Dal 25 al 27 marzo, a Roma, c’è la competizione nazionale di robotica. La Rome Cup 2015 è arrivata alla nona edizione: studenti provenienti da tutta Italia si sono incontrati all’Istituto L. Da Vinci ed hanno portato le loro invenzioni. Come la serra automatizzata e la cuccia hi-tech
Circuiti sui banchi, pezzi di ricambio, saldatrici, computer un po’ ovunque, collegati ai robot: di tutte le forme, di tutte le specie, da tantissime scuole. Due mila studenti sono arrivati a Roma da 11 regioni italiane per con i loro zaini e con i loro prototipi per la RomeCup 2015, la competizione nazionale di robotica. Il 25 e 26 marzo, 109 team provenienti da tutto il Paese si sfideranno presso l’Istituto di Istruzione Superiore L. Da Vinci in gare di robotica. Sperando nella finale, il 27 marzo, in Campidoglio. Oltre al lato ludico, la manifestazione ha un intento ben preciso: trasmettere il concetto che l’imprenditoria a scuola passa (anche) per un robot. La robotica educativa (cioè l’insegnamento della robotica a fini industriali o di servizio) permette ai ragazzi di acquisire abilità come la creatività e problem solving, che sempre di più sono considerate strategiche per trovare lavoro in un’economia guidata dall’innovazione tecnologica. L’intento della RomeCup, dunque, è mostrare le opportunità occupazionali che la robotica industriale offre.
“Al piano terra ci sono le gare, al primo piano c’è il convegno, al secondo ci sono i laboratori e al terzo piano la parte espositiva. Che vuoi vedere?”. Il ragazzo mi accoglie con aria professionale, si chiama Matteo, ed è uno degli studenti dell’IIS Leonardo D Vinci. Con le parole disegna la piantina dell’istituto, e in una frase mi riassume tutta l’offerta della RomeCup 2015: c’è un convegno per parlare di startup, innovazione e smart cities, ci sono le gare tra robot e poi laboratori didattici e aree espositive.
Il Pitch degli studenti
Ore 10, comincia l’elevator pitch degli studenti. Cinque scuole sono state selezionate per presentare le loro idee innovative e i loro prototipi. L’Istituto tecnico Faraday di Roma ha presentato “Hipet”, una cuccia robotica di lusso, per gli amici a quattro zampe. “E’ un prodotto di alta gamma, una specie di Rolex per animali” hanno commentato i ragazzi che l’hanno ideato. La cuccia è super hi-tech: ha un vano con acqua e croccantini e un vano con bilancia. Il tutto ha un microcontrollore integrato che permette di monitorare la cuccia direttamente dallo smartphone, per sapere come sta il nostro cucciolo anche quando non siamo in casa. Il team dell’ITIS Galilei di Roma ha lavorato con i droni e ne ha presentato uno anti-inquinamento da far volare sopra zone marine particolarmente inquinate. L’idea è di applicare al drone una speciale spugna in grado di assorbire il petrolio senza prendere l’acqua. La macchina sorvola le acque inquinate sostituendo l’intervento umano per la bonifica. Poi c’è Opal, il robot del liceo Democrito di Roma, che cammina in casa, e grazie alla sua telecamera permette di sorvegliare le stanze aumentando la sicurezza. L’IIS Archimede, invece, ha creato un robot che interviene negli incendi, mentre l’Istituto Volta di Frosinone ha presentato una “giostra” luminosa per aiutare i bambini con difficoltà di linguaggio.
Gare e stand
Le competizioni si dividono in base al tipo di movimento. Ci sono i robot calciatori, quelli che fanno le gare di ballo, quelli che si destreggiano dentro labirinti. Forse più interessante delle gare è vedere la preparazione alle gare. File e file di banchi sistemati nei corridoi del Leonardo da Vinci (nemmeno fosse la maturità!) occupati da computer, fili elettrici, circuiti, chiavi inglesi. Questi ragazzi, infatti, si occupano sia della parte software (scrivere il programma per far funzionare i robot), sia della parte hardware. E vederli lì, intenti a costruire, smontare, aggiustare queste mini macchine che a un certo punto si muovono quasi per magia, è sorprendente.
Il piano dedicato alle esposizioni, poi, è tutto una scoperta. Centri di ricerca, scuole e startup hanno allestito una cinquantina di stand dove hanno mostrato i loro prototipi e le loro invenzioni. Ci sono i liceali che hanno costruito una serra domotica e c’è Horus, la startup che ha ideato un dispositivo per aiutare i non vedenti ad essere più autonomi. Un giro qui è come un tuffo in un mondo di creatività, gioco, altruismo e ingegno.
La manifestazione è promossa dalla Fondazione Mondo Digitale, organizzazione non profit che lavora per portare l’innovazione in contesti a rischio di esclusione sociale (giovani, disoccupati, immigrati) ed è alla sua nona edizione. Di seguito la gallery dell’evento.