Una cifra simile non si era mai vista nel Paese. La struttura aprirà nel 2027
Secondo il Primo ministro Benjamin Netanyahu si tratta dell’investimento più cospicuo mai aggiudicatosi da Israele: 25 miliardi di dollari. Intel, gigante americano dei semiconduttori, ha raggiunto un accordo per costruire un impianto di produzione di semiconduttori nel Paese mediorientale, struttura che dovrebbe essere inaugurata nel 2027 per poi operare fino al 2035. L’aspettativa è che dia lavoro a migliaia di persone. Intel pagherà inoltre un’aliquota del 7,5%, più alta rispetto a quella standard del 5%.
I 25 miliardi di dollari investiti per uno stabilimento in Israele vanno così ad arricchire una relazione che tra Intel e Israele dura dal 1974. Come si legge sul Wall Steet Journal il gigante statunitense sta nel frattempo investendo per piani analoghi pure in Polonia e in Germania, oltre che in madrepatria (in Ohio e Arizona).
Nel 2022 l’export di prodotti Intel da Israele ha toccato un nuovo record per valore economico: 8,7 miliardi di dollari. Cifra che, se rapportata al PIL totale del Paese, rappresenta l’1,75%. Nonostante il valore indiscutibile dell’accordo, la stampa non ha mancato di far notare che pochi mesi fa il Primo ministro Netanyahu era stato oggetto di critiche anche da parte dell’ecosistema tech durante le proteste contro la sua riforma della giustizia. Questo accordo sarà sufficiente per placarle?
In merito alla questione/crisi dei semiconduttori vi rimandiamo al nostro dossier, dove abbiamo analizzato alcune delle principali notizie degli ultimi mesi, oltre che raccolto le opinioni di esperti in materia. Il periodo della pandemia lo ha dimostrato: la delocalizzazione della produzione di prodotti simili può danneggiare in maniera seria le economie. Ecco perché sia negli USA sia in Europa l’argomento è in cima all’agenda politica.