Presentato il monitoraggio 2018 sul Sistema ITS. L’82,5% dei diplomati negli ITS ha trovato lavoro entro un anno dal diploma, nell’87,3% dei casi è in un’area coerente con il percorso concluso. L’area con il maggior numero di iscritti: Nuove tecnologie per il made in Italy
Eccoli sono i dati del Monitoraggio nazionale 2018 MIUR-Indire sul Sistema ITS: 10.498 iscritti, 8.839 diplomati, 431 percorsi attivi, 2.153 soggetti partner, di cui 826 imprese, il 68,9% di docenti che provengono dal mondo del lavoro: sono questi i numeri complessivi della formazione terziaria professionalizzante italiana, ovvero del mondo ITS. Il dato più significativo tuttavia è senz’altro quello che emerge dal monitoraggio realizzato da Indire su un campione di poco più di due mila diplomati: l’82,5% di chi si era diplomato nel 2016, ha trovato lavoro entro un anno dal diploma. E per essi, nell’87,3% dei casi, il lavoro è in un’area coerente con il percorso fatto. Il 4,6% si è iscritto all’Università, un 2% è risultato irreperibile e solo il 17,5% è non occupato a un anno dal diploma.
È quanto emerge dal Monitoraggio nazionale 2018 sul Sistema ITS presentato al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dal Sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi e da Giovanni Biondi, Presidente di Indire che ha condotto il monitoraggio. Nel corso della conferenza è stata annunciata anche una campagna di comunicazione che servirà per diffondere, attraverso diversi canali, la conoscenza degli ITS e delle loro potenzialità da parte dei ragazzi, delle loro famiglie e dei docenti delle scuole secondarie.
La fotografia del Paese
La rilevazione si è concentrata sugli esiti occupazionali a dodici mesi dal diploma per gli studenti che hanno concluso i percorsi presso gli ITS fra il primo gennaio e il 31 dicembre 2016. Complessivamente sono stati monitorati, quindi, 2.774 iscritte e iscritti e 113 percorsi erogati da 64 Fondazioni (il 68,82% delle 93 Fondazioni ITS ad oggi costituite).
L’area tecnologica con il maggior numero di percorsi conclusi al 31 dicembre 2016 è quella delle Nuove tecnologie per il Made in Italy con 49 percorsi (43,4%). Seguono la Mobilità sostenibile con 18 percorsi (15,9%), le Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo con 15 percorsi (13,3%), l’Efficienza energetica con 13 percorsi (11,5%). Osservando il dettaglio degli ambiti dell’area Nuove tecnologie per il Made in Italy, dei 49 percorsi monitorati 21 afferiscono al Sistema meccanica (42,9%), 10 al Sistema agro-alimentare (20,4%), 8 al Sistema moda (16,3%), 6 ai Servizi alle imprese (12,2%) e 4 al Sistema casa (8,2%). Anche sul fronte degli iscritti, diplomati e occupati è l’area Nuove tecnologie per il made in Italy a prevalere con 1.182 iscritti, 963 diplomati e 808 occupati. Segue la Mobilità sostenibile con 445iscritti, 357diplomati e 300 occupati.
I diplomati nel periodo considerato dal monitoraggio sono stati 2.193, l’82,5% di loro ha trovato un’occupazione a dodici mesi dalla conclusione del percorso formativo, nell’87,3% dei casi in un’area coerente con il piano di studi. Le diplomate e i diplomati che non hanno trovato lavoro sono 383, di questi 101 si sono iscritti ad un percorso universitario. Quanto alle tipologie di contratto, nel 47,45% dei casi si tratta di contratti a tempo determinato o lavoro autonomo in regime agevolato, nel 29,89% di contratti a tempo indeterminato o lavoro autonomo in regime ordinario e nel 22,65% di contratti di apprendistato.
L’area con il maggior numero di iscritti: nuove tecnologie per il made in Italy
Tra le 10 figure che occupano di più nel 2018, la metà afferisce all’area Nuove tecnologie per il made in Italy. I percorsi formativi con i migliori esiti, 55 sui 64 monitorati, dal punto di vista del numero di diplomati e del tasso di occupazione a 12 mesi, hanno avuto accesso alla premialità da 13,3 milioni di euro del Fondo nazionale 2017, aumentati dalla Legge di bilancio 2018 (+ 10 milioni per il 2018, +20 milioni per il 2019 e +35 milioni per il 2020). Le risorse della premialità dovranno essere impiegate dagli ITS per realizzare un percorso formativo aggiuntivo che dovrà avere come obiettivo principale l’acquisizione da parte degli studenti di competenze correlate al Piano nazionale Impresa 4.0. Dal monitoraggio emerge che anche per l’accesso alla premialità è l’area Nuove tecnologie per il Made in Italy ad avere il maggior numero di percorsi premiati (29), la maggioranza dei quali afferisce all’ambito Sistema meccanica (18). Segue l’area Mobilità sostenibile (11 percorsi).
Nuove tecnologie per il made in Italy è l’area con il maggior numero di iscritti (1.182), diplomati (963) e occupati (808), segue l’area Mobilità sostenibile (iscritti 445; diplomati 357; occupati 300). L’area con il minor numero di iscritti è Nuove tecnologie della vita (iscritti 189; diplomati 154; occupati 126) Sistema meccanica l’ambito del made in Italy con i valori più elevati (iscritti 511; diplomati 450; occupati 409).
Ed eccole le figure che danno più occupazione.
La distribuzione per Regioni
Le Regioni con il maggior numero di percorsi premiati sono il Veneto (13 percorsi, il 72,2% dei percorsi monitorati), la Lombardia (11 percorsi, il 42,3% dei percorsi monitorati) e l’Emilia Romagna (7 percorsi, il 53,8% dei percorsi monitorati). I primi tre percorsi premiati sono l’I.T.S. Umbria Made in Italy-Innovazione, tecnologia e sviluppo della Regione Umbria, l’I.T.S. A. Cuccovillo-Area Nuove tecnologie per il Made in Italy-Sistema meccanico meccatronico della Regione Puglia e l’I.T.S. Meccanica, meccatronica, motoristica e packaging della Regione Emilia Romagna.
Il Sottosegretario Toccafondi ha espresso “Piena soddisfazione per i risultati conseguiti dagli ITS in questi anni di lavoro. I percorsi sono aumentati più del 40% dal 2013, gli iscritti sono triplicati e ad oggi sono più di 10.000. Il dato dell’occupazione all’82,5% documenta che la strada intrapresa è quella giusta. Con l’aumento dei fondi decisi dal Governo nell’ultima legge di stabilità, da 13 milioni di euro l’anno a 35 milioni a decorrere dal 2020 – ha proseguito Toccafondi – si è voluto investire ancora per incrementare e migliorare i numeri, aumentando corsi ed iscritti, e soprattutto per potenziare lo sviluppo di quegli strumenti di innovazione tecnologica legati anche a Impresa 4.0. Abbiamo pensato alle nostre giovani e ai nostri giovani, abbiamo pensato alle nostre imprese, per loro abbiamo avuto il coraggio di andare avanti e finalmente oggi con soddisfazione possiamo dire: questa è una vittoria del Paese. Anche in Italia c’è un sistema non accademico professionalizzante: l’Istruzione Tecnica Superiore, gli ITS”.