Per la rubrica “Italiani dell’altro mondo” intervista alla content creator che vanta oltre 883mila follower su TikTok. Nata nel 2002 a Crema da genitori marocchini, si batte per l’inclusione: «Ancora troppe persone devono ampliare le proprie vedute»
Il SIOS23 Winter Edition torna giovedì 21 dicembre a Milano nel prestigioso Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana. Scopri qui tutti gli speaker e il programma completo e vieni a trovarci dal vivo iscrivendoti qui. Intanto conosciamo meglio Aisha, tra le ospiti attese sul palco di SIOS23 Winter.
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Nata nel 2002 a Crema da genitori marocchini Aisha, beauty influencer e donna transgender, da anni lavora sui social. Parla di inclusione, bellezza non solo estetica ma anche introspettiva, piccoli dettagli quotidiani che raccontano di una giovane donna che ha dovuto affrontare tante prove difficili. La sua carriera da influencer nasce quando decide di condividere con la community momenti di vita quotidiana. «Prima di TikTok usavo spesso Musical.ly, dove traevo spunto da altri creators che cercavo di emulare, poi è arrivato TikTok e, in poco tempo, è diventato il mio social preferito».
Aisha è una nativa digitale, fa parte di quella generazione “nata con il telefonino in mano”. «Uso i social da quando ho 10 anni per esprimermi, comunicare e lavorare. TikTok mi è piaciuto molto sin da subito perché puoi mostrare la tua persona ed entrare in contatto con chi ti segue – racconta Aisha a StartupItalia – Questa è un’arma fondamentale perchè amo la connessione soprattutto a livello emotivo». E per Aisha i social, piano piano, diventano un modo per entrare in contatto con un mondo diverso da quello reale dove spesso si è sentita esclusa. Oggi su TikTok conta più di 883mila followers. «Vivere in un piccolo centro per una donna transgender e di colore non è mai facile – racconta Aisha – Molte volte mi sono sentita un’esclusa ma, a un certo punto, ho avuto il coraggio di lasciarmi andare e accettare quella che ero davvero. Internet per me è stata una rassicurazione e la necessità di parlare della mia diversità mi ha dato modo di farmi conoscere sempre di più e sempre meglio. Oggi gran parte della mia community vorrebbe conoscermi dal vivo e fare amicizia e mi sento apprezzata e supportata. Se non avessi mai conosciuto i social network forse non sarebbe andata così».
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L’inclusione passa anche dai social
Parlare di inclusione spesso sembra banale, in realtà non lo è. Secondo Aisha c’è ancora tanto lavoro da fare: «Sono argomenti di cui ci sarebbe da parlare sempre di più e sempre più approfonditamente perchè ho riscontrato grandi carenze da parte dei followers nella conoscenza del “diverso” – racconta – A a volte mi sembra di “raccontarcela tra di noi”, la mia community ormai mi conosce bene, invece sono tante le persone che avrebbero bisogno di ampliare le proprie vedute». E proprio con l’esigenza di voler parlare a una platea sempre più ampia Aisha sarà presente sul nostro palco di SIOS23 Winter in programma il 21 dicembre a palazzo Mezzanotte. «Si tratta di una grande sfida per me e vi ringrazio per questa opportunità. Non ho mai parlato dal vivo in pubblico, farlo in questa occasione è per me un grande onore. Se riuscissi a trasmettere anche a una sola persona i messaggi di inclusione e comprensione del diverso che veicolo sui social sarebbe per me già una grande vittoria». Una grande sfida per una donna che di prove dure ne ha passate davvero tante. Tra queste anche un tentativo di violenza sessuale recentemente accaduto. «Soffro di attacchi d’ansia e quell’esperienza mi ha profondamente segnata. Per questo penso che sia una priorità parlarne sempre di più».
Un’arma a doppio taglio
Per quanto Aisha sia appassionata di social network e condivida con la sua community la quotidianità non è stata risparmiata dagli haters. «Di recente sono finita in una “shitstorm” – racconta – Sono stata bullizzata, non lo avevo mai provato e mi sono messa a piangere. Ho ricevuto commenti molto pesanti di bodyshaming e, per la prima volta, non mi sono più sentita al sicuro su Internet. Sinora non mi era mai capitato: soprattutto gli algoritmi di TikTok lavorano molto bene ma ero, chiaramente, al corrente del fatto che, prima o poi, sarebbe potuto succedere. So che un personaggio come me può, in certo qual modo, infastidire, ma per me è folle pensare che nel mondo ci siano persone di una tale bassezza come quella che ho avuto modo di apprendere in questa occasione. Nonostante tutto, amo la mia community, che è molto variegata e copre più fasce di età. Per me è un posto sicuro dove poter parlare apertamente di minoranze, donne, disabili, violenze e spesso intervengo anche nei commenti per garantire anche a me stessa un ambiente di lavoro sano».
Dal comedy al beauty
«Quando ho iniziato a espormi sui social inizialmente raccontavo episodi di vita quotidiana simpatici, eventi ironici che mi erano capitati, poi ho iniziato a capire il potenziale di questi strumenti e ho cominciato a parlare di minoranze, spingendo alla riflessione su certi temi e avvenimenti di cronaca come il femminicidio: argomenti che mi toccano molto da vicino anche oggi e di cui parlo spesso – racconta – Un tempo, se avevi un disturbo alimentare, ad esempio, non ne parlavi così apertamente come invece si fa oggi e su TikTok c’erano personaggi che conducevano una vita apparentemente perfetta. Ora non è più così, fortunatamente. Sono convinta che se non ci fosse stata questa transizione non ci sarebbe stato questo seguito». Col tempo Aisha si è, poi, avvicinata al mondo del beauty: «Per me è una passione da quando ero piccola che prima non potevo esprimere per via del mio genere e soprattutto grazie a TikTok sono riuscita ad acquisire questa libertà. Ho sempre odiato la mia pelle: troppo grassa, imperfetta, gli standard divulgati nella società mi pesavano. Pertanto ho sempre cercato di migliorarla, molte volte sbagliando trattamento. Ma dagli sbagli si impara, la pelle ti parla quando metti qualcosa di sbagliato. Oggi studio cosmetologia e creo contenuti per indirizzare le persone verso i trattamenti più adeguati, per fare in modo che non gli accada quello che è capitato a me. Un giorno mi piacerebbe fare anche delle consulenze dal vivo».