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Negli ultimi cinque anni in Europa sono mancate quotazioni rilevanti nel settore hi-tech, ad eccezione forse della sola Just Eat a Londra. Adesso è la Germania ad avere l’opportunità di risvegliare il dormiente ecosistema del Vecchio Continente.

Il mago tedesco dell’e-commerce Zalando ha debuttato in borsa a Francoforte, seguito dalla gemella Rocket Internet. Entrambe le aziende si dicono certe di riuscire a replicare a livello globale il loro successo europeo.

Nelle primissime ora il titolo di Zalando si è alzato del 12%, facendo presagire per un attimo un trionfo simile a quello di Alibaba a Wall Street, ma nel corso della giornata  è tornato al livello iniziale. Il giorno dopo invece, la discesa è stata netta:-12%. Le azioni di Zalando alla fine hanno registrato un valore (circa 18,50 euro) inferiore rispetto ad altre aziende similari quotate. Una delle ragioni secondo gli analisti è proprio la mancanza di offerta del mercato europeo che tra igrandi dell’e-commerce online vede quotati soltanto Asos Plc e Yoox SpA. Il confronto con Alibaba, l’Ipo più grande della storia, o con Facebook, altro successo dell’economia digitale a stelle e strisce degli ultimi anni, non è fattibile. La cosa importante per Zalando sono le prospettive di crescita. Per il mercato tedesco del commercio online si stima una rialzo del 22% per il 2014 e del 16% per il 2015 (dati eMarketer).

Attualmente i mercati da cui trae la maggiore spinta sono Germania, Austria e Svizzera mentre i rischi vengono dai mercati dell’Europa meridionale, dove i consumi sono ancora molto deboli. Sono dunque i paesi emergenti quelli su cui puntare nell’ottica di una ripresa futura? Magari emulando Rocket Internet che adesso opera in 100 Paesi e impiega 20mila dipendenti. Eppure anche Rocket Internet ha visto scendere il valore del proprio titolo del 13% solo durante il primo giorno alla borsa tedesca.

Come spiegare questi due flop? A leggere i giornali finanziari si trovano molteplici ragioni. La prima è proprio legata agli emergenti mercati ad alto rischi in cui opera Rocket Internet. Altri chiamano in causa il buon senso: come fidarsi di una società, che possiede decine di aziende di cui nessuna in attivo? Conviene davvero quotarsi a un incubatore di startup…e così via. Ma a ben vedere molti di questi giornali sono gli stessi che pochi giorni prima celebravano la rinascita del tech economy made in Europe grazie alle due aziende tedesche.

Così avanza in realtà l’ipotesi più insidiosa: ovvero che il problema sia di natura strutturale. Impossibile per molti non ricordare la scottante esperienza della bolla dotcom degli anni Duemila. Altri analisti però offrono rassicurazioni facendo notare che le aziende di oggi sono più solide di quelle di allora e che i due debutti non proprio mirabolanti se confrontati con quelli di Alibaba sono in realtà da imputare al contesto e al mercato europeo. La politica monetaria americana avrebbe agevolato il boom di Alibaba grazie alla presenza di tassi bassi. Sebbene un paragone non sia possibile e l’andamento delle tedesche sia ancora tutto da analizzare, di certo si deve riconoscere sia a Zalando sia a Rocket Internet il merito di aver rischiato salendo su un treno in parte già in corsa, in parte ancora non alla massima velocità. Il debutto tutt’altro che convincente si spera possa comunque portare il beneficio al settore tech e del commercio online europeo aumentando l’offerta esistente. Una funzione di apripista, insomma. In tal senso i segnali sono già positivi: Tele Columbus, una società via cavo tedesca, ha ufficialmente annunciato mercoledì che ha nei piani una Ipo per raccogliere circa 300 milioni di euro. Altre grandi europee guardando i risultati e le fluttuazioni dei pionieri Zalando e Rocket potrebbero invece attendere e mettere in discussione l’opzione. Luci e ombre, e speranze per il futuro.