Intervista a Jegor Levkovskiy, CEO della startup italiana, e al suo presidente Enrico Pandian. Pronti con la loro tecnologia a cambiare come facciamo la spesa ogni giorno
Un team cosmopolita, un importante programma di accelerazione in un hub in Germania, un prodotto pronto a iniziare i test sul campo e partnership già avviate per digitalizzare e trasformare i punti vendita dei negozi fisici: il nome Checkout Technologies a molti suonerà familiare, è la creatura di Jegor Levkovskiy ed Enrico Pandian di cui abbiamo già parlato su queste pagine, ma questa volta alla visione futuristica dello scaffale completamente digitale si aggiunge un nuovo tassello. Questa volta parliamo di un prodotto che nasce dalla stessa tecnologia di computer vision e intelligenza artificiale alla base dei loro brevetti, ma che potremo trovare nei supermercati a partire già dai prossimi messi: l’hanno chiamata la cassa di fast-checkout.
Basta (bar-)code alla cassa
Ci sono dei parametri, numeri, che si possono utilizzare per misurare quanto un punto vendita sia efficiente e sia capace di produrre utili: tra questi senz’altro il fatturato per metro quadro è uno dei più indicativi, anche perché è il frutto di una serie di fattori che concorrono a definire la cifra finale. Nel caso dei supermercati e della grande distribuzione (pensate ai maxi-store di elettronica di consumo, o di sport), la lunghezza dell’attesa alle casse costituisce un elemento significativo per calcolare questo parametro: tenere i consumatori in fila invece che tra gli scaffali abbassa la redditività, accorciare la coda significa migliorare l’esperienza dell’utente finale e aumentare il fatturato.
Come ci spiega Jegor Levkovskiy, una delle prime applicazioni possibili della tecnologia di computer vision sviluppata da Checkout Technologies è la creazione di una cassa che accorcia in modo drastico i tempi di attesa. In futuro basterà passare col carrello sul varco d’uscita per ricevere automaticamente lo scontrino dalla spesa via email, senza dover neppure rallentare: oggi è già possibile migliorare l’esperienza di uscita dal supermercato passando dalle casse, automatiche o con cassiere, sfruttando la stessa tecnologia brevettata da Checkout Technologies.
I sistemi attuali leggono i codici a barre, un’idea con più di 60 anni di vita alle spalle: per riconoscere un prodotto bisogna scovare dove è stato piazzato sulla confezione (e ogni cambio di package lo sposta in una posizione diversa) e piazzarlo perfettamente perpendicolare davanti al lettore ottico. Una procedura che rallenta le operazioni per i cassieri e per i clienti, soprattutto nel caso questi ultimi utilizzino una cassa fai-da-te: la cassa di self-checkout sviluppata da Jegor e dal suo team è in grado di identificare il prodotto a partire dalla forma della scatola, dal colore, dalle caratteristiche fisiche del prodotto. Lo fa in una frazione di secondo, semplicemente facendo passare il prodotto dal cestino o dal carrello alla borsa della spesa in un movimento rapido e fluido.
Il sistema si basa sulla capacità di calcolo di un computer moderno, lo stesso tipo di hardware che si trova nelle casse odierne, che gli consente di elaborare i dati in ingresso da una telecamera e riconoscere il prodotto che finisce nel sacchetto. Abbiamo provato uno dei prototipi di Checkout Technologies: il sistema non sbaglia praticamente mai, e – ci spiegano – è anche in grado eventualmente di comprendere se una confezione sia stata manomessa. Per rendere ancora più efficiente il sistema, nella sede di Bovisa i tecnici di Checkout Technologies hanno sviluppato anche un nuovo metodo di inserimento dei prodotti nel database coperto da brevetto: in questo modo anche l’operazione di creazione del listino può essere svolta molto rapidamente.
I vantaggi del nuovo metodo di pagamento
La visione di Jegor e di Enrico, e di tutto il team di Checkout Technologies, è quella di cambiare definitivamente il modo in cui facciamo la spesa. “I clienti sono alla ricerca di un’esperienza di acquisto personalizzata come quella di 100 anni fa”, ci spiega Levkovskiy, e per raggiungere questo obiettivo le nuove casse dotate di intelligenza artificiale sono solo il primo passo. Semplificare le procedure di ingresso e uscita dal negozio, senza doversi far riconoscere con una tessera fedeltà o senza dover usare un lettore di codice a barre, migliora la qualità del servizio: e libera il personale che fino a oggi era costretto a stare alla cassa, consentendogli invece di poter essere presente nelle corsie del supermercato per garantire supporto pratico a chi sta facendo la spesa.
