Non ha fine l’odissea per le startup dello sharing. Contro la norma varata da Toninelli si scaglia l’assessore all’urbanistica del comune di Milano: “Grave danno per le startup e per il turismo italiano”
Il primo decreto che regolerà in Italia la sperimentazione della micromobilità elettrica è pronto (si attende soltanto la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale), ma il lungo iter normativo che disciplina la circolazione di monopattini elettrici, segway, hoverboard e monowheel non è, comunque, ancora giunto al termine.
Maran: “Legge sui monopattini sembra uscita da Lercio”
Uno dei più convinti detrattori della norma che sta facendo penare le startup del settore è senza dubbio Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica del Comune di Milano, che qualche giorno fa sulla sua pagina Facebook aveva scritto: “Monopattini elettrici: l’Italia arriva per ultima e scrive le leggi più stupide. Non è lercio, ma Toninelli. Un palo con cartello per ogni strada dove è autorizzato circolare”. “Grazie a un provvedimento del Parlamento – aveva motivato – si è dato mandato entro 60 giorni (più di 6 mesi fa) al Ministro Toninelli di fare un regolamento attuativo per consentirne l’uso, in forma sperimentale. Ora questo regolamento c’è. Non si fa in tempo a gioire per la notizia che, leggendolo vengono confermati tutti, ma proprio tutti, i pregiudizi su Toninelli”.
Quindi Maran aveva spiegato: “Se devo scegliere la cosa più incredibile è questa: i Comuni con delibera di giunta decidono in che strade possono circolare (e fin qui tutto bene, isole pedonali, zone 30, corsie ciclabili, probabilmente non vie ad alto scorrimento). Dopo la delibera devono mettere apposita segnaletica nelle strade dove è possibile andare in monopattino. Cioè in strade di pali, pali, pali (e togliere quelli esistenti è un casino), dovremmo mettere un nuovo palo per via per dire nel cartello che si può andare in monopattino. Poi si prosegue. I monopattini li usano i maggiorenni (anche senza patente) e i minorenni con patente categoria am, obbligo di indossare giubbino catarinfrangente di sera, di montare un clacson. Insomma se volevamo dimostrare non solo di essere ultimi, ma di saper scrivere la legge peggiore… eccoci!”
Nuova perdita economica per le startup
“Se i Comuni non disciplineranno le regole per la circolazione su strada in tempi brevi, le aziende di micromobilità che hanno investito nello sharing rischieranno di dover attendere addirittura la fine dell’estate per poter far circolare i mezzi”, avverte Maran, parlando con StartupItalia. “Questo comporta – aggiunge l’assessore del comune di Milano, la città più attiva d’Italia nel fornire i servizi sharing – non solo un grave danno per le stesse imprese di mobilità, ma anche per quanto riguarda la competitività turistica italiana rispetto ad altri paesi dove i mezzi sono già da tempo in circolazione. A differenza del bikesharing, ad esempio, le procedure di registrazione per prendere il monopattino a noleggio sono molto più veloci e si concludono nel giro di pochi minuti”.
Il nuovo affondo a Toninelli
Colpa dei ritardi, da parte del Ministero, della messa a punto del decreto, che era atteso nel mese di marzo per consentire alle aziende di partire con la sperimentazione nella stagione primaverile. E Maran attacca ancora il ministro Toninelli: “Questa norma sembra tutelare più il Ministero stesso che i cittadini. Molti punti del decreto sono, infatti, inutili e comportano un notevole, ulteriore, carico burocratico e organizzativo per i Comuni”.
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Le lacune nel decreto secondo Maran
Attualmente, la bozza di decreto inviata agli amministratori comunali e prevista nella Legge di Bilancio 2019 disciplina le seguenti regole per la circolazione di monopattini elettrici, segway, hoverboard e monowheel prevede diversi passaggi che Maran ritiene critici. Ce li siamo fatti spiegare punto per punto:
- I mezzi dovranno circolare esclusivamente in ambito urbano e solo in spazi dedicati (piste o corsie) appositamente segnalati con cartellonistica stradale. “Su questo punto non sono d’accordo – afferma l’assessore Maran – Questo significa, per i Comuni, un enorme lavoro, tra togliere i pali già esistenti e metterne di nuovi per segnalare la presenza dei mezzi”. Inoltre, sulle piste ciclabili e in aree “promiscue”, dove circolano sia biciclette sia pedoni, e nelle zone 30, gli unici due dispositivi per la mobilità elettrica autorizzati a circolare sono segway e monopattini
- Gli utenti che condurranno i mezzi in sharing devono essere maggiorenni o minori in possesso di patente AM. Non possono trasportare oggetti o passeggeri e, nelle ore notturne devono indossare il giubbetto o le bretelle retroriflettenti. “Il giubbetto non è necessario, dato che è già stata stabilita l’obbligatorietà, per il mezzo circolante, di luce anteriore bianca o gialla fissa e catarinfrangenti rossi o luce rossa fissa, altrimenti deve essere condotto a mano – rileva l’assessore Maran – Inoltre, il giubbetto non viene fornito con il mezzo e deve essere l’utente stesso a procurarselo”. Il mezzo, non dotato di sedile perché deve essere condotto esclusivamente in piedi, deve disporre, obbligatoriamente, di clacson.
Le amministrazioni comunali che decidono di aderire alla sperimentazione devono comunicarlo al Ministero entro 30 giorni dall’adozione del provvedimento ed emanare, successivamente, un’apposita ordinanza, previa individuazione di infrastrutture stradali o parti di strada adeguate alla circolazione di questi mezzi.
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Dovranno anche prevedere aree di sosta dei veicoli nei punti di maggior scambio e traffico per facilitarne l’utilizzo ed evitare rischi per l’incolumità altrui.
Un vero e proprio percorso a ostacoli per i Comuni e, soprattutto, per i monopattini elettrici. Speriamo che le amministrazioni riescano a mettersi in regola almeno in tempo per l’estate.