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Le donne sono più portate degli uomini a crescere i figli, gli uomini sono più portati delle donne a compiere attività che presuppongono ragionamento logico e spaziale. Le donne sono naturalmente inclini allempatia, gli uomini sono naturalmente inclini alla promiscuità. Insomma, nastri rosa, nastri azzurri. La dolcezza e la forza. Gli angeli della casa e i guerrieri. Per secoli donne e uomini sono stati spiegati dalla scienza come esseri quasi dicotomici e, senza neanche mezzi termini, ai secondi sono state riconosciute le abilità vincenti, al punto da diventare a tutti gli effetti il sesso dominante per natura. 

Oggi la giornalista scientifica inglese Angela Saini, grazie a una corposissima galleria di dati, sta proponendo uninnovativa visione che riscrive il ruolo delle donne nellevoluzione per dimostrare che il predominio degli uomini non è scientificamente iscritto nel genere umano e che, anzi, una volta eravamo probabilmente una specie fondata sulluguaglianza. 

Il punto è che, dice Saini nel suo saggio cult Inferiori (Harper Collins), le donne hanno scontato a lungo pregiudizi di genere che hanno distorto anche il metodo scientifico. 

“Le donne sono così poco rappresentate nella scienza moderna perché, per gran parte del corso della storia, sono state considerate inferiori dal punto di vista intellettivo e, dunque, deliberatamente escluse. Non dovrebbe dunque sorprendere che anche lestablishment scientifico abbia dipinto unimmagine falsata del sesso femminile”. 

La scienza tra Darwin e Marie Curie

Lo stesso Darwin, del resto, era convinto della netta inferiorità delle donne. Scrive nel suo saggio la Saini, riportando il pensiero del genio dellevoluzione: “«La principale distinzione per quanto riguarda il potere intellettivo dei due sessi si mostra nelluomo, che raggiunge vette più alte, qualsiasi sia lambito di cui si occupa, di quelle che riesce a raggiungere la donna – che sia richiesta profondità di pensiero, ragionamento o immaginazione, o semplicemente luso dei sensi e delle mani», spiega Darwin in Lorigine delluomo. Le prove sembravano essere tutte a suo favore. Gli scrittori, gli artisti e gli scienziati più importanti erano quasi tutti uomini. Darwin presupponeva quindi che questa disuguaglianza fosse il riflesso di un dato biologico”. 

“È impossibile aspettarsi che i forti pregiudizi che, per secoli, hanno impedito alle donne di accedere alla scienza non abbiano influenzato questultima nel profondo”.

E le cose non andarono per nulla meglio con i progressi della ricerca del secolo a venire, che restava pervicacemente in capo agli uomini. Non è che non ci fossero scienziate di valore nelle università e nei laboratori di ricerca, specifica Saini, ma erano svalorizzate ed emarginate. Prendi Marie Curie, la prima persona a vincere due Premi Nobel: “Nonostante ciò, nel 1911 non fu ammessa come membro dellAccademia francese delle Scienze proprio perché donna». Insomma, conclude, «è impossibile aspettarsi che i forti pregiudizi che, per secoli, hanno impedito alle donne di accedere alla scienza non abbiano influenzato questultima nel profondo”. 

Anatomia: l’organismo maschile scelto come standard

Il punto è che continuano a farlo e ne siamo circondati di prove: ad esempio, non c’è praticamente medico che non abbia studiato lanatomia umana sul corpo di un sesso solo, quello maschile, ritenendo che valesse anche per laltro. Lorganismo maschile è, insomma, stato preso come standard, e sono state ignorate le differenze oggi ormai documentate tra i due sessi: ciò potrebbe avere danneggiato la salute femminile. Saini porta lesempio della diversa sintomatologia che uomini e donne presentano prima di un attacco di cuore. Secondo una ricerca del National Institute of Health di Washington, le donne che stanno sviluppando un infarto miocardico hanno più probabilità di presentare stanchezza, insonnia, dolore diffuso che parte dalla testa e arriva al petto, sintomi abbastanza diversi dal classico dolore al petto provato più frequentemente dai maschi e che, però, è diventato una sorta di segnale universale pre-infarto. Altrettanto dannosa per la salute femminile può essere stata la prassi di fare ricerca e sperimentazione dei farmaci quasi esclusivamente sugli uomini: è attualmente ormai acclarato che maschi e femmine rispondono in maniera diversa ad alcuni farmaci e che se queste ultime ne patiscono più degli uomini gli effetti collaterali la ragione può essere proprio il fatto che sono state escluse dai trial.

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Angela Saini

Saini riconosce che oggi gli sviluppi delle neuroscienze, della medicina, della psicologia, dellantropologia, della biologia evolutiva, oltre ad ambienti di ricerca finalmente popolati da donne ma anche da uomini estranei a discriminazioni e stereotipi, ha restituito centralità e rispetto alle donne, di cui vengono riconosciute – nuovi dati alla mano – una forza, unintelligenza, una capacità strategica del tutto assimilabile a quella degli uomini. 

Piena uguaglianza tra generi, non guerra

La potenza della ricerca di Saini non è, però, il mero capovolgimento degli equilibri, a vantaggio questa volta delle donne: la giornalista non vuole indurre una guerra tra i generi, ma affermare limportanza di una piena uguaglianza. 

“Ho imparato che la scienza è tuttaltro che perfetta. Non è colpa del metodo, ma nostra”.

“Ho imparato che la scienza è tuttaltro che perfetta. Non è colpa del metodo, ma nostra”, commenta Angela Saini. “Con noi in carica, la scienza può solo essere un viaggio di autocorrezione verso la verità. Come tale, nessuna delle ricerche di cui ho scritto rappresenta la fine della storia. Le teorie sono solo teorie, in attesa di ulteriori prove. Ma per quanto la ricerca in alcune aree non sia chiara, ho trovato rassicurazione nel fatto che la scienza abbia tutto da offrire a donne e uomini che vogliono vivere in un mondo più giusto. Il femminismo può essere amico della scienza. Non solo migliora il modo in cui viene fatta la scienza, spingendo i ricercatori a includere la prospettiva femminile, ma a sua volta può mostrarci che non siamo così diversi luna dallaltro come sembra”.  

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