Un kit che permette di trasformare la propria bici in una smart bike. Oltre a fornire informazioni su distanza e velocità, soprattutto commuta l’attività fisica in punti da spendere nei negozi
Pin Bike (qui il sito) è una startup pugliese con l’obiettivo di incentivare economicamente l’utilizzo della bicicletta in ambito urbano, promuovendo la mobilità sostenibile coinvolgendo le amministrazioni locali e le attività commerciali. E’ un’iniziativa di gamification che, tramite una raccolta punti da convertire in beni da spendere nei negozi della zona, coinvolge direttamente il ciclista e crea un legame con il territorio.
Come è nata l’idea di Pin Bike
Nico Capogna, CEO di Pin Bike, racconta a StartupItalia come è nata l’idea: “Quattro anni fa vado a trovare un amico che abita a Liegi in Belgio e scopro con piacere, da ambientalista, che lui guadagna 50 euro al mese per il semplice fatto di andare al lavoro in bicicletta. Scopro anche che non ci sono controlli sul reale percorso fatto ogni giorno ma è il datore di lavoro stesso che garantisce che lui faccia il percorso in bici”.
“A quel punto – prosegue il numero 1 di Pin Bike – pensando di importare l’idea dell’incentivo economico in Italia mi è venuto in mente di creare Pin Bike con l’obiettivo di certificare gli spostamenti, con un sistema antifrode che rilasci incentivi economici. In Belgio incentivi economici ci sono da 12 anni, in Francia da 3 anni. Lo stanno attivando addirittura in Olanda, per cercare di convincere i pochissimi, si parla di 15.000 persone, che ancora non usano la bici come mezzo di trasporto. In Italia ci sono solo due città che rilasciano incentivi: Cesena, dove 200 utenti usano un’app per tracciare gli spostamenti, con controlli fatti in manuale visto il basso numero di utenti registrati e Bari, dove è invece attiva una sperimentazione con mille utenti e qui i controlli non sono semplici”.
Come ci racconta Capogna, barare utilizzando una app che traccia il percorso è infatti molto semplice, si può andare in auto a 20 all’ora, la velocità di una bici o per i più geek utilizzare un’app che simula il tracciato del GPS e carica quindi chilometri percorsi senza sforzo.
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Pin Bike ha invece brevettato un device che certifica la distanza percorsa da applicare alla bicicletta, un dispositivo grande come una moneta, leggerissimo e facilmente posizionabile. Questo è, secondo l’inventore, l’unico sistema infallibile, personalizzabile e certificante per il monitoraggio e il rilascio dei buoni mobilità. Il brevetto proprietario si basa su un dispositivo hardware antifrode, da applicare sul mezzo, che permette di certificare gli spostamenti in bicicletta nelle tratte generiche e in quelle casa/scuola e casa/lavoro, comunicando con un’apposita app per smartphone.
I vantaggi di una amministrazione comunale
In molte città ci sono servizi di bike sharing, sia pubblici che privati. A differenza di Milano dove il servizio di bike sharing funziona bene e da molto tempo, in molte città del Sud, ci racconta Capogna, dopo i primi mesi di avvio spesso le rastrelliere e i mezzi stessi venivano vandalizzati o rubati e i Comuni erano costretti a rifinanziare il servizio. Ma Pin Bike parte dalla constatazione che ognuno ha già una bici di proprietà, le persone vanno solo educate ad usarla di più.
Quello che propongono alle amministrazioni locali è quindi di investire il 20% di quello che spenderebbero per impiantare da zero un servizio di bike sharing per finanziare la piattaforma Pin Bike e il restante 80% destinarlo agli incentivi economici agli utenti.
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L’amministrazione in questo modo ha il vantaggio aumentare la mobilità sostenibile con evidenti vantaggi ambientali ma anche di poter dialogare direttamente con gli utenti registrati, mandare notifiche, organizzare eventi dedicati, grazie alla piattaforma digitale che gestisce il sistema.
Cosa più importante, che viene molto apprezzata dagli amministratori locali, è che l’incentivo economico guadagnato dai ciclisti deve essere speso nei negozi locali, incentivando così il commercio di prossimità spesso schiacciato dall’e-commerce e dalla grande distribuzione, aumentando così il valore degli incentivi che vengono reinvestiti localmente. Questo inoltre avvicina i commercianti ai ciclisti, che diventano così clienti e non saranno più visti come un ostacolo in città alla circolazione delle auto e quindi al commercio, come spesso accade.
I vantaggi per le grandi aziende
Rispetto dell’ambiente e sostenibilità sono questioni diventate importanti nell’opinione pubblica: investire in mobility management e preoccuparsi di rendere gli spostamenti più sostenibili può portare vantaggi: migliore accessibilità all’azienda, riduzione dei costi legati ai servizi di parcheggio, migliori rapporti con gli abitanti dell’area, più parcheggi, meno rumore, meno incidenti, riduzione dei costi dei trasporti organizzati dall’azienda, minore stress psicofisico da traffico, immagine aziendale attenta alle problematiche ambientali, filosofia aziendale basata sulla cooperazione.
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Il sistema proposto prevede la raccolta punti non solo con l’uso della bicicletta ma anche tramite car pooling, condividendo i passaggi in auto tra colleghi. In questo caso più l’auto è piena, più punti si guadagnano. Il team Pin Bike offre un supporto per avviare il servizio e un help desk sempre disponibile, così da garantire libertà e flessibilità agli utilizzatori e usufruire di un servizio altamente personalizzato.
Dietro la startup
L’idea è nata a fine 2017 da Nico Capogna che si definisce ciclo-attivista. E’ a Roma dove ha vissuto per un periodo dove ha scoperto la bicicletta, costretto dalla mancanza di mezzi pubblici adeguati, ma ora non potrebbe più farne a meno nonostante la difficoltà di muoversi in bici su e giù per i colli e in mezzo al traffico, ‘una giungla’ come la definisce. Nel team c’è il socio Davide che si occupa della parte amministrativa.
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Per il software hanno scelto di farsi affiancare da professionisti per partire subito nel migliore dei modi, evitando problemi tecnici. La prima fetta di finanziamento di 30.000 euro è arrivata da PIN – Pugliesi Innovativi Regione Puglia l’iniziativa riservata ai giovani sotto i 35 anni che finanzia e accompagna i progetti innovativi con le risorse del Fondo Sociale Europeo – PO Puglia 2014/2020 Azione 8.4 e del Fondo per lo sviluppo e la Coesione. Il resto della cifra per arrivare ai 110.000 euro necessari per arrivare alla fase operativa è arrivato grazie a finanziamenti bancari e direttamente dalle tasche dei due soci.
I prossimi passi
Dopo numerosi riconoscimenti, tra cui il premio del ‘Forum PA for sustainability 2018’, Pin Bike è ora arrivo nel comune di Corato in provincia di Bari, la città di Capogna. A brevissimo è prevista la partenza a Bari e sta partendo anche ad Andria e Bisceglie. Ci sono inoltre contatti in corso con altre città come Fabriano, Molfetta e Cremona ma non mancano le metropoli come Torino, Napoli e Roma.
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Ora il progetto è nella fase di consolidamento, l’obiettivo è dopo Bari di arrivare a due grandi città. Vedremo se Roma e Milano vorranno appoggiare questa idea che potrebbe fare la differenza.