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Luci che si incrociano, colori intrecciati lungo i muri come in un gigantesco irregolare mosaico e grandi specchi sulle pareti. Entrare nella scuola di danza Zona14, a Civitanova Marche, è un po’ come compiere un piccolo viaggio con la colonna sonora della Sugarhill Gang e dei De La Soul. Un passo tra gli sfondi americani dell’hip hop – con le sale intitolate ai luoghi simbolo della cultura, dal Bronx a LA – e un altro in una storia molto più vicina nello spazio e nel tempo: quella di Marco e Ludovica, direttori artistici, insegnanti e, soprattutto, ideatori della scuola che oggi gli allievi considerano “una famiglia allargata”.

Dalla prima crew all’associazione, fino a Zona14

Il percorso che porta alla nascita di Zona14 ha inizio nel 2008, quando il ballerino civitanovese Marco Piampiani fonda la sua prima crew. Si tratta della Oregon Tape Crew, un gruppo di ballerini italiani, di cui fa parte anche Ludovica Fabbroni e che, nel corso del tempo, arriva a esibirsi in tutta Italia, fino ad aprire i concerti di artisti come Clementino e Gemitaiz e i dj set di Radio Deejay.

“Dopo anni di sudore, spettacoli e sacrifici per mettere da parte i risparmi, nel 2014 siamo riusciti a creare la nostra prima associazione”, racconta Marco a StartupItalia. L’ASD Spazio Hip Hop, che punta ad allargare gli orizzonti e far conoscere l’hip hop in tutte le sue forme d’arte. “Promuoviamo la danza ma non solo”, sottolinea il suo fondatore. “Ci siamo posti l’obiettivo di diffondere anche le altre discipline legate a questa cultura, come il DJing, l’MCing e il writing”.

L’associazione è a tutti gli effetti la base da cui prende le mosse l’idea di aprire, cinque anni più tardi, la scuola. Dopo essere stati ospitati in varie sedi e un lungo girovagare, nel settembre 2019 Marco e Ludovica decidono di stabilirsi nella loro città d’origine e fondare qui Zona14. Il numero contenuto nel nome è ricorrente nelle date più importanti del loro percorso, spiegano i maestri: la prima crew nasce il 14 aprile e l’associazione viene fondata nel 2014.

USD Team 1

Anche la parola zona non è casuale. La scuola di danza rappresenta infatti per gli allievi molto di più del semplice luogo dove svolgono le lezioni. I ragazzi che la frequentano la considerano una seconda casa, un piccolo e unico quartier generale in cui poter passare i pomeriggi a fare quello che amano e, magari, finire di studiare o trovare il tempo per una chiacchierata tra amici.

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Non a caso, Marco definisce Zona14 come “un faro di luce”. Per capire perché bisogna andare al cuore della questione: l’hip hop. “Così come lo hanno visto DJ Kool Herc e Afrika Bambaataa, i padri fondatori della cultura, l’hip hop nasce per abbattere le barriere e unire le persone, offrendo un divertimento sano attraverso la musica e la danza. Questo spiega anche perché noi maestri riusciamo a lavorare bene con gli allievi, sia sotto l’aspetto tecnico, sia dal punto di vista personale”.

danza inclusiva civitanova

Marco e Ludovica

Up Side Down Team, l’hip hop oltre ogni barriera

In sette anni di attività, l’associazione guidata dai due insegnanti marchigiani ha realizzato diversi progetti, arrivando a lavorare con più di 250 ballerini. Tra i vari gruppi che Marco e Ludovica hanno contribuito a formare e dirigere, c’è l’Up Side Down Team, formato da ragazzi con difficoltà motorie e disabilità. “Facciamo lezione a un gruppo di persone fantastiche con cui ci divertiamo tantissimo”, racconta Ludovica. “I componenti del gruppo si sentono parte di qualcosa di grande, una famiglia allargata”.

L’attenzione alle persone in difficoltà costituisce da sempre un pilastro fondamentale per Zona14. “La scuola nasce con una forte impronta sul sociale, lavoriamo spesso con situazioni familiari e sociali delicate”. Ma, prosegue la maestra, “uno dei motivi che ha ispirato la formazione dello USD Team è stato un nostro amico e compagno di crew, che dalla nascita ha difficoltà a parlare e a esprimersi. Abbiamo capito che la nostra scuola doveva avere come caratteristica principale l’inclusione”.

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Alcuni linguaggi, infatti, come la musica e la danza, non hanno bisogno di parole e sono universali. “A Zona14 e più in generale nell’arte”, dice Marco, “non esiste il ‘non posso’”. In più, proprio per l’origine della sua cultura, aggiunge, l’hip hop non è qualcosa da giudicare, ma uno scambio continuo di idee e interpretazioni: la grande lezione della street art sta forse tutta qui.