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L’esoscheletro tech della startup Proteso arriva in aiuto a 3 su 5 lavoratori che dichiarano di essere afflitti da lombalgie e problemi del rachide. L’intervista a Stefano Toxiri, CEO di Proteso
Nel mondo sono circa 1.7 miliardi le persone affette da disturbi muscolo-scheletrici secondo i dati dell’OMS riferiti all’anno 2021. Questo tipo di disturbi rappresenta non solo una priorità per la sanità pubblica, ma la principale causa di disabilità nel mondo. Per un terzo – circa 568 milioni di persone – hanno a che fare con la lombalgia (mal di schiena) e le malattie che coinvolgono il carico del rachide sono le più diffuse. Oggi, a fare la differenza sono la ricerca e la tecnologia, con soluzioni innovative incentrate sulla prevenzione e sul miglioramento della qualità della vita dei soggetti più a rischio di sviluppare queste patologie. All’interno dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova è nata Proteso, una startup che ha messo a punto un esoscheletro collaborativo dotato di motori, sensori e algoritmi che supportano le capacità fisiche del lavoratore nello spostamento manuale dei carichi, contribuendo a ridurre le patologie da sovraccarico.
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Quanti europei e italiani soffrono di disturbi muscolo-scheletrici?
Movimenti ripetitivi, postura seduta prolungata, sollevamento di carichi pesanti sono i principali fattori di rischio che contribuiscono alla comparsa di questi disturbi. E le conseguenze possono essere anche gravi: da una presenza ridotta a lavoro sino alla scelta del prepensionamento; da una minore partecipazione alla vita sociale a una scarsa qualità della vita in generale. In Europa questi disturbi pesano sulla sanità per 240 miliardi di euro (pari a circa il 2% PIL) e tra il 40 e il 50% si tratta di patologie correlate al tipo di lavoro svolto. Sono circa 3 su 5 i lavoratori che dichiarano di essere afflitti da questo tipo di disturbi, di cui il 67% over 55. In particolar modo, i settori lavorativi a maggior rischio sono quelli dell’edilizia, della logistica, dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca. E, in Italia, purtroppo il disturbo è in costante crescita. Se nel 2008, infatti, le persone affette da DMS (disturbi muscolo-scheletrici) erano il 40% della popolazione, nel 2020 sono salite al 70% (secondo i dati diffusi da INAIL nel 2021). Oltre il 45% ha dichiarato di soffrire di mal di schiena; più del 39% di dolori muscolari alle spalle e agli arti superiori e il 32% di dolori agli arti inferiori (fonte: indagine conoscitiva INSULA).
Abbiamo intervistato i componenti del team di Proteso che recentemente hanno concluso il percorso di accelerazione con B4I – Bocconi for innovation – e presto entreranno a far parte del network che ruota attorno a questa realtà innovativa.
Proteso, la startup che aiuta a prevenire i disturbi muscolo-scheletrici
“La nostra attività di ricerca e sviluppo è iniziata nel 2013 all’interno dell’IIT con il primo prototipo di esoscheletro che oggi, maturato fino alla sua quinta generazione, è alla base del prodotto che Proteso sta portando sul mercato – spiega Stefano Toxiri, ingegnere biomedico e CEO di Proteso – L’idea si è, poi, trasformata in un’iniziativa imprenditoriale che è, successivamente, stata presentata ad aziende potenzialmente interessate. In particolar modo, il nostro target è rappresentato da imprese che lavorano, soprattutto, nei settori della manifattura, della logistica, nel comparto alimentare, nei prodotti chimici, nell’e-commerce e negli aeroporti. A partire dal 2017, INAIL ha fatto squadra con l’IIT, finanziando l’attività di ricerca e sviluppo del gruppo XoLab dal quale nasce Proteso, così è iniziata la collaborazione con l’istituto di tutela dei lavoratori, con cui l’IIT sta per concludere il secondo ciclo ciclo triennale”. Queste attività di ricerca stanno producendo numerosi altri tipi di esoscheletri e tecnologie che potranno nei prossimi anni maturare fino a raggiungere il mercato come futuri prodotti di Proteso. A far parte del team Proteso, oltre a Stefano, ci sono gli ingegneri nella Ricerca e Sviluppo Christian Di Natali, Tommaso Poliero, Matteo Sposito e il chairman Mauro Odorico, business mentor esperto in venture capital che ha dato una spinta all’avvio dell’attività imprenditoriale di Proteso. “Oggi stiamo svolgendo progetti con diverse aziende. L’assenteismo è uno dei problemi principali che si presenta in seguito allo sviluppo di questo tipo di disturbi, generando impatto sia sull’attività e la salute della persona che sui costi aziendali. Proteso permette di ridurre l’affaticamento della schiena agendo come strumento preventivo per quei lavoratori che potrebbero sviluppare queste patologie o per coloro che già le hanno avute in passato e, pertanto, sono considerati più a rischio. L’esoscheletro si presenta come uno zainetto che si aggancia sulle gambe e incide sull’azione dei muscoli e le sollecitazioni che, a lungo andare, potrebbero causare lombalgia ed ernie discali”. Si tratta, nello specifico, di un un esoscheletro collaborativo indossabile, realizzato con materiali leggeri e dotato di motori, sensori e algoritmi tecnologicamente avanzati, che supporta le capacità fisiche dell’operatore nello spostamento manuale dei carichi in modo automatico, predicendo i movimenti.
“Oggi circa un quinto della popolazione mondiale è affetta da problemi di schiena; 165 milioni a livello europeo e un terzo di queste sono a rischio – continua il CEO di Proteso – Proteso agisce allo scopo di ridurre lo sforzo fisico necessario per sollevare un dato carico. Per fare un esempio: in un aereo ci sono 100 valigie, ognuna pesa 20 kg. e l’addetto ai bagagli ha 20 minuti per caricarne 100. Il conto dei chili che deve spostare in un brevissimo lasso di tempo è presto fatto: 2000 chili in 20 minuti. Con l’esoscheletro di Proteso, la sollecitazione si riduce di oltre un terzo; a seconda di come risponde l’individuo. Investire in questo tipo di prevenzione è una buona idea, ma spesso viene trascurata. Stiamo parlando di un esoscheletro motorizzato che, grazie a motori elettrici di cui è dotato e a una serie di algoritmi, regola i movimenti della persona e interviene al momento opportuno senza incidere sulla naturalezza con cui la persona lo utilizza. Nel momento in cui si compie uno sforzo maggiore, Proteso si attiva”. Un’iniziativa che è frutto di un grande lavoro sia a livello informatico che di design e biomeccanica. “Si tratta di un esoscheletro che apprende dai movimenti della persona e non li impone – precisa Stefano – È la tecnologia al servizio della persona, e non viceversa”.
“È la tecnologia al servizio della persona, e non viceversa”
Quali i prossimi obiettivi di Proteso?
“Al momento stiamo svolgendo progetti pilota in collaborazione con aziende specializzate nei settori precedentemente elencati, – conclude il CEO di Proteso – Ci stiamo concentrando sull’affitto degli esoscheletri come canale preponderante per l’adozione che prevedrà un noleggio operativo completo. Grazie al percorso di accelerazione con B4i, abbiamo strutturato meglio il nostro approccio commerciale e siamo entrati in contatto con altre startup. B4i ci ha aiutati anche nei grant, con gli investimenti, ma ancora più importante è stata la possibilità di aprirci al proprio network e competenze. A breve lanceremo anche un round di raccolta di capitale per supportare la nostra crescita aziendale”.