Un unicorno che punta a non sprecare terre rare per alimentare così 5 milioni di auto elettriche
Le Big Tech sono da sempre una palestra per dipendenti che decidono di lasciare il posto e lanciare una propria startup. Nel 2017 J. B. Straubel, per oltre dieci anni CTO di Tesla, ha fondato Redwood per cercare di risolvere uno dei problemi più importanti legati al settore della mobilità elettrica. Parliamo del riciclo delle batterie non soltanto delle auto, ma anche dei device come smartphone e tablet che usiamo tutti i giorni. La sua startup ha appena chiuso il round Serie D raccogliendo 1 miliardo di dollari con l’obiettivo dell’espansione sul mercato americano. L’azienda è classificata come unicorno (la sua valutazione è stimata in 2 miliardi). Ma cosa fa Redwood? Recupera batterie usate, le scompone per raccoglierne tutte le componenti, terre rare comprese, le riadatta e le immette di nuovo nel circuito produttivo delle batterie.
La questione delle batterie è tutt’altro che tecnica. Le sue ripercussioni sono geopolitiche, soprattutto negli Stati Uniti dove la presidenza Biden continua nello scontro con la Cina, proseguendo quella guerra commerciale voluta dall’ex inquilino della Casa Bianca Trump. Con il programma miliardario IRA l’obiettivo degli USA è disincentivare la delocalizzazione e convincere sempre più aziende a portare intere filiere sul suolo americano. Sul capitolo batterie la situazione è complessa: come ricorda TechCrunch la Cina trasforma e raffina il 59% del litio e il 75% del cobalto a livello globale, mentre USA e Canada non raggiungono insieme il 7%.
Come si legge sulla CNBC, Redwood ha ottenuto un impegno di prestito da 2 miliardi di dollari da parte del Dipartimento dell’Energia statunitense. Nel frattempo la startup sta costruendo due impianti dove potenzierà il proprio business, uno in Nevada e l’altro in South Carolina. Entro il 2030 l’obiettivo è riciclare tante batterie da potere alimentare 5 milioni di veicoli elettrici.