Gestito da insegnanti dell’istituto “Augusto Monti” e studenti del triennio in percorso di alternanza scuola – lavoro
Il buio fa parte dell’arte, della filosofia, della letteratura, della scienza. E’ patrimonio dell’uomo. Chi non ha mai pensato al buio leggendo le prime parole della “Divina Commedia” quando il poeta si trova in una “selva oscura”. Così come nella volta della Cappella Sistina non si può non pensare a questa dimensione di fronte alla separazione della luce dalle tenebre. Al liceo “Monti” di Asti hanno deciso di indagare proprio su questo patrimonio umano, su questa sensazione che continua ad appassionare astronomi, artisti, filosofi.
Gli studenti e i docenti di questa scuola hanno scelto di fare questo viaggio nel buio attraverso un atelier scientifico, un ambiente altamente tecnologico che farà da ponte tra la scuola secondaria di secondo grado e i bambini della primaria.
Viaggio a Epystemopolis
A realizzare questo progetto, infatti, sono proprio gli studenti del liceo di scienze umane ovvero coloro che un giorno faranno le insegnanti, visto che la maggior parte sono ragazze. Dietro questo sogno diventato realtà c’è l’idea di costruire un ambiente interattivo che di volta in volta possa essere utile a scoprire le diverse dimensioni della scienza.
Non è un caso, infatti, se chi l’ha realizzato spiega: “Non sarà mai finito. Nel tempo verrà potenziato con nuove esperienze di laboratorio e nuove strumentazioni, nuovi ragazzi e nuove collaborazioni”.
L’atelier si chiama Epystemopolis ed è nato da un progetto di Paola Lombardi, Lia Rosso e Simona Russo, tre docenti di scienze umane dell’istituto. I primi passi li hanno fatti visitando insieme ai loro studenti importanti centri educativi e producendo esperimenti che sarebbero stati poi realizzati nell’atelier.
La seconda fase è stata quella di mettere mano ad uno spazio: una ristrutturazione edilizia e impiantistica che si è resa necessaria con il rinnovo degli arredi e l’installazione di strumentazione digitale. Un lavoro che ha visto la sinergia di diversi attori: la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, la Provincia, l’associazione Monti, l’Anffas, la casa circondariale della città e il Fab Lab dell’Ipsia “Castigliano” di Asti.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti ed è stato inaugurato nei giorni scorsi. L’obiettivo è quello di aprire questo luogo ai ragazzi delle altre scuole a partire dalle elementari: i partecipanti all’atelier guidati dagli insegnanti del liceo e dagli studenti in alternanza scuola/lavoro potranno esplorare liberamente questo spazio, assistere a dimostrazioni ed esperimenti scientifici, usufruire allo stesso tempo di materiali poveri e tecnologie avanzate che permettono la fruizione e la produzione di prodotti digitali.
Un nuovo laboratorio che ha saputo coniugare diverse esperienze e fare della scuola un luogo capace di promuovere una cultura davvero innovativa. In questo modo il liceo si è aperto al territorio e contribuisce a offrire alla città un evento culturale che saprà far parlare di Asti.
L’intervista
Ad essere particolarmente entusiasta di questa iniziativa è il dirigente scolastico Giorgio Marino che abbiamo contattato per farci spiegare come si struttura questa nuova aula della scuola.
Perché avete scelto questo tema?
“Veramente il buio è il tema d’inizio. L’idea è di usarlo per avvicinare i ragazzi al mondo della scienza, della matematica, della fisica”.
Mi racconti cos’è questo atelier? Provi ad accompagnarmi…
“Dunque, Epystemopolis è un grande spazio collegato ai laboratori di fisica e chimica che diventa così un nuovo laboratorio. C’è un ingresso con uno schermo a parete che viene amplificato anche a terra. Sembra di essere immersi nelle immagini. Abbiamo realizzato postazioni con tavoli interattivi, parti dove si svolgono effetti sensoriali. La prospettiva è quella dell’esplorazione curiosa. Occupa 200 metri quadrati ed è idealmente diviso in tre settori: fisica, astronomia ed antropologia oltre ad un mini giardino”.
L’avete realizzato non solo per voi?
“La nostra idea è quella di far sperimentare Epystemopolis ai bambini delle elementari e delle medie grazie alla guida dei nostri studenti che diventeranno una sorta di docenti tutor. L’atelier sarà aperto anche durante l’estate per i bambini che frequentano i centri estivi. Dal 25 giugno al 31 luglio accoglieremo i ragazzi che potranno divertirsi imparando”.
Grazie a questo lavoro avete creato un ponte tra scuole superiori?
“E’ stato realizzato da alcuni docenti del nostro istituto che si sono avvalsi di qualche aiuto esterno: oltre all’associazione Anffas abbiamo avuto la collaborazione del liceo Vercelli per le attività scientifiche e della scuola “Castigliano” come supporto per la realizzazione degli oggetti. Queste sinergie sono significative. Se si riesce a collaborare è bene: ci sono tanti vuoti da colmare soprattutto nella modalità di insegnamento delle materie. Penso soprattutto alla matematica”.
Questo spazio potrà aiutare anche ad avvicinare le ragazze alle materie scientifiche?
“Nasce anche per questo. Il liceo delle scienze umane, ex magistrali è rimasto un po’ connotato così come scuola prevalentemente femminile. Oggi possiamo contare proprio sulle ragazze che amano queste materie”.