Niente più sharing finché il Comune non varerà le linee guida. Il servizio prima di allora verrà considerato “abusivo”
Non c’è proprio pace per i monopattini elettrici in sharing. Dopo il parto, lungo e difficile, del decreto del ministero dei Trasporti che ne autorizza la circolazione incardinando la micromobilità elettrica nel ben più complesso corpus normativo che regola il trasporto su strada, ora arriva – forse prevedibilmente – l’altolà del Comune di Milano, la piazza principale quando si parla di trasporto a noleggio, alle sette startup di monopattini che hanno già iniziato a operare nel capoluogo. Cosa è successo?
Milano vieta i monopattini?
No, quella dell’amministrazione cittadina non è certo una guerra al mezzo ecologico, sia chiaro. Semplicemente, il Comune è ancora in attesa delle linee guida per permettere ai monopattini elettrici di circolare in sicurezza. Di chi li conduce e dei pedoni, principalmente.
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L’esempio parigino ricorda che il mercato deve essere normato con cura. Ma l’estate, si sa, è la stagione migliore per gli affari con lo sharing dei monopattini e le sette startup che operano su Milano (Helbiz, Lime, Bird, Govolt, Dott, Tier e Circ) non hanno voluto perdere tempo, riempiendo le vie cittadine dei loro coloratissimi mezzi a noleggio. Adesso hanno più poche ore per ritirarli tutti.
Cosa ci aveva detto Maran
Al momento in giro per il capoluogo lombardo è ancora possibile trovare decine e decine di monopattini. Non sappiamo se le startup abbiano deciso di sfidare la diffida. Quel che è certo è che, alla luce di quanto sta accadendo, sembrano profetiche le parole che l’assessore all’Urbanistica del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, aveva rivolto proprio a StartupItalia qualche mese fa: «Se i Comuni non disciplineranno le regole per la circolazione su strada in tempi brevi, le aziende di micromobilità che hanno investito nello sharing rischieranno di dover attendere addirittura la fine dell’estate per poter far circolare i mezzi».
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«Questo comporta – aveva poi aggiunto l’assessore del comune di Milano, la città più attiva d’Italia nel fornire i servizi sharing – non solo un grave danno per le stesse imprese di mobilità, ma anche per quanto riguarda la competitività turistica italiana rispetto ad altri paesi dove i mezzi sono già da tempo in circolazione. A differenza del bikesharing, ad esempio, le procedure di registrazione per prendere il monopattino a noleggio sono molto più veloci e si concludono nel giro di pochi minuti».
La situazione attuale
Attualmente, i monopattini possono circolare solo nelle aree pedonali, con non poco fastidio e disagio per i pedoni. Una volta che il comune avrà montato la segnaletica verticale e disegnato quella orizzontale, invece, saranno liberi di circolare nelle aree del centro, a velocità controllata (le zone 30), sulle ciclabili e ciclopedonali.
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L’intenzione delle sette startup di precorrere i tempi e il fatto che l’uso del monopattino elettrico non sia al centro di lezioni a scuola guida ha già creato non pochi problemi alla viabilità meneghina da quando i primi mezzi sono apparsi sui marciapiedi, disponibili al noleggio. Fonti di Palazzo Marino parlano di una cinquantina di contravvenzioni elevate nell’ultimo mese e di una lunga sequenza di situazioni di pericolo: turisti fermati mentre provavano ad attraversare a bordo del mezzo elettrico la Galleria Vittorio Emanuele II, ragazzi che viaggiano in due sullo stesso e-scooter, per non parlare delle lamentele per i monopattini abbandonati ovunque, soprattutto in mezzo al marciapiede e che hanno già causato la caduta di diversi pedoni. Se queste sono le premesse è ovvio che l’attesa apparizione della segnaletica e delle linee guide potrà fare ben poco dato che a mancare è il buonsenso di chi li guida.