disuguaglianze”. Si legge nel blog di Arduino.
Arduino nata nel 2005 all’interno dell’Interaction Design Institute di Ivrea come strumento di facile utilizzo per la prototipazione veloce rivolto a studenti e maker, alza l’asticella per entrare nel mondo delle aziende. Grazie al round di finanziamento di serie B da 32 milioni di dollari guidato dall’investitore globale del deep tech Robert Bosch Venture Capital (RBVC), affiancato da Renesas, Anzu e Arm, la scaleup punta adesso un’altra fetta di mercato: l’espansione all’interno delle aziende. Tracciando un nuovo corso strategico che si focalizza sulle organizzazioni più grandi.
“Gli ingegneri della Gen Z e Millennial sono cresciuti utilizzando le schede Arduino nei programmi STEM in tutto il mondo e si sono abituati all’accessibilità, alla semplicità e alla potenza dell’hardware, del software e dei servizi cloud open source. Ora stanno portando proprio quella esperienza e conoscenza acquisita all’interno delle aziende per cui lavorano”. Ha dichiarato Massimo Banzi, co-founder, Chairman and CMO of Arduino.
L’open source di Arduino: dai garage alle grandi aziende
L’attività di Arduino nel corso degli anni si è ampliata per offrire strumenti per la formazione e per i professionisti. Oggi l’ecosistema Arduino include un’ampia gamma di partner e clienti e ora la scaleup ha puntato a potenziare una nuova generazione di ingegneri professionisti con applicazioni su scala aziendale. L’attuale obiettivo di Arduino è infatti fornire le proprie soluzioni non solo ai maker e agli studenti, ma anche a una nuova generazione di ingegneri professionisti con applicazioni su scala aziendale.
Generazione Z e Millennials insieme costituiscono oltre il 63% della popolazione mondiale e, secondo un recente studio di Engineering.com: la flessibilità del posto di lavoro, la comunicazione in team e i limiti tecnologici degli attuali strumenti di progettazione sono tra le principali preoccupazioni per ingegneri di queste generazioni.
Il passaggio generazionale di Arduino
“Il modo in cui le aziende risolvono le sfide contemporanee e identificano nuove opportunità di business si sta evolvendo rapidamente man mano che una nuova generazione di ingegneri entra nella forza lavoro in numero sempre maggiore. Con questo investimento stiamo sviluppando e offrendo una nuova gamma di soluzioni aziendali per innescare proprio questa trasformazione” ha commentato Fabio Violante, CEO di Arduino.
Per Ingo Ramesohl, amministratore delegato del ramo di venture capital di Bosch: “Arduino ha una comunità mondiale di sviluppatori senza precedenti. L’azienda sta crescendo con successo al di là del settore della prototipazione per diventare il principale abilitatore dell’Iot industriale”.
Anche Chris Allexandre, vice presidente di Renesas Electronic, sottolinea questo passaggio generazionale di Arduino, che “ha l’opportunità unica di espandere la sua già solida comunità di ingegneri per includere il mercato delle imprese, tanto da avere il potenziale di diventare una piattaforma aziendale dirompente”.
Ricordiamo che la sede legale di Arduino è a Lugano in Svizzera, ma dei 149 dipendenti la maggior parte si trova in Italia. Il 95% della produzione è tra Ivrea e Biella e una presenza importante si trova Malmo, in Svezia, dedicata a prodotti education, e in altri paesi, tra cui gli Stati Uniti.