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Il fine giustifica i mezzi? Si discute (anche) di questo da ieri, quando la rivista Newsweek ha pubblicato l’indagine della giornalista Leah McGrath Goodman sull’identità del fondatore di Bitcoin (ne abbiamo scritto qui). Goodman ha scovato in California un informatico giapponese 64enne che sarebbe riconducibile a Satoshi Nakamoto, fantomatico inventore della crittomomenta.

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Adesso si fa chiamare Dorian S. Nakamoto e i suoi parenti hanno in qualche modo, mai diretto, fatto capire che potrebbe essere davvero la mente dietro il circuito che tanti problemi sta affrontando nelle ultime settimane (qui gli ultimi sviluppi). Goodman ha ricostruito l’indagine con dovizia di particolari e fotografie, dando in pasto al mondo intero la vita privata e quotidiana di Nakamoto. Scatti della sua abitazione, della macchina e ovviamente del suo volto e informazioni precise sulla sua situazione attuale. Il tutto tenendo conto del fatto che l’identità del fondatore di Bitcoin fa gola a molti: si pensa che Nakamoto, chiunque esso sia, un singolo o una comunità, sia in possesso di una somma consistente di crittomonete. A chi le ha chiesto su Twitter conto della sua scelta la giornalista ha risposto che le informazioni erano già pubbliche.

 

Sul forum BitcoinTak, punto di riferimento per la community, gli utenti si scagliano contro l’articolo scrivendo che non ci sono prove del fatto che il Nakamoto californiano abbia davvero inventato Bitcoin. Anche Gavin Andresen, lo sviluppatore che viene chiamato più volte in causa nel pezzo, ha preso le distanze dal lavoro di Goodman, puntando il dito contro la decisione di mettere in piazza la privacy del 64enne.

Nakamoto intanto ha deciso di prendere il toro per le corna. Se con Goodman è stato poco loquace, con l’Associated Press è stato molto chiaro: “Da quello che è venuto fuori sembra che io ho avuto a che fare in passato con Bitcoin e adesso ne sono fuori. Non è quello che volevo dire. Ci tengo a precisarlo”. “Non ho niente a che fare con Bitcoin”, ha ripetuto più volte. E ha precisato di non aver mai sentito parlare di Andresen facendo riferimento più volte alla moneta come Bitcom e non come Bitcoin. “Per quanto tempo durerà questo trambusto?”, ha chiesto alla fine. Visto l’interesse che si è scatenato attorno alla vicenda è probabile che dovrà aspettare ancora un po’. Chiunque esso sia.