I progressi nelle tecniche di sequenziamento del DNA permettono oggi di monitorare il microbiota, alla ricerca di possibili segnali di malattia.
Accanto ai circa dieci trilioni di cellule umane, ci sono 90 trilioni di cellule nel nostro corpo che non sono realmente “noi” – ma che vivono insieme a noi. I ricercatori dello Human Microbiome Project hanno dimostrato come questi microbi, collettivamente, contengano più di cento volte il numero di geni presenti nel nostro genoma e contribuiscano significativamente alla nostra salute. Nel tratto gastrointestinale, per esempio, i batteri contribuiscono alla generazione di nutrienti essenziali e ci aiutano a digerire cibi altrimenti difficili da assimilare. Ma essi possono anche metabolizzare i farmaci che assumiamo, diminuendo la loro efficacia o addirittura sintetizzando sottoprodotti tossici. Si ritiene che la funzione del microbiota sia così essenziale che in molti, recentemente, lo hanno definito “l’organo invisibile”.
I progressi nelle tecniche di sequenziamento del DNA permettono oggi di monitorare il microbiota, alla ricerca di possibili segnali di malattia. E’ possibile che in futuro non troppo lontano analisi di questo tipo siano effettuate quotidianamente su ciascuno di noi, grazie a sistemi di “smart toilet”, evoluzione naturale di quelli che hanno iniziato ad essere prodotti in Giappone per l’esame delle urine. Nel frattempo, tuttavia, il progetto Underworlds del MIT Senseable City Lab si propone di monitorare virus e batteri su scala urbana. Una grande riserva di informazioni valide riguardanti la salute e le abitudini umane è contenuta infatti nel sistema fognario: esaminando le acque reflue di una città è possibile sviluppare una rete di biosensori per raccogliere informazioni rilevanti per la salute dei cittadini.
Underworlds si propone in un certo senso di decodificare la “firma biologica” delle città, raccogliendo dati che possono estendere i confini dell’epidemiologia. E’ possibile ad esempio immaginare un sistema che permetta di rilevare un’epidemia – pensiamo all’influenza – prima che i suoi effetti siano avvertiti dall’intera popolazione (quando invece è solo identificabile in nuce, come piccoli frammenti di DNA nel sistema fognario). Più in generale, Underworlds vorrebbe fornire a politici e ricercatori una piattaforma di dati aperta e interdisciplinare per studiare la salute urbana. Estendere il sistema nervoso digitale dei nostri ambienti fino alle profondità del sottosuolo urbano ci potrebbe aiutare a fare luce sia sulla storia del mondo che vive dentro di noi – sia su quella del mondo in cui noi viviamo.”
(con Carlotta Sillano)