Checkout Technologies lavora allo stesso concept di supermercato che sta tentando di realizzare Amazon con il progetto Amazon Go: un sistema di computer vision identifica l’acquirente in entrata (ma le immagini non vengono salvate e non lasciano comunque mai il punto vendita), lo segue all’interno del punto vendita, riconosce le azioni che svolge tra gli scaffali. In questo modo è in grado di accertare cosa realmente finisce nel carrello e cosa invece magari è stato solo guardato senza procedere all’acquisto, confronta queste informazioni con le immagini in uscita e incrocia i dati. Lo scontrino arriva direttamente via email appena si lascia il supermercato: la percentuale di errore è estremamente bassa, ma naturalmente all’utente sarà lasciata la possibilità di interagire con l’esercente secondo le linee guida decise di volta in volta dal supermercato che adotterà questa soluzione.
Il futuro del supermercato tutto digitale che Checkout Technologies sta sviluppando, e che già propone ai suoi potenziali acquirenti, è fatto di scaffali intelligenti che informano il personale quando un prodotto si sta esaurendo, o se invece la merce rimane invenduta. Tutti dati che, combinati con altre informazioni come il numero di persone che entra nel supermercato, il tipo di consumi che effettuano, persino le previsioni del tempo e le informazioni sul traffico, possono essere impiegate per ottimizzare il magazzino e ridurre gli sprechi. Altri fattori che contribuiscono ad aumentare la redditività del punto vendita, oltre a migliorare l’offerta per il cliente finale che trova sempre scaffali pieni della merce che preferisce.
I prossimi passi
Checkout Technologies oggi conta 16 collaboratori, di cui solo 4 sono italiani: il team messo assieme in questi mesi conta tecnici provenienti da Oceania, Africa, Asia, e la vera sfida è stata scovare ai quattro angoli del globo chi avesse realmente le competenze per sviluppare questo tipo di soluzione (oltre a farli arrivare in Italia per assumerli). Nel 2017 Checkout Technologies ha raccolto 900.000 euro in investimenti, con tra i principali finanziatori Angels for Innovation e Business Angels Verona. L’ultima novità consiste nell’ingresso in un importante programma di accelerazione a Monaco di Baviera, nel Retailtech Hub messo in piedi da Plug and Play in collaborazione con MediaMarktSaturn e Lidl (Schwarz-Gruppe).
Quest’ultimo è forse il punto più significativo: in Germania si concentrano moltissimi marchi della grande distribuzione e del retail, gli stessi che possono puntare sul prodotto Checkout Technologies per aumentare il fatturato dei propri punti vendita. Ed è ancora Jegor a confermarci che l’interesse per questa soluzione c’è: “Questione di settimane e partiranno le prime sperimentazioni sul campo” ci anticipa, anche grazie alla disponibilità di prototipi avanzati che ormai sono praticamente identici al prodotto che verrà venduto e che sarà ultimato entro la fine del 2018.
L’attuale versione della cassa di fast-checkout, tecnicamente identica a quella visibile nel video ma realizzata con un design e materiali più raffinati, è impermeabile e dispone di funzionalità avanzate per il riconoscimento tramite algoritmi di computer vision di un ampio catalogo di prodotti immessi in un database tramite la tecnologia della stessa Checkout Technologies. Un registratore di cassa di questo tipo ha un costo finale identico a quello di una cassa moderna che è già presente nei punti vendita e nei supermercati, e può essere integrato facilmente nell’attuale infrastruttura di un retailer.
La domanda in arrivo da oltre le Alpi sta spostando il baricentro della startup: lo sviluppo della tecnologia resterà qui in Italia, a Milano, ma Checkout Technologies sta costruendo un avamposto in Germania proprio per spingere i suoi prodotti nella filiera del retail. Levkovskiy e Pandian confermano che stanno lavorando su molti tavoli per portare le loro casse in più test possibili, motivo per il quale pensare di creare una filiale tedesca per il marchio è la mossa più logica.