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Una piattaforma per denunciare la corruzione nella pubblica amministrazione, piaga italiana che ci costa più dell’evasione fiscale e contro la quale anche il nuovo governo sta mettendo in campo strumenti come il daspo dalla Pa. A lanciarla sono Transparency International Italia e il Centro Hermes per la trasparenza e i diritti umani digitali. Il progetto si chiama WhistleblowingPA.

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In sostanza mette a disposizione di tutti gli enti pubblici italiani, società controllate o anche solo partecipate, una piattaforma informatica gratuita per ricevere e gestire questo tipo di segnalazioni. Nasce grazie alla cornice fornita dalla legge sul whistleblowing approvata un anno fa che, anche se ancora in modo non del tutto soddisfacente, prevede maggiori tutele per chi segnala illeciti, mazzette o irregolarità varie nell’ente – dal comune al ministero alla società di servizi – in cui lavora o con cui ha a che fare.

Gli effetti della nuova legge

Tra i nuovi obblighi previsti per le pubbliche amministrazioni c’è anche quello di introdurre dei sistemi di segnalazione tecnologici, in grado di garantire maggiore sicurezza e confidenzialità del processo di segnalazione e ovviamente protezione dell’identità per chi segnala. Tutela per chi alza la testa, dunque: “In Italia abbiamo più di 22mila enti pubblici, la maggior parte dei quali di piccole dimensioni che non necessariamente hanno le risorse umane ed economiche per attivare una piattaforma informatica in maniera autonoma – ha spiegato Giorgio Fraschini, esperto di whistleblowing di Transparency International Italia – per questo abbiamo deciso di mettere in campo l’esperienza maturata in questi oltre dieci anni di attività sul tema, per offrire a tutte le Pa uno strumento facile da usare, e soprattutto a costo zero, in grado di tutelare al massimo l’identità del segnalante”. Poche scuse, insomma: il pacchetto è completo, gratuito e chiavi in mano. Basta solo la volontà politica e amministrativa, oltre che la necessità di seguire le indicazioni di legge.

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WhistleblowingPA offre un’importante opportunità per i responsabili anticorruzione che devono adempiere agli obblighi di legge, aiutando inoltre a diffondere sempre più tra i cittadini l’importanza di segnalare questi fatti che altrimenti rischiano di non venire mai alla luce – aggiunge Fraschini – le stesse PA ne beneficeranno nel breve e nel lungo periodo grazie ai i risparmi generati dalla scoperta degli illeciti”.

Segnalazioni in crescita

Secondo i dati pubblicati dall’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone, le segnalazioni ricevute sono in costante crescita: 621 nei primi 5 mesi del 2018 rispetto a 893 di tutto il 2017. Una media mensile nell’anno in corso di circa 66 segnalazioni, il doppio rispetto al 2017 quando la media era di 30. Sono numeri estratti dal terzo rapporto annuale sul tema pubblicato lo scorso giugno.

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Come funziona la piattaforma? “Si basa sul software libero e opensource Globaleaks che continuiamo a sviluppare ormai dal 2011 e che migliaia di enti e organizzazioni nazionali e internazionali utilizzano già per ricevere le segnalazioni, come l’Autorità Anticorruzione della Catalogna, Il Sole24ore, la Corte Penale Internazionale dell’Aia oltre a centinaia di PA locali – risponde Fabio Pietrosanti, presidente del Centro Hermes – il vantaggio principale di questo software è la garanzia dell’anonimato tecnologico: non sarà possibile per nessuno risalire all’identità di chi segnala a meno che il whistleblower stesso non decida di rivelarlo”.

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La platea di potenziali beneficiari, oltre alle casse pubbliche, è di 3,2 milioni di dipendenti pubblici italiani. Anche se la nuova legge prevede tutele anche per i collaboratori, i consulenti e i lavoratori delle imprese che forniscono beni o servizi all’ente e che decidono di segnalare qualcosa che non torna.

Sempre per Anac, infatti, le denunce arrivate nel corso dell’anno sono soprattutto di dipendenti pubblici (188), ma grazie agli effetti della nuova legge che allarga appunto le tutele a nuovi soggetti, sono aumentate anche quelle da parte di dipendenti di imprese fornitrici.