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A distanza di 48 ore dall’operazione di ben 26,2 miliardi di dollari con cui Microsoft ha acquistato LinkedIn le reazioni degli analisti sono discordanti. Tra chi pensa che non è stato un buon affare per la multinazionale guidata da Satya Nadella ci sono testate autorevoli come Bloomberg e Forbes, che sostengono, per dirne una, che il prezzo pagato non è giustificato dai ritorni economici che il social network per il business ha avuto negli ultimi anni.

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Il “test” per capire il valore di un’exit

Peter Cohan, consulente per aziende e venture, usa le colonne di Forbes per analizzare l’acquisizione di Linkedin da parte di Microsoft sulla base di un test che servirebbe, a suo avviso, a capire il valore di un’exit. Ci sono varie voci d’analisi, tra le quali l’attrattiva dell’industria, i benefici per entrambe le aziende coinvolte (prese singolarmente), le stime del chashflow futuro dell’acquirente rispetto al prezzo pagato e, infine, l’integrazione, come cioè le aziende sapranno trovare strategie comuni per essere una un valore aggiunto per l’altra.

Linkedin paga in titoli

Per spiegarlo Cohan fa le pulci agli ultimi bilanci di LinkedIn, le perdite di 166 milioni nel 2015, il crollo in Borsa del 6 febbraio del 2016 con cui l’azienda ha bruciato 10 miliardi di dollari di valutazione. E soprattutto fa notare un particolare sfuggito a molti analisti, e cioè che LinkedIn tende a offrire nei compensi molte più azioni per attrarre e trattenere i talenti migliori, rispetto agli altri colossi del digitale: «Questa è la prova – dice Cohan – che i profitti sono così magri che LinkedIn è costretta a pagare in titoli». I compensi sulla base di azioni di LinkedIn pesano per il 96% sull’utile operativo. Per fare un raffronto, la percentuale di Google, Amazon e Facebook è circa il 16%. Fa eco a Forbes anche il New York Times: «LinkedIn è l’azienda più aggressiva in Silicon Valley su questa tipologia di pagamento ai dipendenti. Quindi se il titolo scende in Borsa, c’è il rischio che i migliori talenti abbandonino la nave».

Troppo costosa

Microsoft ha pagato LinkedIn 50 volte in più rispetto al prezzo delle sue azioni prima dell’exit (196 dollari ad azione, rispetto a un costo di 130). Cohan si chiede come farà Microsoft a risollevare subito un’azienda in perdita e recuperare i 26 miliardi spesi nell’operazione. Le stime vedono una crescita di LinkedIn nel 2016 fino a raggiungere i 1 miliardo di dollari di margine operativo lordo a fine anno, che rappresenta il 4% appena del cashflow di Microsoft. Secondo Bloomberg, poi, Microsoft avrebbe “strapagato LinkedIn”, perché «ha pagato 60 dollari per ognuno dei 433 milioni di utenti di LinkedIn, mentre Facebook ne ha spesi 42 per utente nell’affare per Whatsapp». C’è da aggiungere, però, che Whatsapp a differenza di Linkedin non ha ancora un modello di business chiaro e, dopo l’eliminazione del costo di download, non è chiaro come possa monetizzare.