La Guerra Fredda nel 2018 corre (anche) sul Web. Proprio nei giorni in cui il conflitto in Siria e i fatti della spia doppiogiochista avvelenata a Londra, sono tornati a raffreddare i rapporti diplomatici tra l’Occidente e la Russia, su Internet si combatte un’altra battaglia: quella contro gli hacker. Anche in questo caso Londra e Washington fanno asse e si schierano contro Mosca, accusata di avere sguinzagliato un’altra volta i suoi pirati informatici.

Nel mirino utenti comuni, imprese ed enti governativi
In un documento congiunto, Stati Uniti e Gran Bretagna puntano il dito proprio nei confronti del Cremlino e, tralasciando la tradizionale diplomazia internazionale, utilizzano un linguaggio duro e privo di sfumature: “Hacker sponsorizzati dal governo russo – scrivono il Dipartimento americano per la Sicurezza nazionale, l’Fbi e il National Cyber Security Center britannico – stanno usando router infettati per sferrare attacchi con lo scopo di aiutare le attività di spionaggio, estorcere proprietà intellettuali, assicurarsi un accesso permanente alle reti delle vittime e gettare le basi per futuri cyberattacchi”. Nell’allerta diramata dai tre uffici governativi si parla di “attività informativa sospetta”, che ha messo nel mirino “organizzazioni governative e del settore privato, fornitori di infrastrutture critiche e gli Internet service provider (Isp) che supportano questi settori”, si legge nella nota”.
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La smentita del Cremlino
Non è la prima volta che l’Occidente accusa direttamente il governo russo di manovrare o quantomeno supportare l’opera dei pirati informatici. Però è la prima volta in cui vengono utilizzate parole quali: “attacchi senza precedenti” e che, all’interno di un documento ufficiale si consiglia la popolazione occidentale di prendere provvedimenti per non restare esposta a questi “attacchi ad ampio raggio”. Dura la smentita di Mosca, arrivata a strettissimo giro: “Non sappiamo su cosa siano basate queste nuove accuse – ha replicato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov – Né i nostri colleghi americani, né quelli britannici si stanno preoccupando di cercare argomenti, per quanto deboli”.
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