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I big conquistano le startup fintech a suon di milioni.  Una caccia all’oro che vede impegnate le principali banche mondiali, ma anche ex startup che progettano il futuro con un’acquisizione dietro l’altra. Nasce così il Fintech Buyers Club, e tra i primi a scriverne è il sito LTP.

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PayPal ha speso 2,4 miliardi in un anno

Prima Braintree: 800 milioni di dollari per garantirsi la piattaforma globale per i pagamenti mobile. Poi Xoom, servizio per il trasferimento di soldi all’estero, acquistato per la cifra di 890 milioni. E ancora Venmo che ha ideato una soluzione per permettere il pagamento tra privati via mobile (ancora  800 milioni per portarla in casa). PayPal è una delle multinazionali più attive: osserva le startup fintech più interessanti sul mercato e le fa proprie. Oltre a questo ha anche ideato un programma, Startup Blueprint, per supportare e offrire mentorship alle startup del futuro.

Le 4 aree dove si investe di più

Dall’analisi dei dati viene fuori che sono 4 le categorie più hot sulle quali sono puntati gli occhi dei big del mondo.

1. Payment;

2. Analisi dati;

3. Servizi di assistenza e consulenza finanziaria per privati;

4. Piattaforme di Lending.

Anche Starbucks mette soldi sul fintech

È il gigante dell’industria finanziaria, Citi, il maggiore investitore. Insomma, se avete un’idea che spacca sapete a quale porta bussare per prima. Ha creduto in Square, la startup di Jack Dorsey che ha creato  una scatoletta di plastica che si inserisce nel jack audio del telefono e lo trasforma in un lettore di carte di credito capace di processare pagamenti.

200 milioni di dollari il round che ha visto Citi protagonista insieme a Rizvi Traverse Managament e Starbucks per assicurarsi un pezzo della startup. Non solo Square. Anche Jumio (servizio innovativo per autenticarsi e prevenire le frodi), Betterment (consulenza online nel campo degli investimenti), Chain (startup che unisce blockchain a servizi finanziari) fanno parte delle idee innovative su cui Citi sta puntando.

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A Goldman Sachs piace troppo la blockchain

50 milioni di dollari. Questa la cifra spesa da una delle più grandi banche d’affari del mondo per assicurarsi un pezzo Circle, startup che consente di inviare e ricevere via mobile denaro e bitcoin. L’investimento vede la partecipazione anche di IDG Capital Partners. Oltre a Circle, ha messo soldi (tanti) anche in Billtrust:  25 milioni insieme a Bain Capital Ventures, per una startup che aiuta le aziende a inviare e ricevere fatture online  e a incassare.

Morgan Stanley investe nel fintech Made in China

Lanciata nel 2012, la startup Lufax, con sede a Shangai, ha reso possibili prestiti tra privati per una cifra di 2,5 milioni di dollari. Morgan Stanley ha partecipato al round che ha portato la valutazione dell’azienda a una cifra record di 10 miliardi di dollari.

E poi è stato il turno di Zhong An, la prima compagnia assicurativa cinese completamente online che è nata dalla fusione tra altri due big: Tencent e Alibaba.  Insieme a un consorzio ha investito 934 milioni di dollari, portando la startup a una valutazione di 8 miliardi di dollari.

Cosa succede dalle nostre parti

In Italia gli esempi virtuosi sono UniCredit, CheBanca! e Banca Sella. Leader in Europa è la banca Santander ha investito 100 milioni di dollari nel venture capital di startup fintech a livello globale nel 2014 e recentemente ha contribuito alla creazione di un nuovo fondo per finanziare progetti innovativi nel settore che supera i 30 milioni di dollari (ne parla qui Business Insider). HSBC ha allocato 200 milioni di dollari di investimento nel Regno Unito. Particolarmente illuminate anche Sberbank in Russia e BBVA in Spagna con investimenti di circa 100 milioni di dollari ciascuna.

Giancarlo Donadio
@giancarlodonad1