In collaborazione con |
La nostra intervista a Cristian Chizzoli, neo presidente della Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore
Abbiamo incontrato Cristian Chizzoli, neo presidente della Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, già direttore del Master in Marketing e Comunicazione MiMeC-Bocconi e membro del Consiglio di Amministrazione di Fondazione Housing Sociale e di FSI sgr, per provare a capire come negli ultimi anni si stia evolvendo in Italia l’ecosistema impact (qui per approfondire) dal lato dell’offerta e della domanda: nuovi attori, strumenti e opportunità per startup e imprese, in termini di accesso agli investimenti.
Cristian Chizzoli, neo presidente della Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore
Quale direzione ha intrapreso l’impact investing, intervista a Cristian Chizzoli
StartupItalia: Come nasce la Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore?
Cristian Chizzoli: Con un nome esteso, quanto le radici che affonda nella storia contemporanea. Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, infatti, raccoglie l’eredità e l’esperienza maturata da 2 importanti realtà filantropiche: Fondazione Opere Sociali – istituita negli anni ’50 per offrire servizi assistenziali agli anziani e formazione scolastica ai giovani – e Fondazione Giordano Dell’Amore – nata negli anni ’60 a Milano, come Centro per l’Assistenza Finanziaria ai Paesi Africani (Finafrica), per volere dell’emerito prof. Giordano Dell’Amore (1902-1981). Dal 2017 è il braccio strategico e operativo di Fondazione Cariplo nell’ambito degli investimenti a impatto ed è dedicata alla promozione della cultura dell’impact investing in Italia. Una mission che si traduce operativamente in un’attività integrata di divulgazione, advisory e investimento rivolta a startup e imprese a impatto sociale, ambientale e culturale e che riteniamo necessaria per sostenerel’ecosistema dell’imprenditoria sociale innovativa.
StartupItalia: Come può l’impact investing costituire un fattore di sviluppo trainante per l’innovazione e le start-up in Italia?
Cristian Chizzoli: La capacità dell’ecosistema di innescare processi di innovazione reali e sostenibili dipende tanto dal contributo dei grandi investitori, quanto dall’attività di soggetti che, come Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, operano in modo capillare su tutto il territorio italiano. Attori essenziali per lo sviluppo dell’ecosistema, in quanto capaci di offrire competenze e capitale paziente a iniziative imprenditoriali spesso al di fuori del radar degli investitori tradizionali e di farlo nel corso del loro intero ciclo di sviluppo: un percorso di accompagnamento che va dallo stadio embrionale dell’idea o start-up, fino all’impresa più strutturata. Solo con questo approccio, a mio avviso, l’impact investing potrà favorire un’innovazione sociale efficace, sostenibile, capillare ed equa: un acceleratore per il sistema-Paese.
Cristian Chizzoli, neo presidente della Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore
StartupItalia: Gli impact investors, in genere, sono soddisfatti del ritorno economico e dell’impatto dei propri investimenti?
Cristian Chizzoli: Nel 2018, il totale delle risorse finanziarie gestite con logiche di impact investing nel mondo ha raggiunto quota 502 miliardi di dollari, oltre il doppio rispetto al 2017. Dei 502 miliardi di dollari, circa 2/3 sono gestiti con un approccio “finance first”, con obiettivi di rendimento di mercato, e 1/3 con un approccio “impact first”, in cui l’obiettivo di rendimento è inferiore ai tassi di mercato o orientato alla preservazione del capitale – come nel caso della nostra Fondazione. In Italia, invece, secondo la ricerca Tiresia Social Impact Outlook 2018, sono €210 milioni gli asset di gestori e investitori italiani che rispondono a logiche di impact investing “impact first”.
Di recente, da un’indagine condotta dal Global Impact Investing Network (Giin) su un campione di 266 investitori, risulta che il 98% dichiara di avere raggiunto i propri obiettivi d’impatto, mentre il 91% afferma di aver conseguito i ritorni finanziari attesi. Credo che chi investe con logiche impact (Fondi, Fondazioni, Investitori istituzionali e non) in generale, abbia un approccio differente dai venture capitalist tradizionali e che sia più predisposto ad accettare il rischio di un rendimento esiguo a fronte di un impatto sociale significativo.
Leggi anche: Impact investing: trend italiani e internazionali
StartupItalia: Come investe in concreto la Fondazione?
Cristian Chizzoli: La Fondazione ha un approccio istituzionale all’impact investing: l’attività di investimento diretto e indiretto del proprio patrimonio è infatti finalizzata alla crescita del settore e alla promozione dell’innovazione sociale. Al fine di massimizzare il potenziale addizionale del nostro intervento, operiamo con un approccio assimilabile al “social venture capital”, investendo tipicamente con partecipazioni di minoranza e obiettivi di rendimento calmierati su orizzonti temporali di medio-lungo periodo. Talvolta, in funzione della forma giuridica delle società che si candidano per un investimento, ricorriamo a strumenti finanziari partecipativi o ibridi.
Ad oggi, abbiamo investito un totale di 3,3 milioni di euro – 5 iniziative in portafoglio – e supportato oltre 25 startup. Ogni giorno il nostro impact investing team è impegnato nell’analisi preliminare di iniziative di imprenditori e giovani startupper – circa 500 negli ultimi 3 anni – che si candidano per un investimento direttamente attraverso l’apposito form di candidatura presente sul nostro sito.
StartupItalia: Come nasce Get it!, il percorso di valore dedicato alle startup?
Cristian Chizzoli: Da una constatazione abbastanza diffusa tra gli attori dell’ecosistema impact: la presenza di un’offerta di capitale strutturata, che talvolta fatica a dialogare con una domanda esigua o “poco preparata”. Un paradosso, direi, e al tempo stesso una sfida che le parti in gioco devono accogliere, in modo condiviso, nella ricerca di soluzioni adeguate. Il settore dell’impact investing, infatti, risente di un enorme problema di readiness, rispetto alla capacità dei soggetti coinvolti, dal lato della domanda, di rendersi investibili in una logica di tipo impact. Ad oggi, infatti, risulta ancora esigua la presenza di modelli di intervento capaci di generare valore sociale in modo economicamente sostenibile. Non è quindi possibile immaginare un percorso di sviluppo in cui l’offerta di risorse – il c.d. “capitale paziente” – non sia affiancata da iniziative capacity building rivolte all’ecosistema dell’imprenditoria sociale. Partendo da questa consapevolezza, Fondazione Social Venture GDA ha dato vita a Get it!: un programma realizzato con il prezioso supporto di Cariplo Factory, che attraverso l’offerta di percorsi di incubazione/accelerazione e mentorship, intende creare le condizioni ideali per permettere a nuove start-up sociali, anche nella fasi iniziali di sviluppo, di germogliare e crescere, rendendosi investibili in una logica di impact investing. A oggi, attraverso le 5 Call For Impact tematiche – KETs, Food, Mobility, Job Opportunities, Empowerment femminile etc. – realizzate insieme a Cariplo Factory, abbiamo ricevuto 434 candidature sulla piattaforma, offerto circa 25 percorsi di incubazione/accelerazione e mentorship (3+3 mesi) a start-up, consentendo alla Fondazione di investire, al momento, 70.000 euro in due iniziative molto promettenti: Veinshow (dispositivo medico per prelievi del sangue e rilevazione dei parametri vitali) e Beltmap (navigation device a supporto degli ipovedenti).