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Talento, capitali, politiche e mercato: sono i parametri utilizzati da Ernst&Young per capire qual è il miglior ecosistema fintech al mondo. Risultati: UK precede di un’incollatura la California. New York chiude il podio. Medaglia di legno per Singapore. Poi Germania, Australia e Hong Kong.

Finanza e governo: la classifica

La Silicon Valley non ha ancora rivali quanto a talento e capitali. E ha utenti sempre al passo con i tempi. Ma perde terreno su programmi governativi e sistema regolatorio. Alla voce policy, la California è solo sesta. Tanto basta per far guadagnare la vetta al Regno Unito, che primeggia soprattutto grazie al sostegno di leggi e Fisco. È secondo per talento, terzo per capitali e domanda (voce guidata da New York). E prima per taglia del mercato, a conferma che il fintech UK gode di quell’infrastruttura finanziaria “classica” capace di aprirsi alle nuove idee. Non a caso New York, che ospita Wall Street, ha già un mercato del fintech più ampio rispetto alla Silicon Valley. E si sta imponendo come principale hub Usa.

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I punti di forza

Il report indica tra i maggiori pregi britannici proprio “la prossimità con un hub mondiale della finanza”, oltre “al supporto dei governi” e “all’efficienza del network fintech”.

Acceleratori e incubatori, assieme a una “nuova generazione di imprenditori di talento”, sono il punto di forza di New York. Mentre la California è già “solida ed efficiente”. Merito delle casse piene di alcuni Venture Capital e di una “comunità fintech ormai matura”.

L’Australia recupera terreno soprattutto grazie al “recente interesse del governo”, con l’innovazione che sta guadagnando spazio nell’agenda pubblica.

In Asia, in attesa dell’esplosione cinese, il fintech si trova a propria agio in mercati relativamente piccoli come Hong Kong e Singapore. Il primo ha il suo maggiore pregio nel “potenziale” di “una community fintech focalizzata sul mercato dei capitali”. Singapore è “una porta d’ingresso” al mercato asiatico. Cui si aggiunge la crescente attenzione del Paese: la banca centrale ha istituito un team incaricato di facilitare le partnership publico-privato nel fintech.

La Germania è un mercato “ampio ma complesso”. I capitali ci sono. E promettono bene gli sforzi in atto per integrare meglio Berlino, Francoforte e Monaco.

La classifica tra 5 anni: corrono Cina e Israele

Il sistema regolatorio ha consentito al Regno Unito di primeggiare. Lo ha fatto meglio, ma soprattutto prima di altri. Anche se tutto si tiene (regole, capacità di attrarre capitali e talento), cambiare le norme è un passo relativamente semplice. Che molti stanno facendo. Ecco perché il report sostiene che la prima posizione britannica è già in discussione.

La vetta potrà essere confermata solo se l’agenda fintech resterà centrale nei programmi di governo. Non sarà facile, viste anche le incognite regolatorie in vista della Brexit. Se il Regno Unito sarà passivo e deciderà di sedersi sui buoni risultati attuali, tra 5 anni potrebbe ritrovarsi in quarta posizione. In questo orizzonte relativamente breve, infatti, i magnifici 7 del 2015 potrebbero esser rivoluzionati. Con la Cina in vetta, seguita da New York, principale ecosistema fintech degli Usa dopo aver superato la California (al terzo posto). Singapore, Germania, Australia e Hong Kong inseguiranno in fila ordinata, senza strappi. Ma saranno insediati da un nuovo arrivato: Israele.

Paolo Fiore
@paolofiore